Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

mercoledì 26 luglio 2017

Dati sul comparto dolciario, che beffa per la Perugina!


L’AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) ha diffuso i dati 2016 relativi al comparto dolciario: quello che emerge sa di beffa tremenda per la Perugina e i suoi lavoratori! Infatti i dati 2016 sono molto positivi, soprattutto per il comparto cioccolato e cacao che ha registrato un +3,2% di produzione rispetto al 2015 (circa 520.000 tonnellate prodotte). Anche la confetteria (caramelle e confetti) ha avuto numeri molto positivi e ha raggiunto nel 2016 quasi le 100.000 tonnellate di produzione e un +1,8% rispetto al 2015. Tutto questo mentre la Perugina sta per sparire! Con questi dati cadono tutte le “scuse” di Nestlè per smantellare i reparti biscotti e caramelle, considerati “prodotti residuali”: altro che residuali! Bastavano un minimo di investimenti e di pubblicità per rilanciare le “Rossana”, soprattutto nell’anniversario dei loro 90 anni! Non a caso sulle “Rossana” e sulle sue potenzialità sta puntando molto FIDA SPA, l’azienda piemontese che ha rilevato dalla Nestlè le caramelle, ha portato la produzione in Piemonte e si sta espandendo sul mercato grazie anche ai marchi acquisiti… La posizione di Nestlè, quindi, non può essere giustificata dall’andamento dei mercati, ma solo da decisioni aziendali, dalla sua volontà di smantellare tutto!!! I dati AIDEPI rendono ancor più grave la complicità e il “beneplacito” dei sindacati Perugina, che non hanno mosso un dito per fermare lo smantellamento dei reparti e difendere un importante pezzo di storia che veniva portato via dalla fabbrica e da Perugia!!! A proposito di sindacati: non hanno proprio nulla da dire su questi dati? Ne sono al corrente? L’avvocato Michele Greco della FLAI CGIL è informato a riguardo? Da “padrona” mi permetto di dare un consiglio ai sindacati: perché non fate dei dati AIDEPI il centro della vostra battaglia contro Nestlè, in difesa della Perugina? È inutile accusare la multinazionale di «voler cambiare le carte in tavola» dell’accordo, un’accusa pesante! In realtà l’accordo è scritto ed è stato firmato anche dai sindacati, non si può cambiarlo unilateralmente… Leo Wencel, capo mercato di Nestlè Italia, ha detto chiaramente che i percorsi di formazione e le “ricollocazioni” sono previsti dall’accordo del 07 aprile 2016… Se così non fosse, i sindacati lo dimostrino pubblicamente e mostrino l’accordo con le loro firme! Sindacati, qual è ad oggi la vostra strategia? Lo sciopero tardivo? La vostra solita “scappatoia”, pagata dai lavoratori con la decurtazione dello stipendio… Lo sciopero si doveva fare prima, quando Nestlè cedeva i biscotti e le caramelle e quando i macchinari venivano portati via da San Sisto e venduti ad altre aziende! Tutti ne erano al corrente, ma tutti rimasero zitti… Lo sciopero oggi può servire forse agli attuali sindacalisti per salvare la faccia, non tanto verso gli operai quanto verso i vertici nazionali del sindacato: gira voce, infatti, che da Roma siano scontenti di come sia stata gestita la vertenza Perugina a livello locale e siano molto critici verso l’operato dei vari Michele Greco, Luca Turcheria eccetera… Cari lavoratori Perugina, volete ancora fidarvi di “questi”…?

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

martedì 25 luglio 2017

Vicenda Orlandi, quando la sanità diventa “cosa loro”




L’attuale Direttore regionale della Sanità Walter Orlandi è indagato per abuso d’ufficio, in merito alla nomina a Direttore Sanitario della Dott.ssa Manuela Pioppo nel 2007, quando Orlandi era Direttore Generale del “Santa Maria della Misericordia” di Perugia. Non entriamo nel merito dell’indagine né vogliamo commentarla, perché il Direttore Orlandi è innocente fino a prova contraria. Tuttavia è innegabile che in questi anni Walter Orlandi sia stato il vero “dominus” della sanità umbra, l”assessore ombra” delle giunte Marini che ha fatto il bello e il cattivo tempo per quasi 15 anni, prima all’azienda ASL2 del perugino, sempre con la Dott.ssa Pioppo al suo fianco, poi all’ospedale di Perugia e ora in tutta la sanità regionale… Per molto tempo abbiamo attaccato, anche duramente, l’operato di Orlandi come Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia e abbiamo smontato, dati alla mano, l’immagine retorica e “da cartolina” della sanità umbra, sbandierata come “eccellente” dalla Marini e dallo stesso Orlandi: certamente una sanità virtuosa per quanto riguarda i conti in ordine, ma disastrosa sotto l’aspetto dell’organizzazione, un’organizzazione che fa acqua da tutte le parti e che si ripercuote inevitabilmente sull’operato dell’ottimo personale sanitario e soprattutto sui servizi ai pazienti. Non dimentichiamo tutte le volte che l’allora D.G Orlandi negava l’esistenza del problema barelle nei corridoi oppure minimizzava e annunciava “urbi et orbi” che il problema era stato superato! Molte sue decisioni o iniziative in questi anni sono state molto discutibili, una su tutte la riunione di interi reparti sotto un’unica guardia notturna per decine e decine di pazienti anche di aree diverse… Nonostante tutto, Orlandi ha sempre potuto contare sull’appoggio incondizionato di Catiuscia Marini, che per difenderlo ha addirittura messo in gioco più volte la tenuta della sua stessa maggioranza e il futuro della Legislatura regionale: ricordiamo ancora la vicenda delle dimissioni dell’assessore alla Sanità Luca Barberini, “bocciano” DOC, che riguardo Orlandi arrivò persino a dire di non aver bisogno di “cani da guardia”! Alla fine, dopo qualche mese, Barberini ritornò nei ranghi, si diceva che Orlandi sarebbe stato spostato ma alla fine è sempre rimasto al suo posto, al comando effettivo della sanità umbra… Questo fa capire quanto sia stretto il legame politico tra la Marini e Orlandi  e come il PD abbia “monopolizzato” con i suoi uomini la sanità umbra! Pur non commentando l’indagine, riteniamo comunque opportuno che Orlandi lasci il suo incarico da Direttore regionale della Sanità, come chiesto dai consiglieri della Lega Fiorini e Mancini. Un Direttore della Sanità non può continuare a svolgere le sue funzioni da indagato in un’indagine molto delicata, che lo vede accusato per una nomina in un settore, la sanità appunto, dove lui opera ancora in un ruolo apicale e strategico e dove potrebbero emergere altre sorprese… Ne va del buon nome della Regione Umbria! Orlandi ha tutto il diritto di dimostrare la sua innocenza, ma sarebbe opportuno che lo facesse da privato cittadino, non da dirigente…

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

giovedì 20 luglio 2017

Perugina, la nostra battaglia continua!


Gli antichi dicevano che «la verità è figlia del tempo». C’è voluto del tempo, ma oggi è sotto gli occhi di tutti che cosa ha portato il vergognoso silenzio sulla Perugina dei mesi scorsi! Per mesi, se non anni, nel dibattito pubblico le questioni che io ponevo sulla Perugina venivano banalizzate, minimizzate da politici e sindacati, che con le loro “rassicurazioni” sull’azienda nascondevano volutamente la realtà e il suo impatto socioeconomico locale! E così la Perugina, vero fiore all’occhiello dell’economia regionale umbra, frutto di una genialità imprenditoriale d’altri tempi, è stata umiliata e alla fine ridotta a essere un “ramo periferico” di una multinazionale lontana… Nessuno ha detto una parola tra sindacati e sinistra (salvo rarissime eccezioni), anzi tutti fino a poco tempo esultavano per il Piano Industriale della Nestlè, quello dei «60 milioni in tre anni» da investire per la pubblicità dei prodotti e per l’aumento dei volumi produttivi e dei livelli occupazionali… Questo nei “sogni” di istituzioni e sindacati! Era palese che quel Piano Industriale, che smantellava reparti, era l’inizio della fine, ma doveva passare il concetto che “va tutto bene, madama la marchesa”… Noi ci siamo battuti in tutti i modi, abbiamo alzato la voce per provare a rompere l’assurdo silenzio sulla vicenda e in questi mesi abbiamo cercato chi, a destra e a sinistra, a livello nazionale e in Parlamento potesse condurre insieme a noi questa battaglia: l’unico che ha accolto il nostro appello fin da subito è stato il Senatore Stefano Candiani, Commissario della Lega Nord in Umbria, che ha presentato un’interrogazione al Ministro del Lavoro, dove riassume esattamente gli ultimi avvenimenti in Perugina: dagli annunciati 340 esuberi nel 2018 al Piano Industriale tanto vantato dai sindacati, fino all’accordo con Nestlè firmato dai sindacati che già prevedeva circa 250 esuberi! Accordo che oggi i sindacati dicono di non aver capito, dopo aver ignorato i segnali di allarme, lo smantellamento dei reparti produttivi ed essersi disinteressati della sorte dei lavoratori… Adesso aspettiamo riscontri del Governo a questa interrogazione, noi di sicuro andiamo avanti in questa battaglia, fino alla fine! La sinistra invece, che sarebbe la “paladina” dei più deboli, dov’è stata? Non si è sentita per niente, né a livello locale né nazionale! Ci sono voluti un Senatore della Lega e una donna imprenditrice di Destra per difendere l’azienda e i suoi lavoratori… Ricordo certi “geni” della sinistra, come il consigliere PD Giacomo Leonelli o i sindacalisti CGIL Vincenzo Sgalla, Michele Greco e Luca Turcheria, che mi attaccavano per le mie prese di posizione e mi accusavano in tutti i modi! Il Dottor Greco addirittura mi chiedeva con sarcasmo se avessi la sfera magica… Ha proprio ragione l’amico Avvocato Simone Pillon, che con passione si sta interessando alla vicenda, quando afferma che «quasi quasi è meglio stare con i “padroni” che con i sindacati»… Il disinteresse generale della sinistra ha provato una dura crisi per l’Umbria, come dimostra la vicenda della Perugina, ma anche il caso dei possibili esuberi alla Colussi e la vertenza delle Acciaierie di Terni, purtroppo ancora attuale. Temiamo che da settembre ci sarà una situazione molto critica per tante famiglie umbre e per la stessa Regione: per la sinistra al governo è ora di tornare ad occuparsi, non con i proclami ma con i fatti, dei suoi cittadini!

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

venerdì 7 luglio 2017

Perugina, sinistra e sindacato incommentabili!


Ormai sono finite le parole per qualificare l’atteggiamento di sindacati e politici sulla Perugina. Come si può credere a un sindacato che in un’assemblea, davanti ai lavoratori, confessa di non aver capito l’accordo firmato? E pensare che il Segretario Regionale Flai-CGIL è Michele Greco, laureato in legge… Non occorre essere principe del Foro per interpretare un accordo tanto chiaro! Questo accordo firmato dai sindacati prevede l’obbligo di ricollocazione solo per il 70% degli 819 addetti della Perugina, ciò significa che già in partenza erano annunciati circa 250 esuberi! Ma il “Dottor” Greco non aveva capito, o almeno è quello che vuole far credere… D’altronde la storia di questo sindacato in Perugina parla da sola: basti pensare a quando, nel 1999, la sede direzionale Perugina lasciò Perugia per Milano senza neppure un’ora di sciopero! Crollò un mondo fatto di impiegati, dirigenti e quadri, crollò un mondo fatto di fornitori e piccole aziende che gravitavano nel mondo Perugina, crollò un mondo di servizi: eppure, non una sola parola di protesta arrivò dal sindacato e dai “compagni comunisti” in Regione al seguito… Fino a pochi mesi fa i vari Vincenzo Sgalla, Luca Turcheria, Michele Greco, politici piddini e “sinistrorsi” (escluso Stefano Vinti, che era intervenuto più volte) applaudivano accordo e Piano Industriale Nestlè, mentre venivano smantellati i reparti produttivi biscotti e caramelle e venivano esternalizzate le “Strenne”. Questi “rappresentanti dei lavoratori” di matrice CGIL si vantarono dell’accordo e risposero con la solita arroganza a chi, come me, già denunciava il chiaro capestro che quell’accordo figurava. Non solo, si ersero a “co-manager” aziendali! Ora invocano il Mise per ridefinire un accordo da loro sottoscritto e vantato! Magari, per prolungare l’agonia dell’azienda, chiederanno ancora di ricorrere alla Cassa Integrazione e ad ammortizzatori sociali vari… E i compagni comunisti della sinistra radicale oggi sembrano svegliarsi dal torpore e annunciano battaglie e volantinaggi, invocando la “lotta operaia”: dov’erano quando la Perugina veniva smantellata pezzo per pezzo?! Nessuno di loro ha osato contraddire le dichiarazioni roboanti e rassicuranti dei “compagni” sindacalisti, sia mai che venisse a mancare il “soccorso rosso” al sindacato… Ad un anno di distanza, in un’assemblea tesa, dichiarano candidamente che loro, i sindacalisti-manager, non avevano capito, che l’azienda li sta ingannando. Ora, se c’è qualcuno che ha ingannato e tradito, quelli siete voi!!! Il disegno aziendale è chiaro da almeno 20 anni, reso possibile dalla vostra complicità… E come faranno i sindacalisti-manager a riguadagnare un briciolo di credibilità? Sembra che oggi si siano “inventati” un nuovo “specchietto per le allodole”… Questa volta si chiama Parco del cioccolato, idea che rimbalza da tempo in città, visto che Perugia è la città del cioccolato. Grazie a Perugina, guarda caso… Ma l’idea rimbalza da anni a San Sisto, dove c’è già un Museo e una Fabbrica da visitare. Ma quell’idea sarebbe dovuta essere la miglior vetrina di un marchio che funzionava e di una fabbrica che lavorava a pieno regime, non l’alternativa! Non la rappresentazione del fallimento! Dei 340 esuberi, il Parco quanti ne assorbirebbe? 50? 80? Ovviamente tutto lavoro stagionale, come si conviene ad un parco. Per la Regione sarebbe un toccasana, visto il crollo turistico generato dal terremoto; idem per il Comune di Perugia e per certa imprenditoria legata al mondo del cioccolato. Il Sindacato, c’è da crederci, lo vanterà come l’ennesima capacità di riconversione del proprio sito produttivo. Un’idea “geniale”, non c’è che dire! E tutti vissero felici e contenti. E disoccupati… Scusate sindacalisti, ma voi siete quelli che avevano ereditato una fabbrica vera di 4000 occupati? Siete quelli che si ispirano a tale Karl Marx che vi voleva difensori degli operai contro il surplus capitalistico? Chissà se sarebbe felice Karl Marx nel vedere oggi una grande azienda come la Perugina (Nestlè…) “cancellata” dall’incapacità e dal disinteresse di tanti, che lascia centinaia di famiglie e un’intera città in balia di un futuro senza certezze e senza lavoro…
Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia