Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

lunedì 30 marzo 2015

Mondrian Park di Perugia, un’opera inutile e dispendiosa!


Da circa un anno a Perugia, nel tratto di via Pievaiola compreso tra via Cortonese e via Sicilia, è stato realizzato il cosiddetto “Mondrian Park”, finanziato con Fondi europei per 270.000 euro destinati alla messa in sicurezza dei percorsi pedonali esistenti tra le zone Fontivegge, via Cortonese e via Pievaiola…       L’ “opera”, se così vogliamo chiamarla visto le dimensioni e la mancanza totale di verde, è stata approvata e votata dalla vecchia giunta Boccali e dalla precedente Commissione Edilizia del Comune, dopo una collaborazione tra gli uffici tecnici comunali e l’Accademia delle Belle Arti. Questo “parco”, pensato per la realizzazione di murales e per gli skaters, non è altro che un’orribile striscia di cemento colorata con enormi monoliti che sembrano lapidi e che sorgono proprio affianco alla strada, che non hanno alcuna utilità né bellezza artistica! Gli stessi residenti da tempo hanno bocciato questo scempio giudicato senza senso e non funzionale alla vita del quartiere… Gli unici “risultati” ottenuti dal Mondrian Park sono stati la scomparsa di una corsia di strada in via Cortonese e dei parcheggi gratuiti che c’erano prima, in una zona dove non c’è più uno spazio per la sosta libera! Eppure il progetto sulla carta prevedeva uno spazio destinato ai parcheggi gratuiti, ma una volta realizzati i lavori di questi parcheggi non si è vista neppure l’ombra! A tal proposito gli stessi residenti e commercianti della zona hanno promosso una petizione popolare per rimuovere il Mondrian Park e per ripristinare l’area per i parcheggi gratuiti, che noi condividiamo in pieno. Inoltre, la realizzazione dei lavori non è stata nemmeno affidata alle nostre imprese umbre, ma a un’impresa marchigiana…Perché? Cosa c’è di artistico nel Mondrian Park e nei suoi piloni di cemento? Ma soprattutto, come si fa a presentare questo spazio come “parco”? Un parco è un’area verde situata dentro la città e destinata ad attività ricreative: come possono passeggiare in tutta tranquillità le famiglie con bambini in una striscia di marciapiede (parco?) variopinta e senza verde addossata alla strada, dove le macchine transitano a tutta velocità? Qualche “esperto” ha pensato al rischio di incidenti e alla pericolosità di questi monoliti vicino la strada? Come si può pensare di destinare ai writers e agli skaters questo spazio che sorge in una zona ad altissima densità di traffico? E pensare che l’allora assessore della giunta Boccali Ilio Liberati, a proposito del progetto, parlò di “ulteriore investimento per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per garantire maggiore sicurezza pedonale e veicolare”… Chi sono gli “artisti” che hanno realizzato questo “capolavoro”? Dov’erano i consiglieri che allora stavano all’opposizione? E soprattutto, perché non si è sentito prima il parere dei residenti e dei commercianti di Fontivegge? Possibile che noi comuni cittadini dobbiamo sempre essere informati dopo, a cose fatte? In un periodo in cui il Comune di Perugia ha gravi difficoltà di bilancio ci auguriamo che venga fatta chiarezza su come sono stati spesi i soldi pubblici in passato e su quali progetti… I cittadini devono sapere!

Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per Perugia

venerdì 27 marzo 2015

VIVIAMO NEL PERICOLO, NON POSSIAMO NON ACCORGERCENE!



Giovedì 12 Marzo, in una serata piuttosto mite, ho voglia di uscire… Scendo al bar sotto casa, prendo un caffè e compro le sigarette. Percorro lentamente Corso Tacito, taglio per Largo Villa Glori e mi accingo a percorrere il "solito" tour serale. In lontananza, all'altezza di Via Istria, sento delle urla con forte accento magrebino. Possibile che questi qua devono sempre urlare e far casino, dico tra me e me.
Ho voglia di tranquillità, taglio per Viale Rinascita e passo di fronte al “People”.
Do un'occhiata alla Piazza circostante, vedo dei tavoli con diverse persone per essere giovedì.
Incontro un conoscente e scambio due chiacchiere, fumiamo una sigaretta, poi decido di tornare verso casa, che la mattina ho la sveglia alle 7,00.
Qualche minuto dopo, nella stessa Piazza dove mi trovavo a chiacchierare, moriva il giovane David Raggi, un
ternano come me, un uomo rimasto per sempre ragazzo, barbaramente assassinato da un clandestino ubriaco, che senza alcun motivo gli ha tagliato la gola.
Sorvoliamo sul fatto che il magrebino è riuscito a scappare per circa un chilometro prima di essere bloccato
dalle forze dell'ordine e dalle decine di ragazzi che erano presenti in quel momento nella piazza… Lo stesso clandestino era stato precedentemente allontanato dal locale per mano di due agenti di polizia in
borghese, addirittura contestati da alcune persone presenti: il buonismo becero è sintetizzato proprio in questo!
Si capisce benissimo che siamo nell'epoca del "chi si fa i suoi affari, campa cent'anni", e non tutti sono eroi,
almeno fuori dai social network.
Ma se la paura posso perdonarla, ciò che non capisco è come possa ancora esistere gente talmente cieca da non riuscire a capire, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la stragrande maggioranza dei reati contro la persona sono compiuti da clandestini extracomunitari: dagli omicidi stradali alle aggressioni, alle rapine finite in tragedia.
Sfatiamo il mito che i reati non hanno colore, non ho mai sentito nessun italiano, neppure il criminale più
incallito, sgozzare una persona senza alcuna ragione, per il semplice piacere di farlo.
Ricordiamo tutti il ghanese Adam Kabobo uccidere a picconate dei passanti per le strade di Milano. O l'ucraino Fedchenko ammazzare a pugni una donna a Milano, nell'agosto 2010… Capiamoli pure, perché vivono nel disagio, ma se loro vivono nel disagio, noi viviamo nell'insicurezza!
Lo Stato italiano, succube delle politiche migratorie volute dalla comunità europea, ha fallito nel suo dovere più importante: difendere l'incolumità della popolazione!
D'altronde ai soliti noti fa davvero comodo il "capitale" extracomunitario, cosa importa trovarci nel mezzo
delinquenti, spacciatori, ubriaconi ed assassini. Cosa importa delle aggressioni, scippi, tentativi di rapini finiti in tragedia che vedono coinvolti perlopiù clandestini irregolari?
Chiamateli pure rifugiati politici.
Sono necessarie misure drastiche per tutelare i cittadini, non dobbiamo arrivare ad istituire ronde pubbliche, è lo Stato di cui facciamo parte e al quale paghiamo fior di tasse che deve essere in grado di farlo. Le forze dell'ordine sono poche e messe nelle peggiori condizioni di svolgere il loro lavoro.
Abbiamo Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza a livello nazionale, ma anche polizia municipale, polizia provinciale, polizia locale che sono bravi ad elevare contravvenzioni, ma la pistola d'ordinanza a cosa serve allora?
Signor Sindaco di Terni, iniziamo a far lavorare anche il "braccio armato" del comune, non solo per dirigere il traffico perché di notte non occorre!
Iniziamo ad investire nella sicurezza urbana, anche se per lei la nostra incolumità non è un buon investimento come l’elargire soldi alle Arci per le politiche migratorie o come usare denaro pubblico per la pseudocultura mandata in malora dalla figlia "de lu lavandaro de Stroncone compare tuo"!
La nostra libertà di vivere con serenità, senza paura di uscire, di lasciar soli i nostri cari è morta assai prima del povero David. Viviamo nel pericolo, chi dice il contrario o è un pazzo, o un ipocrita!

Simone Ascani
Corrispondente Terni per il Movimento per Perugia

Barelle nei corridoi dell’ospedale, una vergogna senza fine!


L’emergenza posti letto e le barelle nei corridoi del “Santa Maria della Misericordia” di Perugia sono sotto gli occhi di tutti e sembra quasi la “normalità”… Il Direttore sanitario Manuela Pioppo adesso sta pensando a una soluzione: nascondere la polvere sotto il tappeto! Infatti si parla di portare le camere di degenza previste per due posti letto a tre posti. Alla camera 12 del reparto MISEM sono già stati sistemati tre letti, con il terzo letto messo in fondo al posto del tavolo per i pasti e senza neppure il campanello d’allarme…     Il problema barelle comporta un ulteriore problema: il paziente non viene ricoverato nel reparto che più gli compete ma in quello con meno barelle. Quindi in gastroenterologia abbiamo malati pneumologici o geriatrici, in nefrologia pazienti  gastroenterologici, in pneumologia pazienti con sanguinamento intestinale!  Il personale sanitario, oltre a essere sovraccaricato di lavoro, è anche costretto al trattamento di pazienti non consoni al reparto dove sono ricoverati, e quindi si hanno anche minori competenze, attitudine, capacità a trattare quel tipo di malati! Un vero caos e una continua mancanza di attenzione alla qualità del servizio, alla faccia delle raccomandazioni del ministro Lorenzin che invita ad una sempre maggiore appropriatezza di cui si riempiono la bocca anche i dirigenti dell'Azienda ospedaliera di Perugia! Il problema barelle non si risolve con “mezzi interventi” o nascondendo la polvere sotto il tappeto, ma con alcune misure di politica sanitaria regionale che coinvolgano globalmente tutto l'assetto organizzativo della regione che, allo stato attuale delle cose, è un caos indicibile con sovrapposizioni, mancanza di competenze, trasferimenti continui da ospedali fino all'azienda ospedaliera. Ancora oggi all’interno dell’ospedale vi sono interi piani lasciati vuoti, con camere attrezzate di ossigeno, luci speciali e tutto… Il IV piano è stato addirittura destinato agli uffici della direzione medica e ogni dirigente ha il suo studio, mentre molti ricoverati vengo lasciati nei corridoi anche per giorni! La camere di questi piani, una volta adibite a degenza, potrebbero benissimo accogliere i pazienti sulle barelle: Direttore Orlandi e Presidente Marini, perché quest’ipotesi non viene presa in considerazione? Forse perché comporterebbe l’assunzione di nuovi infermieri? Ma la salute e la dignità dei malati ricoverati dovrebbe venir prima di ogni logica di risparmio! L’eccellenza di una sanità regionale, cara Marini, deve essere giudicata anche dalla qualità dei servizi e dell’assistenza ai cittadini, non solo dal tenere i conti in ordine… E a proposito di conti ci giunge notizia che non ci sia settimana che l'Azienda ospedaliera non perda una causa o civile o penale. Sono oramai diverse le cause che l'Azienda ospedaliera è stata chiamata a risarcire con i soldi dei contribuenti che potrebbero essere spesi in maniera più idonea per servizi ed infermieri. Torneremo su questo aspetto anche perché nuove cause, nuove denuncie, nuovi aspetti giuridici si addensano sul cielo dell'Azienda ospedaliera di Perugia che, speriamo, contrariamente a quanto ha fatto finora, smetta di pagare profumatamente avvocati molto cari sebbene famosi del foro di Perugia, salvo poi perdere e risarcire con decine e decine di migliaia di euro i danneggiati. La cecità di non voler conciliare di fronte a evidenti colpe e mancanze, utilizzando i soldi dei contribuenti, è un atteggiamento scandaloso, da censurare, e di cui, almeno politicamente, qualcuno dovrà rendere conto…
Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

martedì 17 marzo 2015

Perugina, dove sono gli investimenti?


Ritorniamo a parlare della nostra “Perugina”… La Nestlè, nonostante le denunce e gli incontri con le istituzioni, ancora oggi non ha presentato un piano industriale per rilanciare il marchio!  Da parte della multinazionale fin qui tante parole e promesse, ma investimenti zero, al contrario sono sempre più evidenti le “prove tecniche” di smobilitazione allo stabilimento di San Sisto: basti pensare ai volumi produttivi, che nel 2015 scenderanno per la prima volta nella storia della “Perugina” sotto le 25.000 tonnellate o agli investimenti (non) fatti dalla Nestlè per la pubblicità dei prodotti “Perugina”! L’ultima pubblicità promossa da Nestlè è stata quella del “Papiro Buitoni”, mentre non c’è alcuna pubblicità né dei prodotti storici del marchio (come le caramelle “Rossana” e o le tavolette) né dei prodotti innovativi come il “Bacio Rosso”, il “Nero Perugina” o i “Nudi Perugina”, prodotti lanciati sul mercato senza alcuna organizzazione di marketing commerciale e di pubblicità: tutto il contrario di quello che fanno i marchi concorrenti! Persino sui “Baci” la Nestlè non ha saputo né voluto progettare un’adeguata ed efficace campagna promozionale… Di certo non siamo noi che dobbiamo insegnare a una multinazionale come fare pubblicità: se in questi anni la Nestlè non ha valorizzato e pubblicizzato i prodotti “Perugina” è perché c’è un progetto di disimpegno dall’azienda pensato da tempo! E che dire dei negozi “Perugina”? Il negozio del centro storico di Perugia ormai è vecchio e obsoleto, e che dire del negozio di Milano… Trovare il negozio “Perugina” a Milano, se uno già non sa dove si trova, è un’impresa, perché è “nascosto” in un angolo di via Foro Bonaparte, tra un bar e la Decathlon… Una volta entrati, si vedono esposti anche i prodotti “chocostore” di Guarducci, come la “cazzuola” di cioccolato eccetera: ma così i prodotti “Perugina” vengono sminuiti e viene snaturata l’eleganza che contraddistingueva lo stile “Perugina”! Chi entra si chiederà: siamo in un negozio “Perugina” o in quello di un altro “cioccolataio”? La Perugina, cuore della nostra Perugia e fiore all’occhiello del Made in Italy, un tempo era azienda leader indiscussa nel settore del cioccolato mentre oggi, insieme ai suoi lavoratori, è lasciata a se stessa dalla Nestlè… Dove sono i politici? Perché i parlamentari umbri, di destra e di sinistra, non trovano una sinergia e fanno fronte comune nell’interesse della Perugina? Perché nessuno chiede alla Nestlè quali siano le sue reali intenzioni sulla Perugina, prima che sia troppo tardi?

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

giovedì 12 marzo 2015

Sanità umbra: declassata all’ottavo posto!


Il mito del modello sanitario umbro da esportare, tanto vantato dalla Marini e da Walter Orlandi, è stato smentito ancora una volta dai fatti… Secondo il ministero della Sanità, nel 2013 l’Umbria è scesa all’ottavo posto tra le regioni italiane per quanto riguarda le prestazioni minime garantite e le modalità di erogazione (“Lea”), un crollo rispetto al 2011 quando la regione veniva classificata al terzo posto.  Sulle prestazioni minime garantite le altre regioni continuano a fare meglio di noi perché riescono a proporre nuove idee per affrontare le nuove esigenze cliniche ed epidemiologiche, mentre l’Umbria resta al palo! Manca all’interno della nostra sanità un’organizzazione efficiente e una programmazione efficace per migliorare prestazioni e servizi, che coinvolga medici e operatori nelle decisioni da prendere… L’Umbria non ha neanche programmato indicatori standard di qualità nella sanità, a differenza di regioni realmente virtuose come l’Emilia Romagna e la Lombardia, che sulla sanità si fa giudicare da autorevoli agenzie statunitensi; nella nostra regione abbiamo soltanto un accreditamento generico Agenas con indicatori “Iso” che valutano solo le fasi di un processo sanitario ma non gli esiti! L’unica preoccupazione dei nostri vertici sanitari, in primis la Marini che ha ancora le deleghe alla sanità (è mai possibile che una regione come l’Umbria non abbia ancora un assessore nell’assessorato più importante?), è quella del risparmio e dei conti in ordine: secondo i dati della Uil, nel triennio 2012-2014 la spesa per il personale è stata tagliata di quasi il 15%, mentre le altre regioni l’hanno tagliata del 4% e peggio di noi c’è solo la Campania! I tagli in questi anni hanno colpito tra i tanti servizi quello della guardia medica attiva 24 ore su 24, con la conseguenza che il numero dei pazienti per medici e infermieri è diventato enorme, e il servizio di sorveglianza notturna all’ospedale di Perugia, dove le visite dei ladri e i furti di borse e altri oggetti sono diventati ormai una “routine”, come le visite dei parenti ai malati ricoverati… Oggi al “Santa Maria della Misericordia” c’è solo un vigilantes che sta davanti ai monitor e che dovrebbe controllare 15-20 uscite dell’ospedale! Per non parlare dei tagli ai posti letto che hanno portato al vergognoso fenomeno delle barelle nei corridoi dei reparti: basti pensare che il Decreto Balduzzi fissava a 3,7% la soglia standard dei posti letto di una regione e l’Umbria è al 3,4%! Al reparto di Gastroenterologia di Perugia, ad esempio, sono stati tagliati 10 posti letto e il numero delle infermiere è passato da tre a due unità, ma sul corridoio del reparto ormai quasi ogni giorno troviamo le barelle con i pazienti: così il carico di lavoro è rimasto lo stesso, anzi si è appesantito, mentre il personale sanitario è diminuito ed è pure meno pagato! Ancora una volta la sanità umbra della Marini, di Orlandi e della sinistra si dimostra “virtuosa” solo sui risparmi e sui tagli, a discapito della qualità e della salute degli umbri…

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

giovedì 5 marzo 2015

Comunicato stampa sulla E45 autostrada


Il Movimento per Perugia con questo comunicato stampa ribadisce il suo no alla trasformazione della E45 in autostrada. L’Umbria non ha bisogno di un’autostrada da 10 miliardi di euro a spese dei cittadini i cui lavori che dureranno anni e se mai verranno ultimati devasteranno il nostro territorio e porteranno a un intasamento delle strade interne, con rischi per la circolazione. Non  ci sarà alcun vantaggio concreto per gli umbri, che al contrario si troveranno costretti, forse da subito, a pagare l’ennesima tassa: il pedaggio. La E45 attuale necessita solo di manutenzione, mai fatta finora: per questa manutenzione occorrono poco più di un miliardo di euro, invece dei 10 previsti per la realizzazione dell’autostrada. Per rilanciare il turismo in Umbria si deve investire sull’aeroporto di Sant’Egidio, i cui voli oggi sono quasi a zero, e sui collegamenti ferroviari del tutto inefficienti.

Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

Ancora Furti al Santa Maria della Misericordia

Ancora furti all'ospedale "Santa Maria della Misericordia" di Perugia... Ci risulta che sabato scorso sono scomparse delle borse dal reparto di Ginecologia ... I ladri hanno compiuto delle vere e proprie "razzie" in tutta tranquillità! Ormai le visite dei ladri al “Santa Maria della Misericordia” sono diventate una “routine”, come le visite dei parenti ai malati ricoverati… L'Azienda Ospedaliera, per risparmiare, ha deciso di tagliare il numero dei vigilantes e le ore del servizio di sorveglianza notturna: questi sono i risultati!