In queste ultime settimane la
“macchina della propaganda” è stata molto attiva in Perugina e ne abbiamo
sentite di tutti i colori: è stato detto che l’azienda va a gonfie vele, che il
“Bacio Rosa” è stato un enorme successo (questo è vero, e ne siamo molto
felici) e che la produzione sta andando alla grande, tanto che Nestlè sta
cercando nuova manodopera, 50 stagionali per la precisione: quest’ultima
notizia, ovviamente, è stata presentata in “pompa magna”… Insomma, siamo
ritornati al “va tutto bene, madama la marchesa”! E allora tutto quello che è
successo negli ultimi mesi, gli esuberi, i reparti dismessi, i prodotti
cancellati? Niente!!! Ma davvero in Perugina è così? A proposito dei nuovi stagionali, che cosa c’è da festeggiare?
L’arrivo, a tempo determinato, di 50 lavoratori dopo che sono stati mandati via
centinaia di maestranze…? Addirittura si è sentito parlare con enfasi di
una Perugina che oggi conta circa 500-600 dipendenti, stagionali compresi:
qualcuno ricorda che prima dell’ultima e dolorosa vertenza di qualche mese fa, i
dipendenti erano circa 880? Per quanto
tempo lavoreranno questi stagionali? Tradizionalmente in Perugina gli
stagionali hanno sempre lavorato 3-4 mesi: sarà ancora così? Altra notizia è
quella dell’apertura della fabbrica di San Sisto al pubblico, prevista per il
25 novembre: ma cosa è rimasto da vedere? Qual è l’assetto produttivo di
Perugina oggi? E qui torniamo all’annosa domanda: perché i sindacati non hanno ancora chiesto a Nestlè un rendiconto
degli ultimi tre anni? Quali sono stati i risultati del Piano Industriale
2016-2018, firmato anche da loro? Una cosa è certa: reparti sono stati
smantellati, posti di lavoro tagliati, macchinari portati via, ma per far posto
a cosa? Qualcuno ci può dire, dopo questo triennio, quale sarà il nuovo Piano
Industriale per la Perugina? In merito al rilancio della Confiserie Perugina, voglio porre una domanda da consumatrice: il
“Grande Assortimento Perugina”è la scatola “bandiera” di Perugina e, come
spiega il nome, espone le specialità del marchio. Oggi la gamma si è ridotta molto
rispetto alle origini, ma non solo: mancano cioccolatini storici e
caratteristici, come i “Tre Re”, i “Dimmi di Sì” e i Gianduiotti! Come mai?
I “Tre Re”, i “Dimmi di Sì” e i
Gianduiotti faranno forse la fine
delle “Canaste”, delle “Pomona” o delle caramelle “Cinzia”? Il futuro di
questi prodotti sarà forse lo stesso delle “Ore Liete” o delle “Rossana”…? Insomma,
Bacio Rosa a parte, qui in Perugina il futuro sembra tutto, tranne che roseo…
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia