Il vicepresidente di Nestlè in un’intervista ha assicurato
che ‹‹I Baci Perugina non si vendono›› e che ‹‹dopo la San Pellegrino vogliamo
far crescere anche Buitoni e Perugina››. In tutta l’intervista il
vicepresidente ha fatto leva solo sul passato, non una parola è stata spesa su
come rilanciare la Perugina o su nuovi prodotti: le novità introdotte
ultimamente hanno poco respiro e portano alla proliferazione dei “Baci” in una
serie di varianti che non rafforzano il prodotto, anzi lo indeboliscono! Il
manager ha evocato anche i miti e i personaggi del grande schermo che si sono
prestati a pubblicità per i “Baci”, ma quali pubblicità vengono fatte oggi per
i prodotti Perugina? I Baci erano presenti agli albori della pubblicità
televisiva, nei primi anni di Carosello, mentre oggi le campagne pubblicitarie,
a eccezione di quelle per i “Baci” a San Valentino, sono inesistenti! Inoltre,
nel leggere l’intervista, sembra che per Nestlè la Perugina sia solo il “Bacio”...
Ma il marchio, e quindi lo stabilimento di San Sisto, si è sempre imposto per
un “mondo Perugina”, un mondo caratterizzato da varietà di prodotti, da varie
combinazioni e che si presentava sul mercato non solo con i “Baci”, ma anche
con cioccolatini, tavolette, dragèes, uova cacao, pasticceria, caramelle e
panettoni. Oggi le caramelle sembrano “vecchie” e non danno immagine di
allegria. In un mercato invaso da gommose, gelatine e generi dietetici la
Perugina è rimasta ancorata al vecchio concetto di caramelle dure! Anche la
linea dei pasticcini appare superata e rituale, senza avere confezioni pratiche
o monotipo che potrebbero incuriosire il consumatore. Lo stabilimento Perugina
dispone di tre tecnologie: cioccolato, forno e zuccheri. Oggi non c’è nessun
prodotto innovativo che abbini queste tecnologie, ci sono solo prodotti di
massa, semplici e senza distintività! Sembra appartenere a un’altra storia la
Perugina del “Trèbon” quando negli anni ’60 abbinavamo in un prodotto wafer,
interno caramello ricoperto di cioccolato… Ferrero invece sui prodotti
innovativi ha fatto scuola: basti pensare a quanti prodotti nascono dal banale
abbinamento di nutella, wafer e nocciole. La Nestlè sta sminuendo la “Perugina”
come ha già fatto con altri marchi storici: la Buitoni è stata divisa, con il disimpegno dai settori delle fette
biscottate e della pasta secca, mentre la Motta
ha ceduto alla Bauli i panettoni, che erano il cuore e il prodotto
caratteristico del marchio! Di altre aziende come Berni, Locatelli, Vismara,
eccetera neanche si sente più parlare… Nell’intervista il vicepresidente ha
citato anche Ferrero, diventato competitor di Nestlè non solo nei prodotti ma
anche nelle acquisizioni. È noto infatti che nei periodi di crisi le grandi
aziende si rafforzano con le acquisizioni, magari anche per cambiare le strategie
produttive. In questo senso Ferrero sta affinando le sue strategie in tema di
fonti di approvvigionamento, a partire dalle nocciole. Cosa sta facendo Nestlè,
che è il primo gruppo alimentare mondiale? La Perugina ha come prodotto di
punta il “Bacio”, che contiene nocciole. Come sta procedendo la multinazionale
svizzera, visti l’aumento del prezzo delle nocciole e il monopolio di Ferrero? Come risolveranno il problema delle nocciole, magari per il
prossimo, ennesimo, “Bacio”? Ferrero sta anche investendo sull’assunzione di giovani laureati e
nuovo personale, mentre alla Perugina ancora non richiamano gli stagionali che
lavorano in azienda da 10 anni! Per questo la citazione dell’intoccabilità dei
soli “Baci” non rassicura: sembra quasi che si voglia ridurre lo stabilimento a un solo reparto! L’impressione è che
Nestlè stia “tirando i remi in barca” nascondendosi dietro il cioccolatino-mito
senza creare il presente! L’ultima
“perla” riguarda la presenza di una scuola di cioccolato a Expo, gestita dall’Università
dei Sapori: perché la scuola dell’Università dei Sapori e non la scuola di
cioccolato della Perugina, tanto più che Lindt ha il maitre chocolatier nel suo
stand? Il vicepresidente di Nestlè termina la sua intervista vantando “una
maggior attenzione alla nutrizione, alla salute e al benessere” e parlando di
cibo come “soluzione, non problema”. Si
tratta, a parole, di una bella consapevolezza etica alla quale però dovrebbe
associarsi la riflessione circa il ruolo di Nestlè nei territori in cui va ad
investire… Investire, non strizzare come un limone!
Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per Perugia