Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

giovedì 30 ottobre 2014

Perugina: qual è il futuro dello stabilimento?


Cosa sta succedendo alla Perugina? Nonostante il silenzio generale di sindacati e politici, continuano a susseguirsi voci allarmanti circa il futuro dello stabilimento di San Sisto, che non promettono nulla di buono. Ormai è sotto gli occhi di tutti il disimpegno della Nestlè e la sua volontà di non puntare sulla Perugina: ricordiamo ancora la vergognosa vicenda dei Baci “Lanvin” venduti in Francia, dove ogni riferimento al marchio “Perugina” e allo stabilimento di San Sisto era stato eliminato, quasi fosse una vergogna e non un vanto da mostrare in tutto il mondo! In questi ultimi 4 anni i volumi produttivi dello stabilimento di San Sisto sono crollati verticalmente, tanto che nel 2014 l’azienda stessa ha comunicato la perdita di circa 1.000 tonnellate di produzione… Questo crollo ha portato la Nestlè a fare continui ricorsi alla Cassa Integrazione e ora ai contratti di solidarietà per tutte le categorie di dipendenti. Ancora una volta il conto salato di questo smantellamento viene pagato dai lavoratori, padri e madri di famiglia! E che dire delle politiche fin qui (non) adottate dalla multinazionale svizzera per il rilancio del marchio “Perugina” anche all’estero? Oltre al penoso “Bacio Lanvin” vogliamo parlare della vendita degli impianti di torrefazione del cacao alla Barry Callebaut? Vogliamo parlare dei prodotti che prima la “Perugina” produceva per altri marchi e che ora non produce più? Alcuni lavoratori non sono neanche sicuri se verranno prodotte le uova pasquali il prossimo anno! Alcune produzioni sono state spostate in altri stabilimenti della Nestlè, come se la “Perugina” fosse un’azienda controllata come le altre e non un pezzo di storia della città di Perugia e dell’intera nazione… Vergogna! Oggi l’azienda è in mano a manager cinici e senza passione, che non hanno alcuna voglia di risollevare lo stabilimento e che vedono la “Perugina” come una semplice rampa di lancio per la loro carriera! Dal giugno 2014, il nuovo direttore dello stabilimento è un manager svizzero che non parla neanche italiano, a dimostrazione della voglia della Nestlè di dialogare con i lavoratori e di rilanciare il marchio “Perugina”! Per finire ci sono molti dubbi e ombre sulla recente gestione poco trasparente dell’azienda: sono mesi, ormai, che le Forze dell’Ordine varcano i cancelli dello stabilimento per dei controlli.
Da 20 anni, ogni ottobre, il centro di Perugia si riempie di gente con l’evento Eurochocolate e diventa per i turisti la “città del cioccolato” ma questo è stato possibile solo grazie alla storia del “Bacio Perugina”! Ripetiamo la domanda: cosa sta succedendo alla “Perugina”? Perché i sindacati e i politici stanno zitti? Perché i cittadini non vengono informati? Cosa si sta facendo per salvare l’azienda e i suoi lavoratori, patrimonio di tutta Perugia? Ancora aspettiamo qualcuno che chieda alla Nestlè quali sono le sue reali intenzioni per il 2015 e per il futuro. In questi giorni si sta parlando giustamente della vertenza AST di Terni e dello smantellamento delle acciaierie, vertenza sottaciuta per troppo tempo, ma se Terni piange Perugia, con la sua “Perugina”, di certo non ride eppure nessuno ne parla! La storia della “Perugina” è indissolubilmente legata a quella della mia bisnonna Luisa e per me e la mia famiglia la “Perugina” rappresenta molto di più di una semplice azienda o di un marchio. Per questo non posso restare in silenzio o occuparmi di altro mentre un pezzo importante di storia perugina sta lentamente morendo!

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

martedì 28 ottobre 2014

Terni, città gravemente malata!


La città di Terni è gravemente malata e non solo per le vicende dei lavoratori AST… Parliamo di un rischio ben più grave. È tristemente noto che il polo siderurgico contribuisce ad aumentare i valori di polveri sottili che si riversano nell’aria, nell’ambiente e nei cibi che ingeriamo! I residenti del quartiere Prisciano si ritrovano i terrazzi pieni di polvere bianca, una polvere che uccide con i suoi elevatissimi valori di Arsenico e Nichel! Per non parlare della scellerata gestione di discariche più o meno lecite, come la “galleria dei veleni” di Tescino (costata cento milioni di euro) che presenta infiltrazioni di metalli contaminati e Cromo Esavalente. Ma è tutto il territorio ternano a essere ormai irrimediabilmente inquinato da sostanze tossiche per decine di anni a venire! Questo scempio è stato possibile soprattutto grazie al silenzio di politici e sindacati: anche per questo gli operai ternani, stanchi di essere presi in giro, durante lo sciopero generale hanno duramente fischiato e contestato le istituzioni e i leader della Triplice, in primis la leader CGIL Camusso. Non possiamo permettere che la Thyssen chieda al Ministero dell’Ambiente un’ulteriore espansione della discarica in direzione della Cascata delle Marmore… Si ricordino i signori della ThyssenKrupp che stiamo parlando di un’area candidata a diventare patrimonio dell’Unesco! È ora di finirla con il “negazionismo ambientale”! Siamo in completo disaccordo con l’incoerenza dell’amministrazione ternana, colpevole di aver sminuito il disastro ecologico ai danni del nostro territorio. L’amministrazione è colpevole di una vergognosa sudditanza nei confronti della ThysenKrupp, ma è soprattutto colpevole di un atteggiamento opportunistico nei confronti dei rischi connessi all’incolumità dei cittadini! Il tasso di mortalità per tumori nel territorio ternano è in continuo aumento e basta guardare i dati ARPA sulla qualità dell’aria che, guarda caso, escono fuori proprio con i recenti annunci di licenziamento… È forse un caso? Noi del Movimento per Perugia auspichiamo uno studio chiaro e trasparente sulle zone maggiormente colpite da inquinamento, uno studio che dovrà essere commissariato e seguito da un’azione concreta di bonifica ambientale, finanziata da fondi europei. La salute dei cittadini non ha prezzo e il destino di una città come Terni non può essere oggetto di speculazioni finanziarie!

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia 

giovedì 23 ottobre 2014

RITORNIAMO SULLA SANITA’ UMBRA…


 Siamo rimasti sbigottiti sentendo l’intervista che giorni fa il Direttore Generale dell’azienda ospedaliera Walter Orlandi ha rilasciato al Tg3 Umbria delle 14,00, a proposito del problema barelle nell’ospedale di Perugia… Visto il nostro precedente articolo sul tema, ci sembra opportuno replicare punto per punto alle dichiarazioni di Orlandi. Il Direttore, nell’intervista, afferma che nell’ospedale di Perugia si fanno circa 47.000 ricoveri: in realtà i ricoveri sono 41.000 circa, di cui solo 32.000 in degenza ordinaria perché il day hospital non rientra nel computo delle barelle e il problema riguarda essenzialmente alcuni reparti medici. Strano che Orlandi dimentichi questo particolare e non citi i dati forniti dal suo stesso ospedale… Nel passaggio successivo dell’intervista il dottor Orlandi afferma che i pazienti nelle barelle sostano solo per alcune ore nei corridoi o al massimo 24 ore… Innanzitutto ci risulta che alcuni malati vengono parcheggiati nei corridoi anche più giorni, e non solo alcune ore! Ancora più grave, però, è che un medico come il direttore Orlandi minimizzi in questo modo il problema: stiamo parlando di reparti delicatissimi come Oncologia, Geriatria, Pneumologia, eccetera, reparti in cui un paziente non dovrebbe sostare neanche un minuto in corridoio scaricato su una barella, questo non è da paese civile! Inoltre non ci risulta che ci sia alcun protocollo che comporti l’assegnazione di posti in base all’urgenza o alla gravità della situazione. Un medico come lei, caro Orlandi, dovrebbe sapere  benissimo che alcuni pazienti possono stare in corridoio alcune ore, altri non ci possono stare neanche un minuto e non ci risulta l’esistenza di protocolli scritti che tengano conto di questo problema! Inoltre ci risulta che l’Azienda ospedale di Perugia, pur essendo un ospedale di “eccellenza” come ha ripetuto il direttore Orlandi, non ha alcun protocollo scritto, certificato e approvato sulle urgenze (che tra l’altro è un preciso dispositivo di legge che deve essere sottoscritto dai sindacati): un vero disastro! Questo è frutto di sola dimenticanza? Questa “incuria” comporta pesanti responsabilità per medici e infermieri che sono costretti ad accettare malati gravi in corridoio e la cui responsabilità non viene certo sminuita da una organizzazione che fa acqua da tutte le parti. I medici e gli infermieri del Santa Maria della Misericordia si prodigano oltre ogni limite e si assumono responsabilità pesantissime (abbiamo visto teleferiche di fili volanti per attaccare apparecchiature elettriche delicate piene di luci e grafici da utilizzare in corridoio: cosa sulle quali qualunque magistrato, se mai volesse fare una capatina in ospedale, avrebbe certo da ridire). Questo vuol dire mandare al massacro non solo i pazienti spesso anziani e con poche disponibilità economiche (i ricchi potrebbero accedere a camere a pagamento o strutture private) ma anche tutto il personale… Fatto sicuramente eclatante per lei caro Direttore che viene dalle file della CGIL! A sentire poi l’intervista, sembra quasi che la colpa dei reparti pieni di barelle sia degli umbri che scelgono  Perugia invece degli ospedali periferici: si è mai chiesto il caro Direttore perché la gente non vuole andare negli ospedali periferici? La presidente Marini, che tanto si vanta di questi ospedali, ha forse fatto un buco nell’acqua? Si è mai chiesto il dottor Orlandi quale sia la qualità dei servizi offerti negli ospedali periferici? E maliziosamente si potrebbe chiedere alla presidente Marini e al dottor Orlandi come mai il problema si verifica soprattutto nei reparti medici e  non in quelli chirurgici nonostante pompose presentazioni comprensive di cene in ospedale?  Che poi  il direttore Orlandi dica che i pazienti vadano a morire in ospedale in maniera “inappropriata” non solo e’ inaccettabile ma è oltremodo scandaloso: dove deve  morire un paziente? Magari non in un ospedale ad alta specialità ma sicuramente in uno dove il paziente possa essere assistito con dignità e alta professionalità! Se c’è un luogo speciale per i pazienti oncologici, perché non deve esserci anche per gli altri pazienti? Si può morire in prima classe assistiti con tutta la professionalità oppure a casa, lasciati a famiglie disperate e totalmente ignare di assistenza medica? Come mai il direttore Orlandi, per anni alla guida della ASL2, non ha mai sentito il bisogno di creare allora servizi così delicati? Forse allora gli conveniva che fosse l’ospedale a farlo, sempre per motivi economici di risparmio per far vedere la sua capacità manageriale? Nell’intervista Orlandi lascia trasparire che debbano essere gli altri a fare, ma questo è un gioco al massacro che coincide fortemente con la mancanza di un’assessore regionale alla sanità che possa mediare e organizzare!
Il problema barelle si potrebbe risolvere con alcune semplici misure: al “Santa Maria della Misericordia” ci sono interi piani vuoti o adibiti ad altro (almeno 3), con camere attrezzate (ossigeno, luci speciali e altro, a costi elevati) che, una volta adibite a degenza, potrebbero accogliere benissimo i pazienti lasciati nei corridoi… Al IV piano dell’ospedale ci sono gli uffici della direzione medica, dove ogni dirigente ha il proprio studio: così, mentre alcuni reparti sono strapieni di pazienti in barella lasciati nei corridoi, abbiamo piani tolti alla assistenza! Direttore Orlandi, perché in queste camere non vengono sistemati i pazienti che stanno nei corridoi visto che, come dice lei, ci stanno solo poche ore? Forse perché ciò comporterebbe l’assunzione di nuovi infermieri? Forse è più facile programmare gli infermieri per un certo numero di pazienti e poi farli scoppiare per assisterne molti di più addirittura in corridoio? Qui crolla il mito della sanità umbra virtuosa presa a modello dal dottor Orlandi e dalla presidente Marini, una sanità che pensa più ai conti che alla salute degli umbri! Non è un caso che molti umbri fuggono dalla regione… Torneremo presto anche su questo! Per concludere in bellezza, il Direttore Generale ha affermato che sulle criticità dell’ospedale di Perugia lui e il suo staff “ci stanno lavorando”: ma caro Orlandi, chi è che, tra il ruolo di Commissario e quello di Direttore Generale, da più di 10 anni è al vertice della sanità umbra? Chi è il principale consigliere della Marini in tema di sanità? Dov’è stato lei e cosa ha fatto in tutti questi anni? C’è stata qualche carenza nella programmazione e nel controllo? Se ne accorge solo quando finalmente anche la stampa comincia a pubblicare foto a tutti conosciute e sfortunatamente diventate la prassi e non l’eccezione? Da quando c’è questo problema quante volte è stato prima sottaciuto e poi negato? Per molto tempo il Direttore Generale ha negato l’esistenza del problema, almeno fino a una famosa lettera aperta ad un giornale di una consigliera della sinistra che abbandonava Perugia per Foligno perché messa anche lei in barella… Vuole il direttore Orlandi che andiamo a ricercare nella stampa tutte le volte che ha negato il problema barelle?
A dare un ulteriore colpo alla credibilità dei vertici sanitari è stata l’inchiesta delle Iene che ha mostrato come l’Asl paga quasi il triplo per un paio di plantari per bambini rispetto a un privato (172 euro a paio contro i 69 euro spesi dal privato).. Una volta interpellato il Direttore dell’Asl 1 ha prima chiesto di verificare la notizia, poi ha notato che già la segnalazione era stata fatta loro dallo stesso privato che ha chiamato “Le Iene” e infine ha promesso che farà applicare uno sconto del 20% sul prodotto, che verrà a costare così 138 euro, ovvero il doppio rispetto a quanto paga il privato: bell’affare! Quanto costeranno in più all’Asl prodotti e attrezzature ben più importanti, come ad esempio le carrozzine? Queste sono delle prese in giro fatte a danno dei cittadini umbri, le vere vittime di questa truffa!
Ci auguriamo che il binomio Marini-Orlandi vada a cadere al più presto in favore di persone nuove che mettano al primo posto non il semplice e cieco risparmio, ovviamente del tutto necessario ma da perseguire con nuovi modelli e idee aumentando l’efficacia e non la sterile efficienza, ma in primo luogo  la salute e il benessere dei cittadini, oltre alla sacrosanta tutela del personale sanitario!

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

martedì 21 ottobre 2014

Polemica Guasticchi-Guarducci: il nostro pensiero


Come semplici cittadini perugini che amano la nostra città vorremmo dire la nostra a proposito della diatriba Guasticchi-Guarducci su Eurochocolate, senza voler essere difensori dell’uno o accusatori dell’altro. Sappiamo che l’evento Eurochocolate ha diviso i perugini fin dalla sua fondazione nel 1993. Per alcuni, la manifestazione viene vista come fonte di confusione che non porta duraturi benefici alla città e al suo centro storico… Tuttavia è innegabile che, uscendo dai confini dell’Umbria, Eurochocolate è visto come un evento attrattivo per i turisti e rende famosa la nostra Perugia che ogni anno ad ottobre si riempie di gente, proprio come vorremmo noi! Certo, si può discutere sull’organizzazione, sulla natura dell’evento e sulla sua ubicazione, ma non si può negare che con Eurochocolate non si incrementa solo il turismo ma anche il guadagno degli esercizi commerciali, a vantaggio di tutta la città! L’ex presidente della Provincia Guasticchi ha dato la colpa della sconfitta di Perugia capitale europea della cultura 2019 alla fama di Eurochocolate che, secondo lui, oscurerebbe le bellezze artistiche e paesaggistiche della città… Noi crediamo francamente che la sconfitta di Perugia 2019 sia da attribuire agli errori e all’immobilismo della politica umbra, che non ha saputo dare un’immagine di Perugia degna di una capitale culturale europea: basti pensare a come (non) è stata affrontata l’emergenza sicurezza e droga o alla vergognosa vicenda della chiesa di San Bevignate… Cosa hanno fatto i politici per far vincere Perugia? Le istituzioni locali, tra cui la provincia governata da Guasticchi fino a pochi giorni fa, dove sono state in questi anni? Perché non hanno proposto delle alternative all’evento Eurochocolate, tali da rilanciare il nostro centro? Perché Guasticchi ha dato il patrocinio della Provincia alla manifestazione, se questa era un danno per il capoluogo umbro? Noi pensiamo che Eurochocolate, così com’è, possa anche essere ripensato, ma prima bisogna ideare alternative valide per ripensarlo: non si può solo distruggere, bisogna anche saper costruire e proporre! Le alternative non mancherebbero certo: perché, ad esempio, non si pensa a un grande evento alimentare che valorizzi le tradizioni e le tipicità dei territori umbri? A Perugia abbiamo l’Università dei Sapori, riconosciuta a livello internazionale per la sua qualità ed eccellenza nella cultura dell’alimentazione: le istituzioni potrebbero collaborare con questa scuola, magari per organizzare un grande evento di cucina che potrebbe benissimo attrarre gente al pari di Eurochocolate… Oppure, se si vuole promuovere un evento culturale o per le famiglie, potremmo benissimo guardare alle esperienze delle altre città: a Lucca, ad esempio, ogni anno si organizza a cavallo tra ottobre e novembre il “Lucca Comics & Games”, una fiera dedicata al fumetto, all’animazione e ai giochi che ogni anno attira migliaia di famiglie con i figli e turisti da ogni parte che vengono ad ammirare Lucca e il suo centro storico, bello come il nostro: perché un evento simile non viene organizzato a Perugia? Sarebbe un’ottima idea per riportare le nostre famiglie e nostri figli nel centro storico! Con questi eventi potrebbe decollare il turismo, potrebbe rivivere il nostro centro e Perugia, con le sue bellezze artistiche e naturali, potrebbe rinascere come vera città culturale europea, al di là di Eurochocolate!

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

venerdì 17 ottobre 2014

AST Terni, un altro pezzo d’Italia in svendita


Da un giorno all’altro circa 550 dipendenti dell’AST di Terni potranno essere licenziati, ritrovandosi senza un lavoro… Stiamo parlando di 550 famiglie che la multinazionale tedesca ThyssenKrupp sta per mettere sul lastrico con un piano industriale “lacrime e sangue” che, oltre ai 550 licenziamenti, prevede il dimezzamento delle attività produttive delle acciaierie e la chiusura di uno dei due altoforni. Così, nell’immobilismo generale di politica e istituzioni, una città come Terni, che vive delle sue acciaierie, lentamente muore… Eppure le acciaierie ternane erano considerate un vanto per l’Umbria e per tutta l’Italia per la tecnologia e per la qualità dell’acciaio e Terni, grazie all’AST, è ritenuta a ragione uno dei poli siderurgici più importanti d’Europa. L’impressione è che non si voglia trovare un reale antidoto al male che affligge le acciaierie ternane e il destino sembra ormai delineato: non ci sarà nessun piano di rilancio del comparto siderurgico con buona pace di chi, in buona fede, crede ancora in un governo capace di prendere in mano una situazione volutamente compromessa! La nostra classe politica a partire dal premier Renzi è succube, se non complice, di un progetto tutto europeo che sta smantellando le nostre acciaierie (basti pensare ai casi di Taranto e Piombino) e svendendo la nostra economia! Dove sono stati i sindacati? Dove sono stati i principali media in tutti questi mesi? Perché la vertenza AST non ha avuto il giusto risalto a livello nazionale?  Gli operai e tutti i ternani fanno bene a ribellarsi e a loro va la nostra solidarietà e la nostra vicinanza nelle loro proteste e in questa battaglia di dignità! Noi li invitiamo a continuare a lottare e a fare “blocco” contro chi, sindacati e politici, li ha illusi per ottenere voti e consensi… Il tempo delle promesse è finito!

Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per Perugia 

martedì 14 ottobre 2014

Gli italiani sempre più discriminati!


Siamo giunti a un punto di non ritorno! Il Comune di Perugia ha pubblicato la graduatoria delle domande ammesse al Fondo nazionale per la locazione, che garantisce contributi per pagare gli affitti rispettando certi requisiti… Quasi tutti i beneficiari sono stranieri e su 352 ammessi solo 80 sono cittadini umbri! Ormai in Umbria e in Italia sembra che certe tutele e servizi sociali vengano garantiti soltanto agli immigrati! Pensiamo, ad esempio, all’assegnazione delle case popolari: in tutti i comuni, gli immigrati occupano le prime posizioni delle graduatorie, a discapito degli italiani, grazie al basso reddito e al numero dei figli a carico, spesso alto… Un alloggio popolare su due viene assegnato a stranieri, con buona pace delle famiglie italiane costrette a tempi d’attesa interminabili nella speranza, spesso vana, di avere una casa! A Terni, pochi giorni fa, 39 case popolari su 60 disponibili sono state assegnate a cittadini stranieri. Presidente Marini, perché nella legge regionale sull’edilizia residenziale sociale non viene reintrodotta la distinzione tra cittadini italiani o di uno Stato dell’UE e cittadini di altri stati? Perché agli immigrati non viene richiesta la residenza o l’attività lavorativa da almeno 10 anni nel comune dove si richiede l’alloggio? Basterebbero queste modifiche per dare maggiori speranze alle nostre famiglie!
E che dire delle risorse spese dallo Stato per l’accoglienza dei profughi e dei rifugiati? Recentemente il governo Renzi, con una mossa furbesca, ha inserito all’interno del Decreto sugli stadi una norma che stanzia 130 milioni per l’accoglienza degli immigrati: che c’entrano gli stadi con l’immigrazione? Perché queste risorse non vengono destinate alle Forze dell’Ordine o al Fondo per le espulsioni? Ecco come noi italiani veniamo beffati e presi in giro da chi ci governa! Lo Stato, per ogni profugo e richiedente asilo che viene accolto, spende 35 euro al giorno, cifra che sale a 45 euro se si tratta di minori non accompagnati. A questi immigrati vengono garantiti 15 euro di ricarica telefonica al momento del loro arrivo, pasti completi 7 giorni su 7, tutto l’occorrente per dormire (dal materasso alle lenzuola), 2,50 euro fissi al giorno, vestiti, indumenti intimi e prodotti per l’igiene personale, oltre alle lezioni di italiano… Nei casi di emergenza, inoltre, i clandestini vengono ospitati anche negli alberghi delle varie città, con pernottamenti a spese dello Stato! Tutto questo mentre i cittadini italiani diventano più poveri, hanno sempre meno diritti e assistono impotenti allo smantellamento dello Stato sociale! A guadagnarci in questo vero e proprio “business dell’accoglienza” ci sono le solite associazioni, Arci e cooperative sempre in prima fila nel sostenere un retorico buonismo a spese nostre, buonismo che a loro rende bene!
Per non parlare dell’assistenza sanitaria ai clandestini negli ospedali: quanto spende ogni anno lo Stato per garantire le cure ai clandestini? E qual è la spesa degli ospedali in Umbria?
Pensiamo, inoltre, alle spese che lo Stato sostiene per mantenere i clandestini che delinquono rinchiusi nelle carceri: ogni clandestino incarcerato costa allo Stato circa 300 euro al giorno, considerando anche la “variabile sanità” (cure per i malati, agenti impiegati nella sorveglianza durante i ricoveri in ospedale, ecc.)… Ci sono stati casi in cui i poliziotti sono stati contagiati da gravi malattie come la Tubercolosi!
Tutto questo retorico buonismo porta inevitabilmente allo sbarco di nuovi clandestini: giovedì scorso sono sbarcati a Perugia in aereo circa trenta profughi, provenienti da nazioni come Bangladesh e Siria, che verranno smistati nei vari centri d’accoglienza della provincia, con tutte le garanzie sopra descritte! E pensare che i servizi segreti hanno da tempo lanciato l’allarme su possibili infiltrazioni di militanti dell’Isis tra i migranti che vengono in Italia: stiamo rischiando, con questa politica, di accogliere coloro che vogliono invaderci!
Nel frattempo, le nostre imprese chiudono, vessate dalle tasse, i nostri giovani fuggono via per mancanza di lavoro e di prospettive e i nostri anziani sono costretti a elemosinare a testa bassa per le strade perché non riescono a vivere con le loro misere pensioni, sempre se hanno una pensione… Questo è il vero razzismo oggi in Italia!

Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per Perugia


lunedì 6 ottobre 2014

Marciapiede di Fontignano… Un problema non nuovo!


Ritorniamo ancora una volta sul problema del marciapiede tra i due nuclei abitati di Fontignano che si interrompe in prossimità di una curva cieca vicina alla scuola della frazione, pericolosissima per i pedoni e per i bambini della scuola. Giovedì scorso, in una seduta di commissione del Comune di Perugia, il dirigente comunale Leonardo Naldini ha detto che è stata la prima volta che ha sentito parlare dell’argomento… Evidentemente il dirigente non legge i giornali locali! In un articolo del 15 novembre 2012, infatti, noi del Movimento per Perugia avevamo già denunciato con tanto di foto la mancanza di un pezzo di marciapiede proprio in prossimità della scuola e della curva, che ancora oggi è un pericolo sia per gli automobilisti sia per i pedoni e per i bambini che escono dalla scuola. Nello stesso articolo del 2012 avevamo accusato l’allora amministrazione Boccali di essersi dimenticata della frazione di Fontignano e dei suoi abitanti, che segnalavano il problema senza essere ascoltati… Purtroppo avevamo ragione! Invitiamo la nuova amministrazione a completare il marciapiede al più presto, non dimenticandosi di avvisare per tempo il dirigente “distratto”…

Lorenzo Mattioni

Vicepresidente del Movimento per Perugia

venerdì 3 ottobre 2014

Sanità umbra, altro che qualità!


Ritorniamo ancora una volta sulla situazione dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e sulla “virtuosità” della sanità umbra tanto sbandierata dalla Marini e dalla sua giunta… Virtuosità che è solo di facciata, che riguarda solo la gestione del bilancio ma non certo la qualità dei servizi! Abbiamo purtroppo toccato con mano la vera realtà dell’ospedale perugino, dove ognuno di noi ha qualche parente, amico o conoscente ricoverato… Un esempio lampante è il reparto di Geriatria dove gli anziani ricoverati, bisognosi più di tutti di cure e attenzioni da parte della struttura ospedaliera, spesso vengono lasciati per giorni in barelle parcheggiate lungo i corridoi, su materassi non idonei, in condizioni precarie! Non basta certo l'abnegazione del personale tutto che, sottodimensionato rispetto al numero di pazienti da assistere si prodiga in tutte le maniere per cercare di ovviare agli inconvenienti che un paziente in corridoio comporta. Non è facile assistere pazienti in corridoio, soprattutto pazienti ”fragili” come si dice in gergo e intorno ai quali si organizzano convegni, discussioni e dibattiti. Ma nessuno pensa a loro, nessuno pensa che un paziente in corridoio è estremamente complicato in quanto tutte le manovre di assistenza sono complesse, dal fornire il cibo fino alla terapia o ancor peggio all'assistenza durante le funzioni corporali. Questa è una vera e propria vergogna indegna di una regione che si vanta di essere civile e che i cittadini, indignati contro una classe politica assolutamente ignara rispetto a questi problemi, non tarderanno a punire.
Nelle camere del reparto geriatria, l’aria condizionata delle bocchette viene tenuta al massimo di giorno e di notte sopra i letti dei pazienti, che di conseguenza vengono colpiti da polmoniti e altre malattie, mentre i parenti o coloro che assistono questi anziani sono addirittura costretti a munirsi di coperte o altri indumenti per coprirsi! Ricordiamo che stiamo parlando del reparto Geriatria, dove i pazienti sono particolarmente delicati e hanno bisogno di essere scaldati, non dell’aria condizionata tenuta al massimo!
La “virtuosa” Regione Umbria ha pensato bene di risparmiare sul personale già insufficiente, sui servizi e sul materiale. Prendiamo sempre l’esempio di Geriatria, dove in tutto il reparto operano solo due infermieri e a fatica vengono cambiati gli aghi delle flebo, perché manca il materiale!
Situazione simile abbiamo nel reparto di gastroenterologia, dove sono stati chiusi molti posti letto, si sono ridotti gli infermieri, ma ora abbiamo tanti letti aggiunti… Il risultato è che il numero di pazienti rimane sempre lo stesso, ma con meno infermieri per l’assistenza! Questo giochino di ridurre i posti letto tenendo fermo il numero degli infermieri comporta un aumento degli straordinari, un lavoro massacrante per il personale sanitario dell'ospedale e turni pazzeschi con carichi di lavoro indegni di un paese civile che non solo porta ad una riduzione della assistenza, abbiamo già spiegato che assistere un paziente in corridoio è assolutamente inidoneo da un punto di vista sanitario, ma provoca problemi, rischio di errori, stanchezza e indignazione da parte di tutto il personale.
Sono quasi 50 i letti aggiunti ogni giorno in ospedale, equivalenti quasi a due corridori del Silvestrini che sono stati chiusi per sistemare studi, ambulatori, tutta la direzione medica con grandi stanze tavoli e mobili, uno per ogni medico della struttura.
Il resto del personale dell'ospedale Santa Maria della misericordia sta attualmente facendo miracoli cercando di ridurre errori, inconvenienti e  disagi per i pazienti, ma fino a quando si riusciranno?  Fino a quando l'indignazione non susciterà una protesta anche plateale? Nei corridoi serpeggia stanchezza, rabbia e frustrazione per quello che sta succedendo. I vertici aziendali e in primis  il direttore Orlandi, che si vanta su tutti i giornali dei grandi risultati della sua gestione (che a noi risulta fallimentare, basta leggere il libro bianco che anche ad occhi profani appare un disastro, ma torneremo su questo), sembra essere superiore e non toccato da questi problemi. Sicuramente tutto questo si  ripercuoterà in un problema politico visto che sono quasi 3000 i dipendenti dell'ospedale che da un giorno all’altro saranno chiamati a votare.
Questa è l’eccellenza della nostra sanità! Sapete, infine, perché nei corridoi si trovano le barelle e non i letti? Svelato l’arcano. La legge fa distinzione tra barelle e letti: i letti implicano l’assunzione di nuovo personale, le barelle no. È così che la Regione Umbria è la più virtuosa nelle classifiche della sanità nazionale, a discapito della qualità dei servizi che offre ai suoi pazienti!

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia