Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

martedì 20 marzo 2018

Perugina, una tragedia annunciata!



Rabbia, dolore, costernazione: sono queste le sensazioni che ho provato, e provo tuttora, dinanzi a quei lavoratori impiegati della Perugina-Nestlè licenziati con effetto immediato: gente che ha dato la vita per l’azienda e il marchio e che in fretta e furia ha dovuto riempire gli scatoloni con i loro effetti personali e liberare le scrivanie e gli uffici! Posso solo immaginare come si sentano e cosa stiano provando questi lavoratori… «Cartoni, gente in lacrime, gente che urla, gente che si nasconde nei bagni e gente che prova a ridere e consolare», bastano queste poche ma dure parole, tratte dal sito umbriajournal.com, per descrivere la cruda realtà della Perugina di oggi, la sua lenta agonia risoltasi in tragedia! Una tragedia annunciata da troppo tempo, iniziata con lo spostamento del Centro Direzionale a Milano nel 1999, con la cancellazione di prodotti storici (Cinzia, Pomona, Torrone “Nigro”, eccetera), con l’assoluta mancanza di nuovi prodotti, di pubblicità e di una seria strategia di rilancio sul mercato, e proseguita con quel Piano Industriale sciagurato e quegli Accordi “capestro” tra Nestlè ed RSU del 2016, che hanno permesso di portare via da San Sisto due grandi reparti (“Ore Liete” e “Caramelle”) e i loro macchinari, di esternalizzare il reparto dei regali aziendali (le “Strenne”), una tragedia che ora sta prefigurando i peggiori scenari possibili!!! Io però oggi non piango tanto per l’azienda: la Perugina, anima e cuore della mia bisnonna Luisa, è morta quando è stata venduta a Nestlè e quando è stata trasformata da azienda dolciaria, fatta di un mondo di prodotti, a fabbrica del cioccolato e di soli Baci e Tavolette, con il placet dei sindacalisti… Io piango per tutti gli operai che hanno lavorato per anni in Perugina e per gli effetti sociali devastanti per centinaia di famiglie sul territorio, che si ritrovano senza certezze e speranze nel futuro! Fa male vedere tutta questa disperazione e pensare che non c’è al momento una soluzione, che non si vede la luce in fondo a questo tunnel maledetto… Le prime “vittime sacrificali” di questo scempio sono gli impiegati in ufficio, i cui licenziamenti hanno effetto immediato: impiegati dimenticati per lungo tempo dai sindacati (sono stata io la prima, ahimè, a ricordare gli impiegati Perugina sui giornali), costretti ad “emigrare” in altre aziende dopo la chiusura di storici uffici, decisa da Nestlè senza alcuna resistenza, oppure ad “insegnare il mestiere” a giovani venuti a Perugia per sfilare loro il lavoro! I sindacati dovevano tutelare impiegati e maestranze dall’inizio alla fine: non c’erano e non ci sono stati! Hanno sempre e solo pensato alla “strategia” dell’assistenzialismo di Stato… Sulle Istituzioni, meglio stendere un velo pietoso: assenti, impotenti, lontane dai lavoratori, capaci solo di andare nei tavoli di “trattativa”, dire frasi di circostanza e fare sorrisini e strette di mano: ora che siamo alla fine qualche politico si muove, tanto esporsi a cose fatte non costa niente… Chi si è mosso a tempo debito contro Nestlè e la sua potenza? Quali Deputati e Senatori umbri hanno seriamente “pungolato” la multinazionale e chiesto che fine hanno fatto quei famosi 60 milioni d’investimenti? Nessuno ha messo al centro questa domanda, per ignoranza e per paura!!! Adesso che fine faranno questi lavoratori e le loro famiglie? Come si manterranno? Chi penserà a loro? I sindacati? La Presidente Marini e la sua giunta? Il Viceministro Bellanova, il cui “operato” è sotto gli occhi di tutti? Oppure Matteo Renzi, che da Premier andava in visita a San Sisto a complimentarsi con i vertici Nestlè per «questa storia di successo» e per i «PROGETTI FUTURI DI SVILUPPO» e poi prometteva agli operai di “stare con il fiato sul collo della Nestlè”: si è visto quanto fiato hanno sprecato… Ripetiamo: questa era una tragedia annunciata e ora qualcuno dovrà prendersi le responsabilità del proprio “operato” e pagare di fronte ai lavoratori!!!
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

venerdì 16 marzo 2018

Dio ci salvi da queste “femministe”!



È proprio vero che al peggio e all’indecenza non c’è mai fine! Come si può commentare lo scempio fatto l’8 marzo da “4 gatti” pseudo-femministe che hanno inscenato, di fronte alla Cattedrale di Perugia (luogo sacro per i cristiani!) un’oscena parodia delle litanie cattoliche? Una parodia schifosa, volgare, inutile e provocatoria, che la dice lunga su chi siano oggi le “femministe” e quale sia la loro “levatura” culturale, morale, umana! “Femministe” silenti dinanzi a centinaia di donne lavoratrici umbre terrorizzate e disperate per il loro futuro (vedi le operaie della Perugina o della Colussi), “femministe” che non aprono bocca di fronte alla tragedia di una ragazza di Macerata, Pamela, uccisa e squartata a Macerata senza pietà da belve, “femministe” mute dinanzi all’uso che ogni giorno si fa in tv e sui social del corpo della donna, trattata alla stregua di un oggetto, ma sempre pronte a fare brutte “carnevalate” in centro, a inscenare “scioperi” contro non si sa che, a rivendicare diritti con sterili slogan e, ovviamente, a oltraggiare tutti i cristiani con disgustose blasfemie… La cosa più grave è che lo “spettacolo” di bassa lega di questi “4 gatti” è stato recitato quando la Cattedrale era aperta a visitatori e fedeli e quindi all’interno c’era gente che magari pregava, si confessava o semplicemente era in raccoglimento spirituale! Qualcuno di queste “femministe” ha pensato, anche solo per un istante, a come poteva sentirsi quella gente nel sentire le loro oscene parole? Hanno pensato che nel Corso e in piazza passavano anche dei bambini? Questa è l’ennesima dimostrazione del loro concetto di “rispetto” dell’altro, verso sentimenti come la Fede, la prova del loro “stile” sempre riconoscibile… Nessuno vuole contestare il diritto a manifestare di questi soggetti, ma qui si è superato abbondantemente il limite del rispetto reciproco e anche della legalità! Ricordiamo infatti alle “signorine” che, come giustamente osservato dal Popolo della Famiglia, l’Art. 403 del Codice Penale  dice che «Chiunque pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di chi la professa, è punito con la multa da euro 1000 a euro 5000». Ci auguriamo che la Magistratura intervenga quanto prima e faccia gli opportuni approfondimenti del caso… Come donna, io mi dissocio da queste “sceneggiate” e non mi sento affatto rappresentata da queste “femministe” capaci solo di oltraggiare, insultare chi non la pensa come loro e pretendere rispetto senza darlo a loro volta! Mi auguro anche la Curia di Perugia faccia sentire forte la sua voce sui media e con le Istituzioni contro queste provocazioni e prenda una posizione netta e decisa, a tutela dei luoghi sacri e dei fedeli… Dopo la parodia della Madonna al Perugia Pride del 2017 e dopo questo ennesimo sfregio alla fede cristiana, che nulla ha a che vedere con la festa dell’8 marzo, è ora di dire basta a queste attacchi continui e impuniti!!!
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

mercoledì 14 marzo 2018

Il finale inglorioso della vertenza Perugina



Sindacati Perugina: tutto, tranne il lavoro! È questa la sintesi che è emersa dall’incontro che ha “sbloccato” la vertenza Perugina. “Grazie” all’intermediazione sindacale, i lavoratori oggi sono molto più favoriti nel lasciare l’azienda per tentare altri posti di lavoro… Per quelli che vogliono restare, la soluzione è passare a forme di part-time “flessibile”, che comportano la perdita di ore di lavoro e quindi l’abbassamento dello stipendio! A due anni di distanza dalla dismissione di reparti e prodotti, tutto avvenuto sotto gli occhi di un Sindacato che esaltava la “rivoluzione” della fabbrica di San Sisto, l’ultimo confronto si è chiuso con rassicurazioni su tutti i fronti, tutti tranne quello di accrescere il lavoro! Così, chi vuole rispondere ad offerte di lavoro di altre aziende potrà essere riassunto da Perugina in caso di licenziamento entro i 14 mesi, ma solo come stagionale!!! Chi sceglierà il part-time ridotto, con stipendi poco superiori a 750 euro, riceverà, sembra, qualche incentivo in più per i primi anni. E dopo? Quale “etica” sindacale e “strategia” ci sono dietro questo precariato crescente? In Perugina l’età media non può essere alta, dopo decenni di prepensionamenti. Quali prospettive di vita avranno quei padri e madri di famiglia con stipendi così bassi? Per i primi anni non cambia niente, dicono. E allora? Metter su famiglia, avere un progetto di vita, può essere limitato ai primi 5 anni? Dopo come si sosterranno queste famiglie nascenti? Andranno ad elemosinare…? L’articolo del Direttore Franco Bechis della scorsa settimana è illuminante quando parla di un Sindacato poco propenso a far “migrare” i lavoratori Perugina verso altre aziende! Il motivo, a parere di Bechis, è che se i lavoratori se ne vanno, il Sindacato perde iscritti. Un sospetto non infondato, vista anche la pronta replica del “solito” Michele Greco! Il mio pensiero va oltre: un popolo di lavoratori precari è un ottimo “cliente” per il Sindacato Perugina! Questo spiegherebbe il teatrino dal 2016 con un Sindacato che firma, poi si stupisce di cosa ha firmato, ammette di non capire, si mobilita ma non troppo e giorno dopo giorno si accontenta di piccoli risultati! In un momento in cui l’istituzione sindacale è in crisi, il Sindacato Perugina si è guadagnato almeno altri 5 anni di vita… 5 anni di attese e timori per i lavoratori, 5 anni di “protezione” sindacale (si fa per dire), in cui ci si è “infischiati” dei lavoratori già in Cassa Integrazione o pronti ad andarci nei prossimi mesi! Abbiamo visto la storia di “Embraco”: è bastato un solo ministro (Calenda) che parla con i lavoratori, fila dritto a Bruxelles e torna con la vittoria di aver bloccato tutto, almeno per un anno… Nel caso di Perugina abbiamo assistito invece a due anni di incontri, viaggetti a Roma dal viceministro Bellanova, consultazioni varie e incontri stanchi e inconcludenti. Non sono mancate però le dichiarazioni, sui giornali, di un Sindacato quasi belligerante! Pagine “gloriose” di storia sindacale che però i lavoratori iniziano a capire, visti anche i risultati elettorali: l’Umbria ha cambiato diametralmente colore, senza cadere nelle illusioni, ma dando un segnale forte e maturo! Il segnale di lavoratori e cittadini traditi dal Sindacato e delusi dalle Istituzioni, a partire dalla Presidente Marini e dalle sue dichiarazioni sterili e di facciata che porteranno nel 2020 a deporre le bandiere rosse nei cassetti! Per non parlare delle dichiarazioni dell’Assessore Paparelli che definisce l’accordo «propedeutico al rilancio di un’industria e di un marchio strategici»… Cittadini delusi da un PD che ha parlato di tutto tranne che di lavoro e da una sinistra che non si è voluta “sporcare le mani” con la vicenda Perugina. E, vista la mia nota imparzialità, delusi anche da una Giunta e da un Consiglio comunale che non si sono affacciati sulla questione Perugina, neppure con i consiglieri di opposizione. Sulla Perugina si è mosso di più il Cardinale Bassetti che i politici dall’anima comunista! Questo il quadro di una gestione “di sinistra” che in due anni ha visto il Sindacato prima svendere il lavoro-fatto di prodotti, reparti e posti- ed oggi svendere i lavoratori e la loro dignità!

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia


giovedì 8 marzo 2018

Elezioni, l’Umbria “boccia” la sinistra…



I recenti risultati elettorali rappresentano in Umbria l’ennesimo “schiaffo” ad un sistema di potere che per 70 anni ha fatto il bello e il cattivo tempo in tutta la regione. La vittoria schiacciante del centro-destra in tutti i collegi umbri ha dato un “avviso di sfratto” al PD e ai compagni e alla loro politica disastrosa e arrogante che ha portato l’Umbria tra i fanalini di coda per sviluppo, occupazione, collegamenti e tra i primi posti in termini di cittadini depressi! I “compagni” di sinistra ormai da tempo hanno perso il contatto con la realtà, con il territorio, con la gente, la sinistra un tempo sapeva ancora parlare con le classi popolari ma oggi ha completamente smarrito la sua missione originaria e il suo “spirito operaio” per diventare sempre più snob e “radical-chic”! L’ultima campagna elettorale ne è stata la prova più lampante: niente proposte o argomenti da affrontare, se non quello di evocare presunti “fantasmi del fascismo” con tanto di caccia al “fascista” o presunto tale… Hanno “urlato” inesistenti pericoli di “dittature razziste” e di squadrismi violenti quando gli unici violenti, a parole e nei fatti, sono stati sempre loro!!! Nel frattempo, tra una manifestazione antifascista e l’altra, c’erano, e ci sono ancora, quasi un migliaio di posti di lavoro a rischio in tutta l’Umbria, nella Perugina ci sono ancora 364 famiglie a rischio lavoro e con poche speranze per il futuro, diventate da un giorno all’altro soltanto dei “numeri in esubero” grazie anche a sindacalisti colpevoli di aver messo le loro firme (e la loro faccia) su accordi “capestro”. I lavoratori non sono stati la priorità in campagna elettorale e la sinistra ne ha fatte le spese! L’augurio è che il messaggio lanciato dai cittadini diventi ancora più forte alle prossime elezioni amministrative: c’è voglia di cambiamento, questa sinistra è arrivata al capolinea e non “incanta” più nessuno! Il risultato del centro-destra, trainato da una Lega dirompente, è andato oltre le più rosee aspettative: ora ci aspettiamo che i nuovi deputati Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti, Raffaele Nevi, Catia Polidori, Emanuele Prisco e i nuovi senatori Luca Briziarelli, Donatella Tesei, Franco Zaffini, Fiammetta Modena e soprattutto l’amico Simone Pillon, persona di grande valore eletto in Lombardia con la Lega, sul quale riponiamo grandi speranze, portino finalmente in Parlamento la nostra Regione e le sue gravi “precarietà”…

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia