Movimento per Perugia

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martedì 15 novembre 2016

Perugina Nestlè: “va tutto bene, madama la marchesa”!




La Perugina di oggi viene descritta da tutti, sindacati in testa, come un “mondo dei sogni”. Ci hanno parlato di 60 milioni d’investimenti in tre anni, di maxicommesse di tavolette per rilanciare la produzione e il lavoro, di cialde per gelati da produrre alla Perugina, di impegni rispettati e di stagionali richiamati allo stabilimento di San Sisto… Ma davvero va tutto così bene? Nessuno, dopo il Piano Industriale del marzo scorso, ha speso una sola parola per i 200/300 lavoratori impiegati nei reparti zuccheri e biscotti, reparti oggi smantellati. Che ne è stato o che ne sarà di questi lavoratori? Ci risulta che il Gruppo Tedesco SRL, che nei mesi scorsi ha rilevato da Nestlè il marchio “Ore Liete”, non abbia assunto nemmeno un operaio della Perugina impiegato nella produzione dei biscotti… Ci risulta, inoltre, che siano stati ben pochi (per non dire nessuno) i dipendenti che hanno accettato le uscite volontarie anticipate proposte con il consenso dei sindacati, un modo “carino” e fuorviante di chiamare gli esuberi e giustificare così il calo occupazionale! Già lo scorso marzo, in un nostro articolo, avevamo posto il problema del futuro di questi 200/300 lavoratori, ma nessuno dei sindacalisti “nostrani” si è mai degnato di rispondere! Ci risulta anche che con la dismissione dei reparti zuccheri e biscotti tante professionalità qualificate siano state impiegate e “riciclate” con lavori di manovalanza nei restanti reparti: così, all’incomprensibile operazione dismissione, si aggiunge la mortificazione di tante professionalità che da sempre hanno costituito il valore più intimo di Perugina, la sua scuola! Per non parlare, poi, della storia dei 50 stagionali richiamati allo stabilimento di San Sisto, diffusa in pompa magna per dimostrare che alla Perugina c’è lavoro: in realtà è stata solo anticipata la produzione delle Uova di Pasqua! In questo modo l’azienda è riuscita a ridurre il calendario e a ottimizzare i costi di produzione… E gli altri lavoratori che costituiscono l’esercito storico degli stagionali della Perugina, nella quale sapevano di lavorare almeno tre mesi? Quando saranno richiamati? In quanti? Per quanto tempo e con quale prospettiva? I sindacati continuano a parlare di una Perugina in via di rilancio e di esuberi zero ma questa “farsa” che va avanti da tempo sta per finire, purtroppo a spese dei dipendenti. Il problema è sempre più vicino in tutta la sua gravità! Temiamo infatti che per quei 200/300 lavoratori dei reparti dismessi, dopo la Cassa Integrazione e gli ammortizzatori sociali, ci sarà il nulla! Che ne sarà di questi padri e madri di famiglia? Dopo la Cassa Integrazione, cosa li aspetterà? Noi non accusiamo la Nestlè, una multinazionale che persegue le sue strategie industriali, strategie che vanno oltre le questioni territoriali e la storia delle aziende, noi ACCUSIAMO I SINDACATI, il cui unico interesse è la tutela degli operai… O dovrebbe esserlo! Critichiamo i sindacati che subiscono passivamente tutte le scelte dell’azienda, infischiandosi dei lavoratori, e si atteggiano a manager con le loro dichiarazioni “imbonitrici”! Alla Perugina non va tutto bene… Purtroppo!
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

giovedì 10 novembre 2016

Le casette di legno vuote e l’arroganza della sinistra…


L’inchiesta delle Iene andata in onda domenica scorsa ha acceso i riflettori sulle 766 casette di legno utilizzate nel sisma del 1997 e quasi tutte, oggi, vuote. Queste casette sono ancora in ottime condizioni e oggetto di un’accurata manutenzione interna ed esterna che costa ogni anno circa 170.000 euro… Eppure la Regione Umbria non vuole saperne di metterle a disposizione dei terremotati! La presidente Marini ha affermato che «le casette del ’97 non sono trasferibili e i cittadini vengono assistiti in alberghi adeguati». Già, peccato però che gli alberghi si trovino a più di due ore di distanza da Norcia e che gli stessi sfollati si sentano “fuori dal mondo” e completamente abbandonati dalle Istituzioni! La Regione amministrata dalla Marini ha mai chiesto agli sfollati se erano disposti a trasferirsi nei prefabbricati in legno del 1997? No! Infatti alcuni di questi terremotati non erano nemmeno al corrente che ci fossero casette in legno vuote e a disposizione, molte delle quali distanti solo 20 km! Con quale diritto la Marini può affermare che «i cittadini ricevono un’assistenza maggiore negli alberghi invece che nelle casette»? Perché non va a sentire  l’opinione di tutti i terremotati, invece di “sparire”? Il sindaco di Foligno Mismetti ha addirittura “dato i numeri” dicendo che «smontare questi prefabbricati in legno per rimontarli nelle zone ora terremotate avrebbe un costo superiore all’acquisto di nuovi moduli»: ma cari “compagni” Marini e Mismetti, chi l’ha detto che queste casette debbano essere spostate? I terremotati in gran parte, pur di non dormire in macchina o in tenda, esposti al freddo gelido e alle piogge, sarebbero disposti ad andare in queste casette… Ma evidentemente alla sinistra umbra della volontà dei terremotati non importa nulla! Così si preferisce “scaricare” la gente negli hotel e preparare un appalto nazionale da oltre un miliardo di euro per 18.000 nuove casette, che potranno essere disponibili solo tra sei/sette mesi… Eppure i 766 prefabbricati in legno già esistenti e tenute in condizioni ottimali potrebbero benissimo accogliere quasi la metà dei circa 5000 sfollati, come ha ricordato nell’intervista alle Iene il consigliere regionale 5 Stelle Andrea Liberati. Che senso ha lasciare vuote queste strutture? Ci stupiamo, infine, che a sostenere la tesi delle “casette non spostabili” ci sia anche il consigliere Claudio Ricci, che dovrebbe essere il “portavoce” del centrodestra regionale che sta all’opposizione. Caro Ricci, compito di un consigliere di opposizione dovrebbe essere quello di vigilare, approfondire le inchieste e le segnalazioni che arrivano e ascoltare la gente, non dire le stesse cose del Presidente della Regione! Si ricorda, caro consigliere, dei cittadini che nel 2015 l’hanno votata come alternativa alla Marini…? Il consigliere Ricci ha detto anche che le casette in legno del 1997 «non sono riutilizzabili»: ma allora perché ci sono (poche) famiglie che ancora vi abitano? Perché una casetta è stata data in affitto a un’associazione di motociclisti? Perché il Comune di Foligno, soprattutto d’estate, dà le sue casette in affitto ai turisti? Le dichiarazioni del consigliere Ricci ci sembrano francamente incomprensibili! Ci auguriamo che i consiglieri di opposizione tengano alta la guardia e pungolino continuamente la Marini sull’argomento: meglio il modello di opposizione del consigliere Liberati piuttosto che quello del consigliere Ricci…

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia