Movimento per Perugia

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giovedì 3 dicembre 2015

Pietramelina: una "discarica" di domande a cui qualcuno deve rispondere!

"Pietramelina una 'discarica' di domande a cui qualcuno dovrà rispondere"




Ritorniamo a parlare della discarica di Pietramelina. Le indagini in corso sulla Gesenu e le relazioni dei periti della Procura hanno lanciato l’allarme sul danno ambientale che ha colpito il nostro territorio. Ma perché i nostri politici di sinistra, che hanno sempre governato in Umbria, si “svegliano” solo adesso? Il problema della discarica di Pietramelina esiste da sempre! Già nel 1981, anno di costituzione della discarica, una relazione dell’Usl di Perugia considerava la zona della discarica non idonea «in quanto sussistono potenziali possibilità di inquinamento del torrente Mussino» e un’altra relazione geologica sconsigliava l’utilizzo del sito per «la situazione idrogeologica», cioè per la presenza del Mussino: già nel 1981 si parlava di rischio d’inquinamento! 
Perché gli amministratori di allora non tennero conto di queste relazioni? Perché fu scelto proprio il sito di Pietramelina? La sinistra non poteva non sapere visto che la relazione dell’Usl era destinata proprio al sindaco di Perugia… Per decenni il percolato della discarica è stato smaltito solo in parte, il resto veniva ributtato in discarica! Il percolato, fuoriuscendo all’esterno, ha seriamente compromesso il torrente e il territorio boschivo adiacente: dai dati Arpa risulta addirittura che tra il 1999 e il 2000 la quantità di ammoniaca del Mussino aveva superato 21 volte la soglia d’allarme! 
Di questo scempio ambientale era al corrente pure la Provincia che in una relazione scritta attribuiva la causa della forte concentrazione di ammoniaca «ad uno sversamento puntuale di liquidi inquinanti provenienti dalla discarica»: eppure nessuno ha fatto niente! Perché…? Per anni i cittadini del Coordinamento Pietramelina hanno denunciato con manifestazioni, articoli documentati e immagini lo stato del torrente senza essere ascoltati dai politici! 
Dov’è stata per tutto questo tempo l’Arpa, che dovrebbe tutelare l’ambiente e il territorio umbro? Gli esiti dei controlli in questi anni sono stati molto contraddittori: da una parte risultava che livelli d’inquinamento erano presenti in tutte le discariche, dall’altra, nonostante le anomalie, si lasciava intendere che tutto andava bene… Eppure alcuni “valori non ottimali” sono stati rilevati sulle acque superficiali persino a monte della discarica di Pietramelina: ma come è possibile se a monte non c’è nulla? 
L’Arpa, che ha la visione di tutto, è anch’essa responsabile di questa situazione! Purtroppo il danno è stato fatto, tanto che i periti della Procura hanno ipotizzato una «possibile alterazione irreversibile del sito». Oggi il percolato viene smaltito in siti fuori regione e solo per i viaggi di trasporto spendiamo circa 15.000 euro al giorno! Ripetiamo la domanda: Quali sono i rischi per la salute dei cittadini? Ma soprattutto, chi pagherà per questi disastri…?

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia



martedì 1 dicembre 2015

La Perugina deve unire, non dividere!


Ritorniamo a parlare della Perugina… Oggi, purtroppo, sull’azienda sembra essere tornato un silenzio tombale: la Nestlè, nonostante le preoccupazioni tra i lavoratori, continua a tacere e non c’è traccia di un piano industriale. Anche le istituzioni sembrano essere disinteressate, con la Presidente Marini che ad ottobre ha preferito “volare” a New York alla mostra di Burri invece che partecipare al summit del Ministero sulla Perugina con i rappresentanti dei lavoratori e con l’Amministratore Delegato di Nestlè Italia! Eppure la situazione in questi mesi non è cambiata, anzi! C’è sempre più timore che Nestlè voglia smantellare reparti come la confiserie, i biscotti e le caramelle e che i contratti di solidarietà, in scadenza ad agosto 2016, siano il preludio di oltre 200 esuberi! Il marketing è pressoché inesistente e non c’è alcuna pubblicità dei prodotti Perugina: quest’estate nelle tv girava lo spot delle “Nuvole Perugina” ma sapete, cari umbri, dove vengono prodotte le “Nuvole” e le “Creme”? In Francia! Nel 2013 la Nestlè lanciò sul mercato francese il Bacio con l’etichetta “Lanvin”, senza alcun riferimento al marchio “Perugina” e allo stabilimento di San Sisto… Perché ora si spacciano per “Perugina” prodotti francesi, che nulla hanno a che fare con la storia del marchio? Perché questa delocalizzazione? Fanno forse le “prove generali” per delocalizzare la produzione all’estero…? Dove sono i sindacati? Perché hanno permesso senza fiatare lo scempio dei Baci “Lanvin” e non dicono nulla sui prodotti “Perugina” delocalizzati? I sindacati continuano a parlare di Perugina come «fabbrica dolciaria, non solo del cioccolato» e a chiedere a Nestlè il piano industriale: ma cosa hanno fatto concretamente per tutelare l’azienda e i lavoratori? Niente! Per anni i sindacati hanno fatto il bello e il cattivo tempo dentro la Perugina, minacciando scioperi e persino boicottaggi dei prodotti… La crisi della Perugina è anche una loro responsabilità! La situazione è allarmante: ci risulta che allo stabilimento di San Sisto lavorino 150 stagionali in meno rispetto al 2014. Sabato 21 si è tenuto un dibattito sulla Perugina organizzato dal Movimento 5 Stelle, con la presenza dei deputati Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella: c’erano anche i rappresentanti sindacali ma non quelli della Nestlè, che hanno preferito “disertare”… All’incontro ero stata invitata anche io ma la nascita di una nipotina “impaziente” mi ha impedito di essere presente. Finalmente qualcuno in Parlamento e nelle istituzioni si sta occupando della vicenda della Perugina e sta cercando di sensibilizzare i cittadini sulle sorti dell’azienda che dovrebbe stare a cuore a tutti! Al dibattito c’è stata anche la testimonianza di un lavoratore dell’indotto licenziato insieme ad altre 5 persone nel silenzio più assoluto e con il beneplacito della CGIL… Altro che tutela dei posti di lavoro! Da più di un anno, ormai, il Movimento per Perugia denuncia lo stato di abbandono e di smobilitazione dell’azienda. Dove sono i nostri politici, di destra e di sinistra? Si sveglino, facciano interpellanze, interrogazioni e ogni azione possibile per difendere il futuro della Perugina, patrimonio dell’Umbria e del Made in Italy. Le sorti della Perugina devono unirci, non dividerci…

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia 

martedì 17 novembre 2015

Gesenu, chi parla della tutela degli umbri?


La bufera giudiziaria che sta  travolgendo la GESENU da giorni occupa le prime pagine e i primi titoli dei mass media locali. Si è parlato tanto di possibili nuove interdittive antimafia, di commissariamento, di appalti a rischio e delle dimissioni dell’Amministratore Delegato Silvio Gentile. C’è però un altro aspetto di cui si parla poco ma che riguarda in prima persona tutti noi umbri: il danno ambientale! Eppure le relazioni dei periti della Procura sulle discariche di Borgo Giglione e Pietramelina non lasciano presagire nulla di buono… Nel sito di Pietramelina, infatti, sono state ritrovate enormi quantità di percolato liquido contenente «un elevato tenore di inquinanti organici e inorganici molto pericolosi»; la Procura ha ipotizzato che questo percolato non sia stato trattato e smaltito per risparmiare soldi!  Come si può risparmiare sulla salute del territorio e sulla pelle dei cittadini? Il percolato è stato ritrovato anche all’esterno della discarica, tanto da aver compromesso il terreno boschivo adiacente con il conseguente disseccamento della vegetazione!      La relazione dei periti parla chiaramente di «contaminazione significativa» del suolo e sottosuolo, della flora e delle acque sotterranee, nonché di «possibile alterazione irreversibile del sito». Dove sono stati gli enti che dovevano controllare per tutto questo tempo? Sono anni che i cittadini denunciano le contaminazioni provocate dalla discarica sul bosco adiacente e sul torrente Mussino che scorre a pochi metri di distanza! Persino una nota del Corpo Forestale dello Stato del 2013 accertava la presenza di «circa 1800 metri cubi di rifiuti organici umidi in fase di biodegradazione, accatastati in aree non autorizzate, a cielo aperto, non impermeabilizzate e prive di presidi di canalizzazione e raccolta del percolato», percolato che poi affluiva nelle acque del Mussino… Perché le denunce, le manifestazioni e le raccolte firme dei cittadini sono rimaste inascoltate? Dove erano gli allora amministratori comunali di Perugia e Umbertide? Qualcuno pagherà per questi disastri? Se ci sarà un processo, le nostre istituzioni si costituiranno parte civile a tutela degli umbri e del territorio? E soprattutto, ci sono rischi per la salute dei cittadini? A questa domanda non si può non rispondere!!! I nostri politici, oggi, non possono far finta di “cadere dal pero”, come se la gestione dei rifiuti non sia di loro competenza… Purtroppo le indagini sulla Gesenu stanno dimostrando una volta per tutte che l’immagine da cartolina dell’Umbria “isola verde, pulita e felice”, tanto cara alla sinistra, è soltanto pura retorica per coprire politiche miopi e scellerate adottate in questi anni!

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

Ferrovia Centrale Umbra, nessun rilancio…


Ritorniamo a parlare della Ferrovia Centrale Umbra. In questi mesi i nostri politici si sono riempiti la bocca di parole come “rilancio della FCU” ed “FCU strategica” ma la nostra ferrovia è ancora abbandonata a se stessa: la manutenzione della linea è una chimera, la tratta Città di Castello-Umbertide è chiusa (chissà se riaprirà mai…) e il rischio concreto è che presto ci saranno altre chiusure e altri disagi per gli umbri. Persino i lavori per il tanto sbandierato raddoppio della linea Ponte San Giovanni-Sant’Anna, nonostante i 30 milioni già stanziati, sono al palo da anni: oggi si parla di “raddoppio selettivo” da circa 20 milioni di euro, ma questo progetto non era negli accordi di programma! Nonostante il bando di gara per il raddoppio selettivo sia scaduto lo scorso 27 febbraio, le buste non sono ancora state aperte: perché il bando è fermo e le buste sono chiuse? Dove sono finiti i soldi? Forse qualche istituzione ha bloccato tutto? La Marini continua a parlare di “sviluppo della FCU” ma se non si riescono a trovare 7 milioni per ripristinare la tratta Città di Castello-Umbertide di 21 km circa, come si può pensare di risistemare l’intera linea FCU lunga 140 km? Per la manutenzione di tutta la linea ferrata occorrerebbero altri 40 milioni di euro! Adesso la Marini ha annunciato alla prima commissione regionale che c’è un’interlocuzione in atto con Trenitalia per far intervenire il pubblico nella manutenzione della linea FCU: si tratta dell’ultima speranza per salvare la Ferrovia Centrale Umbra! Questa è la conferma che la Regione per la FCU non ha risorse: perché allora si continua a parlare di rilancio? Perché si prendono in giro i cittadini? Perché la sinistra non ha chiesto finanziamenti per la linea ferroviaria quando occorrevano? Persino le sottostazioni elettriche da Ponte San Giovanni a Terni non sono in funzione perché non ci sono i treni elettrici: dei 4 treni elettrici “Minuetto”, due non sono in funzione perché mancano i pezzi di ricambio. Eppure questi treni ci sono costati 18 milioni di euro: non ci troviamo davanti a un danno erariale…? Il Piano Regionale dei Trasporti, approvato nel 2003 dalla sinistra e ancora oggi in vigore, metteva il trasporto sul ferro come priorità e prevedeva che il trasporto su gomma fungesse da “adduzione” alla linea ferrate: la realtà ha smentito le parole della sinistra! Quando sarà approvato il nuovo Piano, verrà “applicato” come quello in vigore…? La realtà, purtroppo, è che la nostra ferrovia è stata sminuita da questa sinistra e chi comanda in Umbria si ricorda della FCU solo in campagna elettorale o, al massimo, per “Eurochocolate”!
Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

mercoledì 11 novembre 2015

Video del convegno "Salviamo i Bambini"


TERNI: LA COOP SEI TU!



A Terni, la nuova Coop di Gabelletta apre i battenti. Special guest dell’inaugurazione la governatrice  Catiuscia Marini, già Dirigente Lega Coop in aspettativa, che guarda caso non è voluta mancare all’inaugurazione dell’ennesimo centro commerciale targato Coop. 
Lei, che tanto parlava di “Manutenzione e ripristino di cose esistenti“, che dichiarava di “Non essere un’asfaltatrice, amica del cemento“, ha dato il suo benestare all’ennesima gettata di cemento a Gabelletta, quartiere già martoriato da anni di brutale cementizzazione.
A fare gli onori di casa “Lo Zar“ Giorgio Raggi, ex  Sindaco di Foligno, Presidente di Coop Centro Italia, nonché abile investitore legato sia al Monte dei Paschi che alla Popolare di Spoleto.
A districare i due ospiti in mezzo al traffico cittadino il Sindaco Leopoldo di Girolamo, autista provetto de “Lu Carrozzone“, “noto sistema di potere“ che ha ridotto così la nostra città... I signori de “Lu carrozzone“ un tour cittadino avrebbero anche potuto farlo! Avrebbero visto un centro storico che arranca, le saracinesche dei negozi abbassate, il degrado che regna sovrano e le infrastrutture che cadono a pezzi! Inevitabile risultato di una politica scellerata,  basata su favoritismi, contentini e…“tessere elettorali“. Per non parlare dei varchi Ztl , dei parcheggi (mera utopia) e di assenza totale di mezzi pubblici da e verso le periferie. 
Ma cosa importa? Tanto c’è la nuova Coop di Gabelletta! Lo spreco al posto della valorizzazione, gli appalti poco chiari al posto della trasparenza, il conflitto di interessi nel totale e sfrontato menefreghismo… Perché la Coop sei tu!

Simone Ascani

Corrispondente Terni Movimento per Perugia

giovedì 29 ottobre 2015


SALVIAMO I BAMBINI


Il superiore interesse del fanciullo è crescere con mamma e papà


Martedì 27 ottobre, nella sala convegni dell’Hotel Giò di Perugia, si è tenuto un affollato dibattito sul tema “Salviamo i Bambini” e sulle azioni che cittadini e associazioni in difesa della famiglia naturale devono attivare per contrastare la diffusione delle teorie gender. Moderato da Carla Spagnoli, Presidente del Movimento per Perugia, il convegno ha visto gli interventi della Dottoressa Marinella Colombo, responsabile delle politiche familiari e sociali del “Movimento Conservatori Social Riformatori”, della Dottoressa Maria Rachele Ruiu, referente nazionale de “La Manif Pour Tous Italia” e dell’Avvocato Simone Pillon, consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari. Nella prima parte il dibattito ha affrontato le problematiche legate ai diritti dei bambini figli di genitori di diversa nazionalità, vittime di leggi che non tengono conto della doppia genitorialità presente in famiglia. Una toccante testimonianza in tal senso è stata quella di Marinella Colombo che ha presentato il suo ultimo libro “La tutela oltre la frontiera”, dove racconta la sua drammatica esperienza di madre privata dei figli avuti dal marito tedesco. Nel suo intervento la Dottoressa Colombo ha dettagliatamente denunciato le leggi in materia di bambini presenti in Germania, uno Stato che si rifà ancora a concetti di superiorità razziale tedesca e che attribuisce un significato diverso al concetto di “tutela del minore” a seconda della nazionalità dei genitori. Il successivo intervento è stato quello della Dottoressa Maria Rachele Ruiu che, dopo aver presentato “La Manif Pour Tous”, associazione internazionale in difesa della famiglia tradizionale, ha descritto scientificamente le diversità genetiche che fin dalla nascita caratterizzano i due sessi, maschio e femmina, sottolineando il complementare ruolo educativo che i due genitori ricoprono nell’evoluzione del bambino. Dopo un breve intervento di Carla Spagnoli, che ha salutato il numeroso pubblico presente e i consiglieri regionali Marco Squarta, Valerio Mancini e Sergio De Vincenzi, presenti al convegno, ha preso la parola l’Avvocato Pillon per il suo attesissimo intervento. Pillon ha illustrato con esempi pratici e citazioni di studiosi italiani e stranieri l’importanza che la famiglia tradizionale ricopre, contestando ogni formazione educativa proposta dall’ideologia gender. L’Avvocato Pillon ha poi criticato i discutibili messaggi che recentemente hanno introdotto opinabili argomentazioni sull’educazione sessuale in ambito omosex e sulla “pseudo modernità” della famiglia monoparentale, anche nelle scuole umbre. Al termine degli interventi programmati, si è aperto un interessante dibattito con grande partecipazione dei presenti.


martedì 22 settembre 2015


La Perugina non è solo il Bacio!


Il consigliere regionale Claudio Ricci è intervenuto sulla Perugina dicendo che “bisogna investire molto sul Bacio Perugina, in quanto rappresenta la Ferrari della filiera di tutti i prodotti”. Forse il consigliere dovrebbe informarsi meglio: il problema non sono gli investimenti per il Bacio ma il completo abbandono degli altri reparti Perugina da parte di Nestlè! Chi più di me è a favore del rilancio del Bacio, creatura della mia bisnonna Luisa? L’accusa che però facciamo a Nestlè è quella di voler tirare i remi in barca e di ridurre la Perugina al solo reparto “Baci”, senza investire sugli altri prodotti storici o sul lancio di nuove produzioni! Perché la Perugina non è solo il Bacio, è un mondo caratterizzato da tanti prodotti che si presentava sul mercato anche con cioccolatini, tavolette, uova cacao, dragèes, caramelle e panettoni… Che la Perugina non sia solo il Bacio lo ha giustamente ricordato anche la Presidente Marini nella sua comunicazione al Consiglio Regionale di martedì in cui eravamo presenti. La Marini ha onestamente detto cose giuste e ha dimostrato di essere informata sullo stato d’abbandono dell’azienda. Invitiamo il consigliere Ricci a informarsi di più sulla Perugina e sulla vita di Perugia, non solo su Assisi: ci vogliono meno slogan e meno superficialità! Invitiamo inoltre i consiglieri di centrodestra a vigilare e a non lasciare la questione Perugina in mano a PD e 5 Stelle. La Perugina non può appartenere solo a una parte politica, perché è una storia di tutti, un vanto di tutta l’Umbria e di tutto il Made in Italy!

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

mercoledì 16 settembre 2015

La Regione Umbria assume nuovi dirigenti…!


Il 24 e 25 settembre a Foligno inizieranno le preselezioni per l’assunzione di due nuovi funzionari a tempo pieno e indeterminato; assunzione decisa dal precedente Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale all’unanimità con la delibera “balneare” n. 486 del 16 luglio 2014. Si tratta di due profili- Istruttore direttivo amministrativo e Istruttore amministrativo contabile- di tipo generico e non specifico, che andranno ad aggravare ulteriormente la spesa della Regione per il personale! A che servono queste nuove assunzioni?
Con il ridimensionamento delle province, entro l’anno la Regione assorbirà circa 170 dipendenti provinciali: perché i due profili non vengono scelti tra questi dipendenti, invece di fare nuovi concorsi? L’attuale Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha deciso addirittura di esagerare, prendendo atto che “alla data odierna risultano vacanti n. 3 posti di dirigente”: ancora nuovi dirigenti? Con una semplice modifica del Piano Occupazionale del Consiglio regionale - modificato peraltro recentemente… - il Consiglio stesso potrebbe finalmente eliminare i posti vacanti in posizione dirigenziale! Già ce ne sono molti di dirigenti in esubero, come annunciato dall'Assessore Bartolini, e inoltre ci sono quelli in esubero delle due Province. Non si comprende perché il Consiglio si ostini a mantenere in vita posizioni dirigenziali vacanti a meno di voler pensar proprio male.
Perché la Regione non fa una ristrutturazione delle partecipate e assegna incarichi nell'ambito della Regione stessa al personale in esubero di queste società ed enti? Se si operasse in questo modo non vi sarebbe alcun aumento di spesa pubblica!

Sul versante della Giunta regionale, chiariamo la convinzione che le nuove assunzioni sono finanziate dall’UE: l'Unione Europea finanzia solo le assunzioni decise dalla Giunta (non certo quelle del Consiglio), e solo per una piccola percentuale; il resto è a carico della Regione Umbria che ha già nel suo complesso oltre 1000 dipendenti! Qual è la logica di ulteriori assunzioni? Non sarà solo interesse politico? Cosa dicono in proposito i consiglieri regionali di minoranza in Regione? Qual è la loro posizione? Ci aspettiamo un loro intervento.

Carla Spagnoli

Presidente onorario Movimento per Perugia

sabato 5 settembre 2015

Smentiamo la Nestlè!




 Dopo tanto silenzio sulla Perugina la Nestlè ha diffuso una nota ufficiale in cui definisce infondate e senza riscontro le notizie sui 300 esuberi e sul crollo dei volumi produttivi. Siamo sconcertati di fronte a una multinazionale che risponde in maniera così goffa e contraddittoria, i lavoratori non hanno preso un abbaglio, in Perugina c’è aria di crisi e smobilitazione da tempo e la notizia dei 200/300 esuberi è cosa nota… Ma se così non fosse, perché la Nestlè non illustra il Piano Industriale per la Perugina? Speriamo che questo Piano non si riduca al lancio dell’ennesimo “Bacio”! Purtroppo il “siparietto” di Perugia è la traduzione di ciò che Nestlè ha sempre fatto in Italia, ponendo la parola fine a storie industriali italiane, tagliando posti di lavoro e attingendo massicciamente agli ammortizzatori sociali dello Stato italiano. Stavolta però è chiaro che Perugia non ci sta! Non ci sta a veder ridurre la Fabbrica storica della città al solo reparto Baci, che tra l’altro è il più meccanizzato e quello con il minor fabbisogno di forza lavoro. Quando nel 1988 Nestlè acquisì la Perugina da De Benedetti, non acquistò un mondo “monobrand”: il Bacio è un “di cui” di una storia costellata di prodotti. Qui parliamo di posti di lavoro, dell’articolo primo della Costituzione italiana, non siamo su “Scherzi a Parte”!!! Si cominci a parlare del management, e se la Perugina non ha il management giusto lo si cambi! Perché nelle altre divisioni c’è il turnover mentre a San Sisto ci sono sempre gli stessi, inefficaci manager da anni? È una scelta consapevole per andare alla deriva? Se così fosse, salviamo questa azienda cercando imprenditori veri! Basta con la storia del mercato difficile, i competitor di Perugina sono aggressivi e vincenti: basti vedere Lindt e la distribuzione dei suoi prodotti nella stessa città di Perugia… La Nestlè nel suo comunicato ha anche citato gli investimenti “sostenuti per garantire la presenza di Perugina a Expo 2015”: io ho visitato lo stand Perugina, uno stand bello esteriormente ma con pochissimi prodotti “Perugina” all’interno, sguarniti e messi alla rinfusa… Di certo non era uno stand all’altezza del marchio! Questa è la dura realtà della Perugina oggi: un’azienda storica, cuore di Perugia e dell’Umbria, abbandonata a un triste destino…

Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per Perugia

domenica 30 agosto 2015

La Nestlè licenzia, la Perugina sta morendo!




La Nestlè è pronta a dare il benservito a 300 lavoratori della Perugina considerati in esubero. La notizia, purtroppo, non ci sorprende perché sono mesi che il Movimento per Perugia denuncia la smobilitazione della Perugina da parte di Nestlè, nel silenzio assoluto di sindacati e istituzioni! Il ricorso ai contratti di solidarietà e ad altri ammortizzatori sociali in questi anni ha portato benefici solo alla Nestlè, non ha di certo aiutato a rilanciare l’azienda e il marchio Perugina: sono anni che Nestlè beneficia degli aiuti dello Stato italiano! La comunicazione dei 300 esuberi è passata senza destare indignazione, con il sindacato che continua a parlare di “opposizione responsabile”: ma cosa ha fatto il sindacato nell’ultimo decennio per la Perugina? Che cosa è stato fatto per ostacolare la crisi? Niente! Ci sembra che i sindacati in questi anni siano stati più attenti a curare la propria immagine che a difendere i posti di lavoro… Nel frattempo un marchio concorrente come Lindt continua a espandersi e ad aumentare i propri utili. Questo dimostra che la crisi della Perugina non è colpa del mercato, come vogliono farci credere, ma è colpa dei manager carrieristi e mediocri che gestiscono l’azienda: è evidente che non esiste una strategia di rilancio da parte di Nestlè! Un marchio come Perugina non può essere gestito in un mondo elefantiaco quale è Nestlè, abituata a prodotti noti, largamente distribuiti ma indifferenziati. Lo testimonia anche tutta la vicenda della Buitoni che la Nestlè ha abbandonato in parte con il disimpegno dal settore delle fette biscottate e della pasta secca. I numeri della Perugina parlano chiaramente di una non volontà o piuttosto di incapacità del management di affrontare il mercato! Le campagne pubblicitarie per i prodotti Perugina  sono inesistenti, a eccezione di quelle per i Baci a San Valentino, e non c’è alcuna programmazione di nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Dopo l’assemblea sindacale di lunedì scorso rimane il nulla, le uniche azioni dell’azienda sono limitate al “remake” del piazzale, che ha già visto un centinaio di posti auto in meno: forse è questo il piano industriale di Nestlè? Durante l’assemblea  è stato raccontato persino che allo stand Baci di Expo, in cui sono stati immortalati dal Sindaco alla Presidente della Regione in visita, mancavano proprio i Baci sfusi! C’erano però scatole di Baci ad alto prezzo, a conferma di quel mercato che sta tramontando…  Con il taglio di 300 lavoratori “in esubero” lo stabilimento di San Sisto verrà ridotto a poco più del reparto Baci: come si può considerare “di troppo” un terzo di tutto il personale dell’azienda? Quale sarà la prossima mossa di Nestlè? La vendita? I cinesi sono già in agguato e stanno cercando contatti tra gli artigiani del cioccolato legati in qualche modo alla Perugina… Forse il taglio dei posti di lavoro è una condizione posta in qualche accordo  per la cessione? Si dice che forse non si vende, che lo stabilimento di San Sisto serva a mantenere i tanti, troppi personaggi aziendali che lavorano nominalmente a dei progetti che sono in realtà tante funzioni inutili che pesano sul bilancio della Divisione: sembra la trasposizione della politica! Sembra che il “taglio” riguardi solo lo stabilimento di San Sisto e non la divisione allocata a Milano, principale responsabile di questa situazione fallimentare! Si dice infatti che questa crisi sia dovuta a un mercato cambiato, in cui la tradizione di acquistare il cioccolato per regalare sia decaduta: ma il marketing non dovrebbe servire a ingenerare nuove esigenze di consumo? Il marketing non dovrebbe cogliere le nuove tendenze del mercato, interpretarle e rispondere? Il marketing in Perugina esiste ancora o no? E se ci riuscirono oltre 100 anni fa due signori della provincia a creare un cioccolato di lusso in un’Italia povera, quando ancora la parola marketing non esisteva, dovrebbe essere ancora più scontato per una multinazionale numero uno nell’alimentare, o no? Ora i nostri deputati a Roma si sveglino! Intervengano, facciano interpellanze per sapere cosa sta succedendo alla Perugina, si impegnino affinché venga salvata un’azienda storica, cuore di Perugia e dell’Umbria, fiore all’occhiello del Made in Italy!

Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per Perugia

giovedì 23 luglio 2015

In risposta ai vertici Nestlè!


Il vicepresidente di Nestlè in un’intervista ha assicurato che ‹‹I Baci Perugina non si vendono›› e che ‹‹dopo la San Pellegrino vogliamo far crescere anche Buitoni e Perugina››. In tutta l’intervista il vicepresidente ha fatto leva solo sul passato, non una parola è stata spesa su come rilanciare la Perugina o su nuovi prodotti: le novità introdotte ultimamente hanno poco respiro e portano alla proliferazione dei “Baci” in una serie di varianti che non rafforzano il prodotto, anzi lo indeboliscono! Il manager ha evocato anche i miti e i personaggi del grande schermo che si sono prestati a pubblicità per i “Baci”, ma quali pubblicità vengono fatte oggi per i prodotti Perugina? I Baci erano presenti agli albori della pubblicità televisiva, nei primi anni di Carosello, mentre oggi le campagne pubblicitarie, a eccezione di quelle per i “Baci” a San Valentino, sono inesistenti! Inoltre, nel leggere l’intervista, sembra che per Nestlè la Perugina sia solo il “Bacio”... Ma il marchio, e quindi lo stabilimento di San Sisto, si è sempre imposto per un “mondo Perugina”, un mondo caratterizzato da varietà di prodotti, da varie combinazioni e che si presentava sul mercato non solo con i “Baci”, ma anche con cioccolatini, tavolette, dragèes, uova cacao, pasticceria, caramelle e panettoni. Oggi le caramelle sembrano “vecchie” e non danno immagine di allegria. In un mercato invaso da gommose, gelatine e generi dietetici la Perugina è rimasta ancorata al vecchio concetto di caramelle dure! Anche la linea dei pasticcini appare superata e rituale, senza avere confezioni pratiche o monotipo che potrebbero incuriosire il consumatore. Lo stabilimento Perugina dispone di tre tecnologie: cioccolato, forno e zuccheri. Oggi non c’è nessun prodotto innovativo che abbini queste tecnologie, ci sono solo prodotti di massa, semplici e senza distintività! Sembra appartenere a un’altra storia la Perugina del “Trèbon” quando negli anni ’60 abbinavamo in un prodotto wafer, interno caramello ricoperto di cioccolato… Ferrero invece sui prodotti innovativi ha fatto scuola: basti pensare a quanti prodotti nascono dal banale abbinamento di nutella, wafer e nocciole. La Nestlè sta sminuendo la “Perugina” come ha già fatto con altri marchi storici: la Buitoni è stata divisa, con il disimpegno dai settori delle fette biscottate e della pasta secca, mentre la Motta ha ceduto alla Bauli i panettoni, che erano il cuore e il prodotto caratteristico del marchio! Di altre aziende come Berni, Locatelli, Vismara, eccetera neanche si sente più parlare… Nell’intervista il vicepresidente ha citato anche Ferrero, diventato competitor di Nestlè non solo nei prodotti ma anche nelle acquisizioni. È noto infatti che nei periodi di crisi le grandi aziende si rafforzano con le acquisizioni, magari anche per cambiare le strategie produttive. In questo senso Ferrero sta affinando le sue strategie in tema di fonti di approvvigionamento, a partire dalle nocciole. Cosa sta facendo Nestlè, che è il primo gruppo alimentare mondiale? La Perugina ha come prodotto di punta il “Bacio”, che contiene nocciole. Come sta procedendo la multinazionale svizzera, visti l’aumento del prezzo delle nocciole e il monopolio di Ferrero? Come risolveranno il problema delle nocciole, magari per il prossimo, ennesimo, “Bacio”? Ferrero sta anche investendo sull’assunzione di giovani laureati e nuovo personale, mentre alla Perugina ancora non richiamano gli stagionali che lavorano in azienda da 10 anni! Per questo la citazione dell’intoccabilità dei soli “Baci” non rassicura: sembra quasi che si voglia ridurre lo stabilimento a un solo reparto! L’impressione è che Nestlè stia “tirando i remi in barca” nascondendosi dietro il cioccolatino-mito senza creare il presente!  L’ultima “perla” riguarda la presenza di una scuola di cioccolato a Expo, gestita dall’Università dei Sapori: perché la scuola dell’Università dei Sapori e non la scuola di cioccolato della Perugina, tanto più che Lindt ha il maitre chocolatier nel suo stand? Il vicepresidente di Nestlè termina la sua intervista vantando “una maggior attenzione alla nutrizione, alla salute e al benessere” e parlando di cibo come “soluzione, non problema”.  Si tratta, a parole, di una bella consapevolezza etica alla quale però dovrebbe associarsi la riflessione circa il ruolo di Nestlè nei territori in cui va ad investire… Investire, non strizzare come un limone!
Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

giovedì 9 luglio 2015

Il centenario della FCU: c’è poco da festeggiare!


La Ferrovia Centrale Umbra si appresta a compiere 100 anni... C’è ben poco da festeggiare! La FCU oggi vive in uno stato di agonia e abbandono e con la nascita di Umbria Mobilità è stata completamente dimenticata! Da quando è passata alla Regione non c’è più stata nessuna programmazione e nessun progetto di rilancio della rete ferroviaria… Basti pensare a come vengono gestiti i treni “Minuetto” elettrici, costati circa 18 milioni di euro: dei 4 treni, solo uno è funzionante, gli altri tre stanno fermi perché mancano i pezzi di ricambio! I “Minuetto” fermi e non sfruttati non costituiscono un danno erariale? Vorremmo sapere: questi treni elettrici sono passati a Busitalia o sono ancora in capo alla Regione Umbria? Inoltre, quando e se inizieranno i lavori per il raddoppio della linea Ponte San Giovanni-Sant’Anna, ci saranno nuove interruzioni del servizio, con grandi disagi per i passeggeri! In questi anni, tra raddoppio e altri interventi, sono stati spesi inutilmente milioni di euro, eppure la nostra centenaria ferrovia, invece di migliorare, sta morendo… Questi interventi tardivi non sono sufficienti, quello che serve urgentemente è la manutenzione completa di tutta la linea ferroviaria da Terni a San Sepolcro: ci vuole la messa della breccia sui binari, la risistemazione delle massicciate e il riallineamento dei binari, lavori che non vengono fatti da anni! Per il rilancio di tutta la linea occorrono i fondi e una seria programmazione che da tempo non c’è. Il personale di bordo si prodiga oltre ogni limite per garantire agli utenti un servizio degno, ma senza un’adeguata manutenzione la Ferrovia Centrale Umbra non si riprenderà! E pensare che la FCU per lungo tempo è stata il fiore all’occhiello dell’Umbria e fino a quando era sotto il controllo dello Stato non aveva problemi, con l’arrivo di Umbria Mobilità il disinteresse verso i treni e la linea ferrata è stato totale! Anche la sinistra e la Marini si sono mostrati disinteressati ai problemi della ferrovia: il Piano Regionale dei Trasporti, approvato nel 2003 e tuttora in vigore, sulla carta metteva come prioritario il trasporto su ferro, ma nella pratica non è mai stato attuato. Quanto agli esponenti del Pd di Città di Castello che lamentano disservizi della FCU, dove sono stati fino adesso? Il PD non fa parte della maggioranza a Città di Castello, oltre che in Regione? Noi del Movimento per Perugia denunciamo queste cose da mesi! Alla Marini e ai vertici di Umbria Mobilità noi chiediamo: quali sono le intenzioni per il futuro della Ferrovia Centrale Umbra? La ferrovia verrà rilanciata o abbandonata a se stessa come fatto fino ad ora?

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

martedì 30 giugno 2015

Stanno svendendo la Perugina: forse arrivano i cinesi?


 Che succede alla Perugina? Sullo storico marchio è calato nuovamente il silenzio, se si esclude un intervento tardivo e sporadico del sindacato che sembra non accorgersi della situazione sconcertante dell’azienda. Eppure nulla è cambiato, anzi sono sempre più evidenti le “prove tecniche di smobilitazione” da parte della Nestlè! I sindacati avevano convinto i lavoratori ad accettare i contratti di solidarietà per consentire all’azienda di riorganizzarsi… Ma di questa riorganizzazione non c’è traccia, semmai possiamo parlare di ridimensionamento della Perugina voluto dalla Nestlè. A pagare questa situazione sono soprattutto i lavoratori stagionali, costretti a subire la riduzione del tempo di lavoro (ci risulta che alcuni stagionali sono costretti a lavorare per due sole settimane!) e dell’indennità di disoccupazione. Gli stagionali sono già stati convocati in una riunione in cui è stata prospettata l'ulteriore riduzione della durata del contratto! Si dice anche che l'Azienda stia assottigliando il presidio medico interno: il tradizionale medico aziendale è stato eliminato e il servizio sarà svolto da una società esterna, ma non si sa bene quale sarà questo servizio. E che dire del crollo dei volumi produttivi che quest’anno, per la prima volta nella storia della Perugina, scenderanno sotto le 25.000 tonnellate? Si parla addirittura di circa 23.000 tonnellate! Il timore, tra i dipendenti, è che tra un anno la Nestlè possa dare il benservito a centinaia di lavoratori considerati in esubero! Ci chiediamo: dove sono i sindacati? Perché non intervengono? Perché nessuno parla? Dove sono i politici e le istituzioni? L’azienda ha addirittura deciso di dismettere quest’anno la produzione delle storiche caramelle “Cinzia” che non verranno più prodotte, come già è avvenuto per il torrone “Nigro”, parliamo di due prodotti che da sempre hanno contraddistinto il marchio Perugina! La Nestlè sembra che stia volutamente impoverendo la Perugina e di sicuro l’azienda non sta lavorando a nuovi prodotti da lanciare sul mercato e da pubblicizzare… Le uniche novità proposte negli ultimi anni sono state le varianti del “Bacio”, come il “Bacio al latte”, che non ha incrementato i consumi ma ha solo compensato il calo del “Bacio Bianco”! Queste “non” politiche produttive e comunicative della multinazionale svizzera hanno avuto solo l’effetto di disorientare il consumatore. Eppure basterebbe veramente poco per rilanciare la Perugina e tutti i suoi prodotti! Le rare volte in cui la Nestlè ha attuato sagge politiche pubblicitarie, gli effetti sul mercato sono stati evidenti: è bastata una scena dell’ultimo film di Paolo Sorrentino in cui compare la caramella “Rossana” per far riscoprire in Italia e nel mondo la famosissima caramella della Perugina. Un giapponese a Perugia, dopo aver visto il film, ne ha comprate addirittura 36 chili! L’immobilismo della Nestlè sta portando la Perugina a subire passivamente gli attacchi di marchi concorrenti come “Lindt” persino nel territorio umbro. Clienti come bar e pasticcerie vedono sempre più forte l’azione della concorrenza e molti rappresentanti sono passati dalla Perugina ai marchi concorrenti, portando con sé la loro clientela! Anche sullo stand “Perugina” all’Expo di Milano c’è da ridire: chi l’ha visto parla di un negozio modesto, in cui lo stile Perugina viene sminuito e mischiato con lo stile di altri marchi, a differenza del negozio “Lindt” caratterizzato dall’eleganza e dalla presenza del maitre-chocolatier. La Perugina ha fatto in passato la sua fortuna e la sua storia legandosi strettamente a Perugia e scegliendo manager del territorio: da tempo non è più così! A gestire la Perugina ci sono manager stranieri carrieristi e mediocri che non portano esperienze innovative dentro l’azienda, che così si impoverisce anche di idee! Oggi allo stabilimento Perugina di San Sisto, in un periodo di crisi, tagli e costi contenuti, hanno pensato fosse di primaria importanza creare un nuovo parcheggio sradicando piante e alberi. Ci chiediamo: perché? Si aspettano qualche “visita” importante? Si dice che i cinesi vogliano mettere le mani su molti marchi storici dell’agroalimentare italiano: forse la Perugina rientra tra queste aziende…?

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

venerdì 19 giugno 2015

La sinistra finanzia il “Perugia Pride Village” con soldi pubblici!


Ci risiamo! Anche quest’anno l’Omphalos Arcigay celebrerà il “Perugia Pride Village” nei giardini del Frontone… Ancora una volta la lobby gay è riuscita ad ottenere il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Perugia! Per l’evento, infatti, il Comune ha dato il patrocinio morale, cioè senza fondi, mentre la Regione di Catiuscia Marini ha già stanziato circa 4.000 euro, che si sommano ai 3.500 euro concessi l’anno scorso all’Omphalos per organizzare il “2nd Omphalos Tournment” e il “Perugia Pride Village 2014” e ai 2.500 euro dati nel 2013 per l’organizzazione di un “Torneo di Pallavolo LGBT” e del “1st Omphalos Tournment Volley”. Solo dal 2013 a oggi la sinistra in Regione ha dato all’Omphalos qualcosa come 10.000 euro! Notiamo con disappunto che i nostri politici continuano a fare a gara nel dare sostegno e garanzie alle lobby gay, che rappresentano una minima parte della popolazione, a discapito delle famiglie! Perché questi soldi della Regione non vengono destinati ai fondi per le famiglie, drasticamente ridotti e tagliati? I nostri politici sono sempre pronti a parlare di diritti per i gay, ma perché non si parla mai di famiglia naturale? La famiglia naturale è quella composta da un uomo, una donna e dai figli, non ce ne sono altre in natura! La famiglia tradizionale ogni giorno è sottoposta a continui attacchi ideologici da parte di queste lobby gay con le loro “teorie” del gender e nessuno dei nostri politici spende una sola parola per difenderla. Le lobby gay in questi anni si sono distinte per gli attacchi e i “linciaggi” sui media e su internet contro chi non la pensa come loro: basti ricordare la campagna di boicottaggio fatta l’anno scorso contro un noto ristorante di Perugia “colpevole” solo di non aver voluto affiggere sulla propria vetrina la locandina del “Perugia Pride Village”! Perché la Marini e Romizi non fanno approvare una mozione a sostegno della famiglia naturale come hanno fatto, tra gli altri, il Comune di Assisi e la Regione Lombardia? Perché si continua a dare il patrocinio agli eventi dell’Omphalos? Regione e Comune, ad esempio, non hanno mai dato il loro supporto e patrocinio alle “Sentinelle in Piedi”, che vengono spesso attaccati verbalmente e persino fisicamente durante le loro pacifiche e civili manifestazioni a difesa della famiglia tradizionale… Perché? Quanto potere hanno queste lobby gay? E quanti finanziamenti pubblici ricevono? Ci risulta peraltro che per la sede perugina l’Arcigay paga un affitto complessivo di 3.285 euro l’anno al Comune che però, con l’atto di giunta N. 196 del 14 giugno 2013, ha stanziato per loro 1.000 euro come contributo in quanto associazione… L’ex sindaco Boccali, d’altronde, è stato tra i fondatori dell’Omphalos Arcigay di Perugia ed è stata la sua giunta a permettere nel 2013 l’organizzazione del primo “Perugia Pride Village”, ovviamente patrocinato dal Comune…. Oggi si pensa solo a proteggere la potente minoranza gay e nessuno parla più di come tutelare le nostre famiglie….

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

lunedì 8 giugno 2015

Centrodestra, la vecchia guardia "raglia"



A pochi giorni dalle Regionali sembra che tra i consiglieri uscenti di centrodestra sia iniziata la “caccia a Romizi”, accusato persino di una “trama” per far perdere le elezioni. Che questa accusa venga fatta da chi ha sempre fatto una finta opposizione alla sinistra francamente ci fa ridere! Tutti quelli che adesso gridano sono gli stessi che da anni siedono sugli scranni del Comune e della Regione: che cosa hanno fatto per il territorio? Perché la vecchia guardia getta la croce addosso a Romizi, quando è stata lei a distruggere il centrodestra? Non è certo colpa del sindaco se Forza Italia ha perso voti ovunque, non riuscendo a eleggere nemmeno un consigliere regionale del territorio perugino! Con questi attacchi al sindaco la vecchia guardia si dimostra ferita per aver perso quei privilegi che ha avuto fino adesso! Noi abbiamo condiviso le critiche del Senatore della Lega Candiani a Romizi, che sono uno stimolo a cambiare passo per il bene di Perugia, ma di certo non prestiamo il fianco a rese di conti di partito e ad attacchi al sindaco! Noi non attacchiamo Romizi, lo esortiamo soltanto a essere più decisionista e a non voltarsi indietro nelle scelte per la nostra città. Caro sindaco, vada avanti con quei giovani che lei ha sempre appoggiato, che noi abbiamo appoggiato…

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

giovedì 4 giugno 2015

Sicurezza a Perugia… Poca!


Il senatore Stefano Candiani, Commissario della Lega Nord in Umbria, ha criticato il sindaco Romizi e la sua amministrazione “radical-chic” perché a Perugia “non stanno cambiando nulla sul fronte della legalità” e ha invitato il sindaco a cambiare passo. Concordiamo in pieno: a un anno dalla vittoria di Romizi, la sicurezza a Perugia continua a essere insicurezza, nonostante l’instancabile impegno delle Forze dell’Ordine alle quali va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza sempre. Non è un caso che, in queste ultime Regionali, a Perugia e in Umbria il partito più votato di tutto centrodestra è stato la Lega Nord, l’unico che ha messo al centro la legalità e la sicurezza! Perugia deve essere ancora rifondata e il sindaco Romizi deve essere più decisionista! È compito del sindaco, delegato alla sicurezza, chiedere con forza al Premier Renzi e al Ministro dell’Interno Alfano più poliziotti e carabinieri a Perugia, è il sindaco che deve garantire alle Forze dell’Ordine la collaborazione concreta dei Vigili Urbani sulla sicurezza. I Vigili Urbani non servono solo a fare le multe, devono anche vigilare sull’ordine pubblico e andare sulle strade, perché serva anche questo come deterrente contro delinquenti comuni e criminali, giorno e notte… Il sindaco utilizzi i Vigili per un sistematico controllo dei documenti di “individui sospetti” e dei contratti d’affitto, per verificare se ci sono delle irregolarità e collaborare così con le Forze dell’Ordine. Caro sindaco, abbiamo aspettato un anno, oggi ci aspettiamo di più da lei… Anche gli assessori della giunta, così distanti dai problemi della città, passino meno tempo nei palazzi del Comune e nei loro e molto più tempo nel territorio, a contatto con i cittadini: cari assessori, dovete rendervi conto della “percezione” d’insicurezza che hanno i perugini! Basti pensare che circa un mese fa un italiano ha inseguito un tunisino che aveva rubato il portafoglio a una signora dalla macchina a Fontivegge ed è riuscito a farlo arrestare fornendo una dettagliata descrizione del balordo al 113. Il nostro concittadino si è comportato in maniera lodevole e a lui va il plauso di tutti noi, ma non è possibile che i cittadini debbano essere costretti a difendersi da soli: sono le istituzioni che devono collaborare con le Forze dell’Ordine! Caro sindaco Romizi, ha ragione il senatore Candiani: ci vuole più impegno, Perugia deve cambiare passo…

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia