Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

martedì 12 marzo 2019

Arma dei Carabinieri, una situazione di emergenza!



Abbiamo più volte parlato della difficile situazione che stanno vivendo i nostri poliziotti e la Polizia Penitenziaria, ma anche l’Arma dei Carabinieri, purtroppo, non se la passa tanto meglio, in Umbria e in tutta Italia: insomma, se Atene piange, Sparta non ride! I nostri Carabinieri, da tempo, si trovano a dover fronteggiare una carenza d’organico ormai cronica, i cui effetti si fanno sentire pesantemente sulla sicurezza, con la difficoltà sempre maggiore di garantire un controllo completo ed efficace del territorio: basti pensare che nella sola città di Perugia, quando va bene, ci sono soltanto due volanti per turno della Polizia e due dei Carabinieri, mentre ne servirebbero almeno 3 per turno… Quel che è peggio, però, è che i Carabinieri, oltre ad essere pochi, sono anche anziani! L’età media, infatti, si attesta intorno ai 47 anni. Non a caso, della necessità di assumere e ringiovanire il personale dei Carabinieri ha parlato a lungo il Comandante Generale dell’Arma Giovanni Nistri durante un’audizione alla Camera in Commissione Difesa, lo scorso anno: chi pensa ai nostri Carabinieri? Questi campanelli d’allarme verranno ascoltati o cadranno ancora una volta nel vuoto? Ci auguriamo che questo Governo del cambiamento possa invertire la rotta rispetto a chi li ha preceduti e non si dimentichi della Benemerita e dei suoi militari… Intanto i Carabinieri si trovano costretti a convivere con questa emergenza organica e debbono correre ai ripari per garantire comunque la sicurezza degli italiani: e così i militari in servizio sono chiamati agli straordinari e a carichi di lavoro stressanti, che di certo non li aiuta nei loro compiti! Quanto può durare ancora una situazione del genere? Come può l’Arma operare in queste condizioni? Dov’è lo Stato nei confronti di questi suoi fedeli servitori…? I problemi per la Benemerita, purtroppo, non finiscono qui: oltre agli sforzi immani che i militari debbono sostenere, la carenza d’organico sta portando i vertici  a rimodulare gli orari delle Stazioni dei Carabinieri, da sempre il fiore all’occhiello di tutta l’Arma, punto di riferimento storico per tutti i cittadini, specie dei piccoli centri. Una rimodulazione degli orari che non può non tener conto di aspetti come l’apertura al pubblico, il controllo del territorio ma anche, purtroppo, la mancanza di personale: con un organico ridotto all’osso, come possono sopravvivere le Stazioni? Ma se chiudono le Stazioni, inevitabilmente viene a mancare la presenza dello Stato in certi territori e crescono i problemi legati alla sicurezza: insomma, siamo arrivati al “cane che si morde la coda”!!! Purtroppo non bastano una manciata di assunzioni in tutta Italia per risolvere un problema ormai radicato, frutto di errori e sottovalutazioni di un’intera classe politica che, da almeno un decenni, ha dimenticato le sue Forze dell’Ordine: basti pensare al blocco del turn over che ha paralizzato e invecchiato le Forze di Polizia… Qualcosa, però, bisogna pur fare, il Governo deve avere il coraggio di trovare le risorse per assumere nuovi Poliziotti e Carabinieri: nell’Arma, oggi, la sola Organizzazione Territoriale patisce un deficit organico di circa 5797 unità, e gli assetti dedicati al controllo del territorio e posti alle dipendenze dei Comandi Provinciali che mancano di circa 6337 unità complessive, su tutto il territorio nazionale! Numeri che fanno rabbrividire ma che descrivono alla perfezione lo stato d’emergenza dell’Arma. Per garantire un efficace controllo del territorio, l’Arma oggi sembra indirizzata a promuovere «il graduale riassorbimento dei sovra organici dei Servizi Amministrativi, Reparti Comando e Uffici di Stato Maggiore»: in pratica, si ricorrerà agli Uffici per mandare i Carabinieri a pattugliare il territorio. Attenzione, però, ad impoverire gli uffici: ricordiamo che gli uffici delle Forze di Polizia svolgono delle funzioni fondamentali per la sicurezza e portano avanti le indagini che permettono di incastrare e portare in carcere i delinquenti. Il rischio, quindi, è quello di mandare poliziotti e Carabinieri a pattugliare le strade ma di lasciare pochi uomini a condurre le indagini… E uno Stato che si rispetti non può garantire il controllo del su territorio a discapito dei suoi Uffici: ci vogliono semmai nuovi e giovani Poliziotti e Carabinieri!

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

lunedì 4 marzo 2019

Luisa Spagnoli sempre tirata per la giacchetta!

Povera bisnonna Luisa! Ogni qualvolta si parla del futuro della Perugina tutti, nessuno escluso, la citano per portarla dalla propria parte e giustificare certe posizioni o dichiarazioni: già in passato abbiamo visto il nome della bisnonna citato a sproposito o contro di me da gente come Vincenzo Sgalla, Segretario regionale CGIL, Giacomo Leonelli, consigliere regionale PD, e Giuliano Giubilei, “novello” politico candidato a sindaco della città per il centrosinistra… Ora a scomodare la nonna Luisa, della cui esistenza e genialità tutti si sono ricordati solo DOPO la fiction, è stata addirittura la Nestlè che è arrivata persino a dire che «Luisa Spagnoli sarebbe fiera di un auspicabile dinamismo di marca», proprio quel dinamismo che, guarda caso, la multinazionale sta pensando per la Perugina.
Queste affermazioni si inseriscono in una lettera pubblica dove la Nestlè, in risposta ad un’interrogazione dell’On. Tiziana Ciprini, conferma l’arrivo a San Sisto dei Kit-Kat ma parla anche di «prevista dismissione di volumi marginali», ossia altri prodotti del marchio, definiti come «vecchia guardia sempre meno interessante per i gusti». Quindi, in base a questa lettera, la mia bisnonna dovrebbe essere fiera di vedere la sua Perugina spogliata di prodotti che ne hanno fatto la storia e l’identità? Dovrebbe essere fiera di prodotti che vengono cancellati e definiti marginali?
Mi dispiace, cara Nestlè, ma non credo affatto che la mia bisnonna sarebbe fiera della Perugina di oggi: la sua Perugina era un’altra cosa, era un mondo dolciario che non aveva soltanto i Baci o le Tavolette ma mille altri prodotti… Non credo che Luisa sarebbe fiera di vedere le sue caramelle “Rossana” prodotte in Piemonte, lontane da Perugia e dalla Perugina né, credo, apprezzerebbe che si parlasse di “volumi marginali” da dismettere, prodotti che probabilmente faranno la triste fine delle mitiche “Cinzia”, ancora oggi rimpiante dagli appassionati! Cara Nestlè, voi dite che la “vecchia guardia” è sempre meno interessante per i gusti dei consumatori, ma è davvero così?
Allora perché tirare in ballo la bisnonna Luisa, capostipite della “vecchia guardia”….? Tornando alle caramelle Rossana: nel 2016 erano state ritenute un prodotto “residuale”, quasi superato dopo 90 anni di storia gloriosa e per questo furono esternalizzate, nel silenzio sciagurato dei sindacati: la storia, però, vi ha dato torto, visto che le “Rossana” sono rinate grazie all’azienda FIDA e sono apprezzate e ricercate dai consumatori: semplicemente, bastava investirci, pubblicizzarle, sfruttare il loro potenziale…
Perché, oggi, ripetere lo stesso errore con i prodotti da voi definiti “vecchia guardia”? Perché, invece di definirli marginali, non si prova a incrementarne i volumi, a renderli più accessibili sul mercato, a pubblicizzarli e ad investirci sopra? La “vecchia guardia” non sono prodotti qualunque, ma peculiari della Perugina e della sua Peruginità!
Ben vengano i Kit-Kat, i Tartufi e altre produzioni, per carità, ma perché le nuove debbono per forza escludere quelle storiche? Condividiamo la riflessione amara del Dottor Francesco Falcinelli, ex Dirigente Perugina, quando afferma che «distruggendo i prodotti Perugina si distrugge il futuro di San Sisto, eliminando ogni aggancio alla Peruginità di questo stabilimento»: eliminando la “vecchia guardia”, cosa rimane di caratteristico in Perugina?
A questo punto, chiudo il mio intervento rivolgendomi ancora ai sindacati, in primis alla FLAI: possibile che non abbiate nulla da dire a riguardo? Possibile che non si intervenga per fermare queste dismissioni, che ci si accontenti dei soli Kit-Kat? Perché non ricordate all’azienda che i volumi produttivi, prima del 2015, non erano mai scesi sotto le 25.000 Tonnellate a San Sisto, mentre nel 2018 si sono attestate sulle 21.000 Tonnellate? Il tutto nonostante un Piano Industriale da 60 milioni d’investimenti in tre anni e mille altri annunci! Sindacati, se non ponete neppure queste domande in difesa degli operai e del lavoro, qual è la vostra ragione d’esistere? Qual è la vostra missione…?