Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

venerdì 29 gennaio 2016

Via della Treggia, una strada groviera!



Nei giorni scorsi i residenti di via della Treggia, strada periferica di Perugia nella frazione di Ponte Rio, ci hanno segnalato lo stato disastroso del manto stradale, ormai divenuto una vera e propria groviera. Soprattutto in prossimità di una curva a gomito la pavimentazione stradale è completamente disgregata, disseminata di buche e invasa da radici sporgenti di grossi alberi che mettono in serio pericolo la circolazione di automobilisti e soprattutto ciclisti e motociclisti, che quando transitano sulla strada rischiano seriamente di cadere a ridosso della curva. Noi del Movimento per Perugia siamo stati sul posto e abbiamo notato che nel tratto più a rischio i veicoli, per schivare buche e smottamenti, sono costretti a spostarsi al centro della carreggiata; così si crea una situazione di estremo pericolo, considerate le elevate possibilità di collisione con i mezzi provenienti dal senso opposto di marcia e che non si vedono a causa della curva. Auspichiamo che si intervenga subito affinché la situazione possa essere risolta al più presto: non è possibile che a ridosso di una curva pericolosa ci sia un manto stradale in queste condizioni! Durante il nostro giro abbiamo constatato anche che il marciapiede di via della Treggia necessita di essere ripulito dall’erbaccia che non è stata tagliata e che ha invaso la pavimentazione. I residenti hanno inoltre segnalato il problema spinoso di ratti provenienti dai tombini delle fogne, che spesso entrano nelle case della zona: chiediamo agli enti competenti di verificare questa grave situazione e di procedere a una opportuna bonifica della rete fognaria! La situazione di via della Treggia è tristemente simile ad altre zone periferiche della città: basti pensare al dissesto dell’Infernaccio, alla strada Ponte d’Oddi-Elce, precaria e fatiscente, e alla tratta Montemalbe-San Marco, pericolosa per chi vi transita. Ci auguriamo che il Comune intervenga sul territorio per eseguire la dovuta manutenzione laddove è necessario…

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia
LA CINA E' PIU' VICINA...MA NON PER TUTTI! VERO GOVERNATRICE MARINI?



Per tutti i viaggi in Cina effettuati negli ultimi anni, Catiuscia Marini e il suo staff meriterebbero la cittadinanza cinese onoraria. Il rilancio della nostra regione sul mercato orientale è motivo validissimo, per carità, ma le trasferte hanno sempre un costo molto elevato. Viste le cifre in ballo, sarebbe giusto che TUTTE le aziende umbre interessate all'export possano beneficiare di eguale visibilità in campo internazionale.  Soprattutto in un momento di grande crisi come quello attuale. In tal senso risulta assolutamente pertinente la domanda posta dai consiglieri Nevi, Ricci, Squarta, Fiorini, De Vincenzi e Mancini alla Giunta Regionale: "Se il consigliere politico della presidente Marini (Valentino Valentini), durante la missione istituzionale pagata con risorse pubbliche, ha presenziato anche alla fiera mercato per commercializzare i prodotti della sua azienda (Il Bocale), come mai la sua azienda ha trovato spazio alla fiera mentre alle altre imprese sembra che fosse stata comunicata la mancanza di spazi?” Domandare è perfettamente lecito, soprattutto quando siamo noi a pagare. Perché è toccato proprio a Valentini lo spazio per mettersi in bella mostra? E perché è stato negato agli altri esponenti del Made in Umbria, desiderosi di promuovere i loro prodotti su un bacino d'utenza così ampio come quello cinese? Questa la risposta della giunta: "Il consigliere politico della presidente Marini, Valentino Valentini, ha partecipato alla missione di sistema che si è svolta in Cina nel novembre scorso svolgendo esclusivamente le funzioni a lui assegnate e coerenti con il suo incarico. La Regione Umbria, nel ribadire la totale correttezza dei comportamenti del consigliere Valentini che si è limitato a seguire esclusivamente gli eventi di carattere istituzionale e non quelli relativi al sistema delle imprese presenti in Cina, si riserva di valutare azioni a tutela dell’immagine dell’amministrazione regionale". Che razza di risposta è? Quella  dell'opposizione è stata semplicemente una richiesta di spiegazioni a tutela delle aziende del territorio e di tutti i cittadini umbri che pagano le tasse. Una simile risposta è invece tipica di chi sente la famosa coda di paglia bruciare! Effettivamente Valentini è stato immortalato, sorridente, con in mano una bottiglia del suo pregiato Montefalco. A meno che non si tratti di un clone. Suo e della bottiglia. Da oggi in poi la Cina è più vicina ma solo per pochi, vero Governatrice Marini?

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

martedì 26 gennaio 2016

Sanità umbra, la realtà smentisce Orlandi…


Ritorniamo a parlare della sanità umbra. Il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Walter Orlandi, durante la conferenza stampa di fine anno 2015, aveva annunciato “urbi et orbi” la fine dell’emergenza barelle all’ospedale di Perugia e, come al solito, aveva elogiato l’eccellenza della sanità in Umbria. Peccato che ancora una volta le belle parole di Orlandi vengano smentite dalla realtà dei fatti: con l’inizio del nuovo anno, infatti, i corridoi dei reparti del “Santa Maria della Misericordia” continuano a essere “invasi” dai pazienti sulle barelle, tanto che a volte è quasi impossibile persino il passaggio per medici e infermieri! Dov’è il Direttore Orlandi? Perché non fa un giro tra i reparti e tra i pazienti? Di quale ospedale parla quando dice che l’emergenza barelle è finita? Ancora una volta Orlandi ha scelto la solita retorica strumentale e ha preferito tacere sui gravi problemi della sanità umbra, che solo lui e la Marini definiscono “eccellente”. Eppure il Direttore Generale non ci risparmia mai dichiarazioni continue sui social network e sui media: come mai? Forse in vista delle prossime nomine dei nuovi Direttori Generali? Forse Orlandi sta cercando in tutti i modi la riconferma…? Per fortuna a smontare il “mito” della sanità umbra virtuosa ci pensano gli ultimi dati ISTAT: l’Umbria è la Regione con meno posti letto d’Italia! Abbiamo 3 posti letto ogni 1000 abitanti, al di sotto persino della soglia ministeriale che prevede 3,3 posti letto ogni 1000 abitanti! Come mai  così pochi posti letto? Forse per non assumere nuovo personale? Eppure il tasso di utilizzo degli ospedali umbri è il più alto d’Italia dopo il Molise e la Liguria. Siamo tra quelli che hanno il maggior numero di ricoveri in Italia ma la media dei giorni di degenza è bassissima (6,6 giorni)! Direttore Orlandi, non è che per caso i pazienti vengono mandati via prima per far posto ad altri? Nel leggere i dati c’è qualcosa che non va… Il dato sul personale dipendente ci indica che l’Umbria non è messa male ma se il personale c’è, come mai ci sono questi problemi? Forse perché medici e infermieri vengono dispersi nei vari ospedali della Regione? Per non parlare del numero d’interventi all’ospedale  di Perugia, di cui tanto si vantano Orlandi e la Marini. Nella Relazione annuale dell’ospedale non c’è una sola riga sulla qualità dei servizi, non viene detto se i servizi sono stati fatti bene o male, si parla solo di quantità… Anche qui c’è però da ridire: se guardiamo la chirurgia (cardiochirurgia, chirurgia vascolare, eccetera) notiamo che nel 2015 gli interventi sono diminuiti e che sono stati inferiori a quelli effettuati dall’Asl 1! Come mai? Forse gli umbri per questi interventi delicati preferiscono andare fuori? Ricordiamo infine che ancora oggi a Perugia manca un protocollo scritto, certificato e approvato sulle urgenze. Altro che sanità virtuosa… La colpa di tutto questo non è certo dei medici o degli infermieri, che tra mille sforzi e ostacoli cercano di garantire agli umbri un servizio degno: le responsabilità vanno cercate nei vertici sanitari, in primis in Orlandi e nella Marini, e nella loro disastrosa organizzazione che pensa solo ai conti in ordine e ai risparmi senza guardare alla salute della gente!
Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

lunedì 18 gennaio 2016

A Foligno la chiesa di Fuksas fa scappare i fedeli…


Il 26 aprile 2009 a Foligno veniva inaugurata in pompa magna la chiesa di San Paolo Apostolo alla presenza dell’allora sindaco Manlio Marini, del vescovo Gualtiero Sigismondi e di Monsignor Betori, ex segretario della Cei. La struttura è stata progettata dall’architetto “rosso” Massimiliano Fuksas su incarico della Cei… Il costo? La bellezza di 3 milioni e 600 mila euro! La chiesa è un immenso cubo vuoto che nulla ha a che fare con la fede, il sacro e il mistero di Dio,tanto che è stata definita da Vittorio Sgarbi «un garage», talmente poco accogliente nel suo insieme da far scappare letteralmente i fedeli… Infatti all’interno di questo “cubo” si soffoca di caldo l’estate e si muore di freddo l’inverno, tanto che ormai i folignati l’hanno ribattezzata la “chiesa frigo”! Per mantenere acceso l’impianto di riscaldamento a terra della struttura occorrono, secondo il parroco, circa 100 euro al giorno, senza riuscire a scaldare a sufficienza! La notte di Natale alcune persone sono state costrette a lasciare anzitempo la messa mentre altre si sono addirittura ammalate! Per ovviare a questa situazione le messe invernali sono state spostate nel salone parrocchiale, insufficiente però ad accogliere tutti i 600 fedeli che in media frequentano la chiesa. “Complimenti” all’architetto Fuksas, icona della sinistra radical-chic: quando ha progettato questo obbrobrio l’archistar si è ricordato dei fedeli che dovevano entrarvi? I parroci e la comunità parrocchiale stanno chiedendo da tempo di poter apportare delle modifiche strutturali per risolvere  il problema ma qui, oltre al danno, arriva la beffa: Fuksas, infatti, ha imposto dei vincoli estetici (!) che impediscono gli interventi! Ma che cosa c’è di estetico in questa chiesa “cubo”? Che cosa c’entra con l’ambiente circostante e con la fede? I risultati di questo “capolavoro” hanno portato all’allontanamento di molti fedeli dalla chiesa di San Paolo, che appare sempre più come una cattedrale nel deserto: un vero e proprio smacco pagato a caro prezzo! L’architetto Fuksas non è certo nuovo a certi scempi architettonici lautamente pagati: basti pensare al Grattacielo della Regione Piemonte costato circa 260 milioni di euro, per il quale Fuksas ha incassato circa 22 milioni! E pensare che la chiesa di San Paolo Apostolo doveva rappresentare “il simbolo della rinascita” dopo il terremoto del 1997: come si può chiamare “luogo sacro” questo cubo? In base a quali criteri si è scelto questo progetto? E chi l’ha scelto? Chi pagherà per riparare i danni e i disagi creati alla comunità parrocchiale…?

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

Terni? Una città allo sbando


Terni vuol dire inquinamento, sporcizia, degrado, delinquenza, disoccupazione e favoritismi. La nostra città è in agonia, un clima di sfiducia regna sovrano sotto ogni punto di vista. Non si ricorda una situazione peggiore nel nostro comune come negli ultimi 10 anni! Vogliamo parlare dell’inquinamento? Tra discariche letali da adibire a parchi e inceneritori, che col recente sblocca Italia semineranno ulteriori veleni, non c’è da stupirsi che la città sia tra le prime per tasso di malattie tumorali. Si parla di oltre 70.000 tonnellate di rifiuti da bruciare, che di fatto renderanno Terni la pattumiera della regione! Ulteriore beffa, il recente abbattimento massivo di alberi, vera e propria “barbarie”, smacco all’ecologia e al decoro urbano. Negli ultimi tre anni ne sono stati abbattuti oltre 1000, tutti ritenuti “dannosi per la pubblica incolumità”. La realtà è ben diversa e si chiama manutenzione, parola completamente ignorata dai nostri amministratori. Si pensi alle centinaia di piante rare appassite l’estate scorsa per mancanza d’acqua! Cosa vogliamo dire poi della sporcizia delle strade, dei parchi, delle acque? Per non parlare dell’obsolescenza delle infrastrutture, dell’abbandono di edifici come l’ex caserma della polizia stradale, della fatiscenza di quasi tutti gli istituti scolastici del territorio, che cadono letteralmente a pezzi, invasi da topi e scarafaggi. Un paesaggio lunare, una città lasciata a se stessa, un degrado che offre terreno fertile anche per delinquenza e criminalità, mai così elevata come negli ultimi anni. I recenti fatti di cronaca parlano chiaro. Omicidi, aggressioni, furti e ogni sorta di reato rendono Terni, dati alla mano, come una delle città più rischiose in cui vivere. La tranquillità è mera utopia, con buona pace di chi (in primis i nostri amministratori) considera il nostro territorio ancora sicuro e con una buona qualità di vita. Le speranze invece non sono delle migliori. Che speranza può avere una città con un tasso di disoccupazione record, con un comparto industriale martirizzato e con un clientelismo che paralizza lavoro e servizi? Non è una novità che a Terni si lavori soltanto per grazia ricevuta da tessere elettorali, sindacati e cooperative. La meritocrazia è sparita da un pezzo, letteralmente “uccisa” da collusioni politiche, favoritismi e intrallazzi di vario genere. Inutile nascondersi e far finta di non vedere, la realtà è sotto gli occhi di tutti! Anni di scelte sbagliate, per accontentare i soliti noti a scapito della città, hanno reso Terni un agglomerato urbano indecoroso, pericoloso e inquinato, soprattutto dai suoi stessi amministratori. E’ ora di cambiare aria, ormai “viziata” dal tanfo e dall’ignoranza dell’attuale classe dirigente, colpevole di aver “contaminato” la nostra bella città con anni di nefandezze!


Simone Ascani – Corrispondente Terni “Movimento per Perugia”

venerdì 8 gennaio 2016

Immigrazione: anno nuovo, vita vecchia!


Il nuovo anno regalerà agli umbri nuovi immigrati da ospitare, come sempre, a spese nostre! Le Prefetture di Perugia e Terni, infatti, hanno indetto due bandi per l’affidamento dei servizi di accoglienza nel 2016 che prevedono l’arrivo di circa 1546 profughi nella sola provincia di Perugia e di altri 325 nella provincia di Terni. I numeri per il 2016 sono impietosi, se si pensa che nel 2015 la quota massima prevista di richiedenti asilo in tutta l’Umbria era di 1554 unità e i richiedenti asilo ospitati sono stati 1229 (dati del 5 ottobre)… Quanti immigrati dovranno entrare ancora? L’Umbria, che è una piccola regione, in questi anni ha compiuto sforzi enormi per l’accoglienza dei profughi a discapito delle famiglie umbre: perché dobbiamo accoglierne altri? Ricordiamo anche che siamo la terza regione d’Italia a più alta incidenza di immigrati, che sono l’11% dei residenti complessivi, senza contare le centinaia di clandestini presenti nel territorio! Come se non bastasse, i due bandi prevedono appalti stimati in oltre 12 milioni per l’accoglienza nella provincia di Perugia e in circa 2,7 milioni per la provincia di Terni! Con buona pace delle famiglie umbre in difficoltà e sotto sfratto, delle oltre 500 aziende fallite in Umbria negli ultimi due anni e delle Forze dell’Ordine in crisi di organico, per le quali ancora oggi non si trovano risorse...! La priorità, per l’Umbria e per l’Italia di Renzi, è garantire a ogni immigrato accolto vitto, alloggio, vestiario, ricariche telefoniche e altri servizi! Gli oltre 15 milioni di euro complessivi previsti dai due bandi saranno ovviamente intascati dalle “solite” cooperative sociali e ARCI ormai specializzate nel “business dell’accoglienza”, un business trasversale e «più redditizio della droga», come rivelato dalle intercettazioni di Mafia Capitale!

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia