Siamo rimasti sbalorditi nel
leggere le dichiarazioni del segretario regionale FLAI-CGIL Michele Greco sulla Perugina. Il
sindacalista, soddisfatto, ha annunciato infatti che la «Perugina ha da poco
ricevuto un’importante commessa di tavolette da 380 tonnellate che va ad
aumentare i volumi e il lavoro previsti». Dottor Greco, è proprio sicuro di
quello che dice? Ci risulta che la commessa da 380 tonnellate risale a
quest’estate ed è stata da tempo archiviata! Ci risulta anche che questa
commessa, seppur importante, non ha generato nessun risultato in termini di
incremento del lavoro e di rilancio della produzione… Ma di cosa stiamo
parlando? Non è grave che un sindacalista, tra l’altro appartenente al più
grande sindacato italiano, si “arrampichi sugli specchi” e tiri fuori una
commessa passata e conclusa per dire che in Perugina va tutto bene? Cari
sindacalisti, ma chi prendete in giro! Ci può stare che magari vogliate
prendervi gioco di me (anche se sono molto più preparata di quanto crediate) ma
con il vostro comportamento e le vostre dichiarazioni state prendendo in giro
tutti i dipendenti Perugina, che è molto più grave… Il segretario Greco ha poi continuato
con le sue “dichiarazioni” e ha replicato al nostro intervento sullo
smantellamento del reparto “Strenne” (nostro articolo del 27 settembre 2016), affermando
che «in realtà anche questa delocalizzazione era prevista nell’accordo». Ma
quale accordo! Nell’intesa tra Nestlè e sindacati, siglata nei mesi scorsi, non
ci risulta alcun accenno alla dismissione del reparto “Strenne”, si parla solo
della dismissione dei reparti biscotti e zuccheri, con la conseguente vendita
di prodotti storici come “Ore Liete” e, soprattutto, caramelle “Rossana” (da
noi annunciata mesi prima!). Ammesso anche che l’esternalizzazione delle
“Strenne” fosse stata prevista nell’accordo, perché i sindacati non ne hanno
mai parlato? Perché la notizia viene data solo ORA, dopo il nostro articolo? Se le cose vanno così bene, come
dichiara il sindacalista, nei prossimi mesi non possiamo che aspettarci notizie
confortanti, ovvero volumi ed occupazione in crescita! Sarebbe grave, infatti,
trovarci di fronte a cali occupazionali, ovvero “esuberi”, magari chiamati come “uscite incentivate”, “mobilità”,
“cassa integrazione”, outsourcing,
eccetera… Cambierebbe il nome ma non la sostanza! Le bugie hanno le gambe corte
e rimandare il problema non solo ha poco senso, ma sarebbe grave per i lavoratori,
per il territorio e per lo stesso sindacato che, anziché denunciare i problemi,
sembrerebbe nasconderli… Ormai è certo quello che noi avevamo ipotizzato: sono
i sindacati, CGIL in testa, i veri “testimonial” della Nestlè in Perugina, i
veri sponsor, attivi e convinti, della multinazionale! Ma non erano questi
della CGIL a dire che la Perugina era «un’azienda dolciaria, non una fabbrica
di solo cioccolato» e che tale doveva rimanere? Si è accorto, il sindacalista,
che la Perugina è stata “spremuta” e privata di prodotti storici, che ne hanno
fatto la storia? Tutto passato, tutto dimenticato, “compagni” lavoratori! I
sindacalisti CGIL sembrano i manager della Nestlè alla Perugina e le
dichiarazioni del segretario FLAI Michele Greco potrebbero benissimo essere le
parole dette da un manager o, addirittura, dall’Amministratore Delegato di
Nestlè Italia! D’altronde i sindacati in Perugina hanno da sempre fatto il
bello e il cattivo tempo e sono LORO
che hanno portato l’azienda in questo stato! Vogliamo chiudere con alcune
domande poste nel nostro intervento sulle “Strenne” alle quali il sindacalista
Greco non ha risposto: che fine faranno i lavoratori stagionali, soprattutto
donne, che producevano le “Strenne”? Verranno richiamati? Che ne è stato degli
agenti storici che si occupavano del reparto?
È vero che alcuni di essi stanno passando alla concorrenza? Gradiremmo
una risposta, gentile Dottor Greco…
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia