Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

lunedì 21 settembre 2020

La Perugina e la “strategia” dei sindacati…

 


 

Ritorniamo a parlare di Perugina. Sebbene il sindacato tenda sempre a minimizzare i problemi e a fare proclami trionfalistici su nuovi volumi produttivi e ore di lavoro, purtroppo a San Sisto si ritorna a parlare di ulteriori esuberi e di almeno 33 contratti di solidarietà. Adesso sono stati individuati dall’azienda 8 esuberi tra le posizioni impiegatizie: parliamo di 8 impiegati che, a seguito di riorganizzazioni, vedono cancellare o trasferire la propria posizione di lavoro, con lo stabilimento di San Sisto che si sta riducendo a semplice sito produttivo, rimesso alle commesse straniere (Kit Kat Bunny, tavolette per l’Avvento, eccetera). Ad annunciare su La Nazione dell’8 settembre scorso gli esuberi è stato Daniele Marcaccioli, della Uila-Uil, che in teoria dovrebbe essere un rappresentante dei lavoratori ma, a leggere le dichiarazioni, sembra un perfetto manager Nestlè, volto più a fare da megafono alle intenzioni della multinazionale che a dire come intendono, lui e i suoi compagni sindacalisti, battersi per la difesa dei posti di lavoro!! A precisa domanda «Non preoccupano certe manovre?», il sindacalista ha dichiarato che «l’azienda ha ribadito la volontà di riorganizzare al meglio il lavoro in tutti gli stabilimenti del gruppo, puntando ad una verticalizzazione delle funzioni» e che «l’azienda pensa anche ad altre soluzioni indolore»!!! Quindi per il signor Marcaccioli ci sono esuberi e contratti di solidarietà che possono essere “indolore”… Quello che trapela, ancora una volta, è la funzione assurda di un sindacato “portavoce” dell’azienda, teso ad evidenziare solo degli aspetti politici che danno un contributo all’immagine aziendale. Altra questione: perché il lavoro straordinario di domenica? Perché i sindacati non fanno il loro lavoro, chiedendo l’assunzione di nuove persone? In una logica di perequazione,perché devi ricorrere a operai che già lavorano 6 giorni la settimana invece che cogliere l’occasione, anche in un momento difficile come questo, e fare qualche nuova assunzione, per far sì che la fabbrica funzioni tutta la settimana? Dove sta l’etica sindacale? È meglio che lavorino sempre più pochi operai oppure che si lavori meno ma tutti? Non una sola parola da parte dei sindacati sulle strategie che Nestlè ha intenzione di portare avanti per il rilancio, eppure anche in questo caso la situazione sembra tutt’altro che florida. Si continua a celebrare le nuove commesse: per carità nulla contro i Kit Kat o altri prodotti, ben vengano nuove commesse e nuove produzioni all’interno di San Sisto, tuttavia i volumi produttivi dei Kit Kat e di altri prodotti dovrebbero affiancare i prodotti caratteristici del marchio, non sostituirli come è già avvenuto! Basti pensare a tutti i cioccolatini e caramelle che abbiamo perso in questi anni, dai Tre Re ai Dimmi di Sì e Gianduiotti fino alle mitiche caramelle “Cinzia” e “Rossana”, senza dimenticare i biscotti “Ore Liete”… Le commesse che arrivano non sono altro che “boccate d’ossigeno” per lo stabilimento, di certo non costituiscono il rilancio né del brand né della fabbrica! In questo modo rischiamo seriamente di dover parlare, tra qualche mese, di altre decine di esuberi in “Perugina”, di dover raccontare altre storie umane drammatiche… Ma i sindacalisti di casa nostra continuano a minimizzare i problemi e ad esaltare nuove commesse e nuovi ipotetici volumi produttivi!! Tanto ci sono sempre gli ammortizzatori sociali da chiedere, oggi per almeno 33 dipendenti, domani chissà… A pagare è sempre lo Stato in una politica sindacale che ha fatto della precarietà del lavoro e della disperazione dei lavoratori un bacino utile per voti elettorali e per tessere sindacali!!!

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

lunedì 20 luglio 2020

Pediatria, una storia vecchia…



Il futuro della Pediatria all’Ospedale di Perugia da alcuni giorni è diventato il tema predominante del dibattito politico e mediatico umbro. La carenza cronica di personale sanitario, purtroppo, sta emergendo in tutta la sua forza adesso, ma il problema è molto più vecchio, ha delle cause ben più profonde. In questi giorni il PD, con in testa i “soliti” Bori e Bistocchi, si sta distinguendo nel cavalcare l’onda mediatica e la polemica… Ma con quale faccia il PD ha il coraggio di parlare ancora di sanità umbra e attaccare la giunta e l’Assessore Coletto, in carica da meno di un anno? Davvero vogliono farci credere che i problemi di Pediatria sono nati soltanto adesso, dopo le ben note vicende di “Sanitopoli”? Vicende nelle quali il reparto di pediatria è stato in più occasioni coinvolto: ricordiamo le famose intercettazioni in cui emergeva la volontà di dare una metaforica «bastonata tra i denti» alla Professoressa Susanna Esposito, che non si era piegata a ricatti e soprusi! In quelle occasioni non abbiamo sentito una sola protesta da parte di Bori e dei suoi compagni… Possiamo comprendere benissimo e far nostre le preoccupazioni di quelle associazioni che  pretendono spiegazioni e garanzie sul futuro del reparto, ma da Bori, dal PD e dalla sinistra non accettiamo francamente nessuna lezione su come far ripartire la sanità che loro stessi hanno gestito fino a ieri, facendo danni a livello di gestione e di immagine!!! Come dicevamo, i problemi in Pediatria, purtroppo, sono molto profondi e toccano innanzitutto la governance del reparto: dall’agosto 2013 al 2015 il reparto era in buone mani, affidato al Professor Alberto Verrotti, che rivestiva la carica di Direttore della Struttura Complessa della Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera, come Professore Associato. Nel 2015 il Professor Verrotti tornò in Abruzzo dove divenne Professore Ordinario e da quel momento sono iniziati  i problemi per la Pediatria di Perugia che si è trovata scoperta, con un solo ricercatore universitario a disposizione. La Direzione della clinica venne allora provvisoriamente affidata al Dott. Maurizio Stefanelli in qualità di facente funzioni, in attesa di un Professore indicato dall’Università, visto che la clinica pediatrica in convenzione  è a direzione  universitaria. Dopo vari approcci in Italia con diversi Professori Associati di Pediatria (di cui uno in servizio all’Ospedale Bambin Gesù che vinse il concorso bandito da Professore Associato ma non prese servizio) l’Università di Perugia bandì un posto da Professore Ordinario e la scelta dell’Università, tramite concorso, cadde sulla professoressa Susanna Esposito, all’epoca in servizio a Milano come Professore Associato. Il resto è storia nota e il triste epilogo della Professoressa costretta ad andarsene a Parma ancora oggi grida vendetta, ma su questo il silenzio del PD fa molto, molto rumore… Alla Esposito, al termine della sospensione, non fu restituita la guida della Pediatria e la Professoressa preferì trasferirsi a Parma, avendo avuto la opportunità di vincere il concorso da Professore Ordinario là bandito. Oggi il reparto è guidato dal Prof. Giuseppe Di Cara, l’unico ricercatore di cui  sopra, nel frattempo diventato Professore Associato. La giunta e l’Assessore Coletto, insieme al nuovo commissario Marcello Giannico, si trovano quindi a fronteggiare una situazione molto delicata, figlia di problemi ben più intricati e profondi, come abbiamo descritto sopra. Si dice purtroppo che molti pediatri, oggi, hanno riserve nell’accettare di trasferirsi a Perugia proprio per la mancanza di una governance stabile e per le note vicende giudiziarie e di cronaca che hanno travolto l’Azienda Ospedaliera lo scorso anno. Siamo preoccupati anche per la Scuola di specializzazione di Pediatria: quale sarà il suo futuro…? Per fronteggiare l’emergenza e garantire il servizio nel reparto si sta adottando una soluzione “tampone” fino a fine anno, con medici “esterni”, in attesa del concorso per 5 posti a tempo indeterminato, le cui procedure dovrebbero concludersi entro l’anno.  L’Assessore Coletto e il Direttore Regionale Dario dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter lavorare serenamente e prendere in autonomia tutte le decisioni sulla sanità e la coalizione di centro-destra dovrebbe far quadrato intorno a loro, a partire dalla Presidente Tesei...  Coletto e Dario rappresentano le uniche speranze di vero cambiamento nella sanità, cambiamento necessario per attirare le migliori figure professionali per l’azienda Sanitaria di Perugia e gli altri ospedali dell’Umbria, se necessario anche da fuori Regione. Le migliori menti della sanità umbra, a poco a poco, stanno andando via, tra trasferimenti e pensionamenti: se non verranno adeguatamente rimpiazzate la nostra sanità, e insieme ad essa la nostra Università, rischiano una crisi senza precedenti!
Carla Spagnoli Presidente Movimento per Perugia

giovedì 23 aprile 2020

Perugia, riapriamo i reparti dell’ospedale!



La terribile pandemia del Coronavirus, oltre a provocare morte e dolore, ha messo in sordina un altro dramma di cui oggi non si parla più: quello dei malati e dei morti per il cancro!!! Se qualcuno se ne fosse dimenticato, le persone continuano a morire anche per altre malattie. Basta guardare i numeri forniti dal Direttore della Sanità umbra Claudio Dario e riportati in un articolo de La Nazione dell’8 aprile: in media in Umbria si verificano 800/900 decessi al mese per altre patologie. Malgrado i numeri e le denunce, a Perugia le situazioni si aggravano, oggi le attività ordinarie dell’ospedale sono bloccate, paralizzate, c’è poco personale, le liste d’attesa per gli interventi richiedono anche mesi e la situazione è decisamente più esplosiva rispetto al Coronavirus, almeno nella nostra regione! Occorre intervenire subito e sbloccare l’attività ordinaria dell’ospedale, altrimenti rischiamo di creare pregiudizi gravi ai malati oncologici: nel caso di un malato di cancro è essenziale intervenire un giorno prima, non 15 giorni dopo! Altrimenti si corre il rischio serio di passare da un paziente curabile ad un moribondo in pochissimo tempo… Tutto questo, oltre ad avere un impatto devastante sulla salute dei malati e ad aggiungere dolore e sofferenze, ha anche conseguenze economiche per la stessa Azienda Ospedaliera: se non si interviene con tempismo, infatti, si è costretti poi a ricorrere a interventi e cure più importanti e, ovviamente, più costose. Purtroppo il dramma del Coronavirus, che grazie a Dio in Umbria ha avuto un impatto contenuto, ha penalizzato i malati di altre patologie, i tantissimi malati cronici che trovano chiusi gli ambulatori e, soprattutto, i malati oncologici! Prima dell’emergenza gli altri reparti erano pieni, adesso si sono svuotati e non si fanno più interventi chirurgici, se non in casi estremi e gravi. Per la cura del Coronavirus a Perugia bastano i reparti di Medicina Interna e Malattie Infettive e di Pneumologia, gli altri reparti devono essere riaperti per curare tutti i pazienti… Occorre anche una migliore redistribuzione di medici e infermieri e tornare ad operare, a fare di nuovo gli interventi chirurgici! Non dimentichiamoci che in Umbria esiste già un Centro Covid esclusivo ed è l’ospedale di Pantalla… La vera patologia nella nostra regione continua ad essere il cancro, con 3000 nuovi malati l’anno!!! Eppure quello che serve per la cura e la prevenzione, screening, analisi, eccetera, tutto è bloccato ormai da 60 giorni: adesso basta! È ora di pensare ad un ritorno all’ordinario con un rafforzamento delle risorse umane che già prima di questa emergenza erano carenti, questa lunga stasi ha aggravato ulteriormente la situazione e la gente è disperata. Occorre un piano straordinario di rafforzamento per recuperare il tempo perso: 15 o 30 giorni di ritardo per un malato di cancro, spesso, equivale alla morte!
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

venerdì 17 aprile 2020

Corso Garibaldi, la gente chiede sicurezza!



Non si fermano le segnalazioni che continuano ad arrivarci dai perugini su degrado e insicurezza nelle strade, tanto nel centro quanto nelle frazioni. L’ultimo sfogo ricevuto riguarda Corso Garibaldi e le sue caratteristiche e bellissime traverse. Anche qui, come a Fontivegge, ci risulta che in questo periodo le vie siano tutt’altro che deserte e che accadano cose veramente assurde. Innanzitutto ci è stato segnalato che sulle strade della zona lo spaccio di droga, un problema ormai vecchio, non si sia fermato e che gli spacciatori, incuranti della legge e della quarantena,  continuano ad incontrare i loro “clienti” tossici e i loro “compari” criminali, pressoché indisturbati. Pare che un “covo” di spaccio sia da tempo il punto dove si trovano i distributori automatici di cibi e bevande. Sembra anche che questi balordi abbiano ormai un “meccanismo” collaudato per portare avanti i loro sporchi affari e dileguarsi all’arrivo di una volante di Polizia o Carabinieri: in tal caso spacciatori e “clienti” si nascondono nelle vie limitrofe per qualche minuto, per poi ricomparire nel Corso in tutta tranquillità! Non solo, al danno si aggiunge la beffa… Si perché questi criminali non si limitano solo a spacciare, ma pensano pure di essere i padroni assoluti e non risparmiano i loro strilli e urla a tutte le ore, alla faccia del rispetto civile e del decoro, e spesso sono soliti camminare con cani di grossa taglia e pericolosi senza nemmeno tenerli al guinzaglio!!! Come è possibile tollerare tutto ciò in una società civile? Come si può permettere a certi loschi figuri di fare quello che vogliono in una città come Perugia, che è il capoluogo e il “biglietto da visita” di un’intera Regione? Ricordiamo che Corso Garibaldi fa parte del centro storico, cuore della città, parliamo di un borgo stupendo, circondato dal verde, da panorami mozzafiato e da opere d’arte che sono un patrimonio di tutti (come non citare la meraviglia del Tempio di San Michele…). Corso Garibaldi è un vanto di tutta Perugia e dovrebbe essere una risorsa inesauribile per il turismo e per chi ci vive… Invece Corso Garibaldi non è ancora morto solo grazie ai residenti e al lavoro instancabile ed encomiabile delle associazioni, che fanno quello che possono con amore e passione. La gente del posto è molto stanca e preoccupata per questa situazione di insicurezza, le vie del Corso sono occupate dai delinquenti sia alla luce del giorno, sia di notte. Questa gentaglia può stare per strada in tutta calma, con cani sciolti e persino accompagnati da spranghe o altro (anche le risse, purtroppo, sono frequenti)… È preoccupante il “senso di sicurezza” che hanno questi balordi che, evidentemente, non temono le restrizioni dovute al Coronavirus e nemmeno le Forze dell’Ordine! Uno schiaffo alla pazienza della gente perbene!!! Ci auguriamo maggiori controlli su tutta la zona, e soprattutto perlustrazioni a piedi nei vicoli da parte delle Forze dell’Ordine, per “liberare”  Corso Garibaldi dai criminali e per garantire che tutti osservino le restrizioni per contenere il virus, nessuno escluso…

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

giovedì 9 aprile 2020

Fontivegge, tra insicurezza e degrado!



Nemmeno la tragedia del Coronavirus e l’obbligo di restare a casa sono riusciti a liberare Fontivegge e le sue strade dai balordi, e il senso di insicurezza nel quartiere non sembra diminuire. Solo negli ultimi giorni le cronache ci hanno parlato di uno scippo ai danni di un anziano che aveva appena ritirato la pensione e di un’aggressione brutale ai Carabinieri da parte di un criminale di colore che non voleva subire controlli. Capiamo benissimo che in un momento drammatico come questo la priorità assoluta è l’emergenza Coronavirus, tuttavia i problemi che da anni affliggono la nostra città, come quello della sicurezza a Fontivegge, non possono essere trascurati o, peggio ancora, dimenticati! Un’esigenza fondamentale, come la sicurezza, non può restare inascoltata… Da tempo i residenti del quartiere chiedono misure che non devono più essere rinviate! Bene, innanzitutto, che sia stato chiuso il  sottopasso che dalla stazione porta a Via del Macello, diventato ormai covo di tossici e spacciatori. A tal proposito, alcuni residenti lamentano la presenza a Fontivegge del servizio di Comune e Usl “Unità di strada” per drogati, senza tetto e prostitute. L’Unità di strada, in pratica, offre a chi è iscritto al Sert metadone, profilattici e siringhe nuove. In un momento come questo, un servizio del genere costituisce un “assembramento” di persone e fornisce un giustificato motivo per farsi trovare alla stazione, richiamando peraltro la presenza di spacciatori! Si potrebbe pensare ad uno spostamento di questo servizio? Inoltre in tempi di Coronavirus, in cui i cittadini sono chiamati a rimanere nelle proprie abitazioni, il controllo dei contratti d’affitto nella zona e dei relativi affittuari è un provvedimento prioritario che il Comune deve attuare, servendosi dei Vigili Urbani per collaborare con le Forze dell’Ordine. Ci chiediamo anche che cosa si vuole fare del Presidio Fisso di Polizia, inaugurato un anno fa ma che lo scorso marzo risultava chiuso (anche se poi fu riaperto, come riportato sul Messaggero)… Purtroppo la carenza d’organico della Polizia, anche questo un problema grave che non può essere dimenticato, non aiuta di certo a potenziare i Presidi Fissi di Polizia a Fontivegge e nel centro storico. Eppure il Presidio Fisso, richiesto a gran voce dai residenti, è stato il “pezzo forte” della giunta Romizi durante l’ultima campagna elettorale e quindi è doveroso dare delle risposte chiare e trasparenti su questo punto! Nel quartiere continuano a registrarsi quotidianamente episodi di violenza, risse tra bande, spaccio, furti, scippi e altri odiosi reati di strada, persino in questi giorni di isolamento e di strade che (dovrebbero) essere deserte. La gente è stanca di balordi e spacciatori che stanno in giro, fregandosene del distanziamento sociale, e seminano paura e insicurezza… Basta già la tragedia del Coronavirus a incutere terrore e incertezza, lasciateci almeno vivere in sicurezza!

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia