La Nestlè è
pronta a dare il benservito a 300 lavoratori della Perugina considerati in
esubero. La notizia, purtroppo, non ci sorprende perché sono mesi che il
Movimento per Perugia denuncia la smobilitazione della Perugina da parte di
Nestlè, nel silenzio assoluto di sindacati e istituzioni! Il ricorso ai
contratti di solidarietà e ad altri ammortizzatori sociali in questi anni ha
portato benefici solo alla Nestlè, non ha di certo aiutato a rilanciare
l’azienda e il marchio Perugina: sono anni che Nestlè beneficia degli aiuti
dello Stato italiano! La comunicazione dei 300 esuberi è passata senza destare
indignazione, con il sindacato che continua a parlare di “opposizione
responsabile”: ma cosa ha fatto il sindacato nell’ultimo decennio per la
Perugina? Che cosa è stato fatto per ostacolare la crisi? Niente! Ci sembra che
i sindacati in questi anni siano stati più attenti a curare la propria immagine
che a difendere i posti di lavoro… Nel frattempo un marchio concorrente come
Lindt continua a espandersi e ad aumentare i propri utili. Questo dimostra che
la crisi della Perugina non è colpa del mercato, come vogliono farci credere,
ma è colpa dei manager carrieristi e mediocri che gestiscono l’azienda: è
evidente che non esiste una strategia di rilancio da parte di Nestlè! Un marchio come Perugina non può essere gestito
in un mondo elefantiaco quale è Nestlè, abituata a prodotti noti, largamente
distribuiti ma indifferenziati. Lo testimonia anche tutta la vicenda della
Buitoni che la Nestlè ha abbandonato in parte con il disimpegno dal settore
delle fette biscottate e della pasta secca. I numeri della Perugina parlano
chiaramente di una non volontà o piuttosto di incapacità del management di
affrontare il mercato! Le campagne pubblicitarie per i prodotti Perugina sono inesistenti, a eccezione di quelle per i
Baci a San Valentino, e non c’è alcuna programmazione di nuovi prodotti da
lanciare sul mercato. Dopo l’assemblea sindacale di lunedì scorso rimane il
nulla, le uniche azioni dell’azienda sono limitate al “remake” del piazzale,
che ha già visto un centinaio di posti auto in meno: forse è questo il piano
industriale di Nestlè? Durante l’assemblea è stato raccontato persino che allo stand Baci
di Expo, in cui sono stati immortalati dal Sindaco alla Presidente della
Regione in visita, mancavano proprio i Baci sfusi! C’erano però scatole di Baci
ad alto prezzo, a conferma di quel mercato che sta tramontando… Con il taglio di 300 lavoratori “in esubero”
lo stabilimento di San Sisto verrà ridotto a poco più del reparto Baci: come si
può considerare “di troppo” un terzo di tutto il personale dell’azienda? Quale
sarà la prossima mossa di Nestlè? La vendita? I cinesi sono già in agguato e
stanno cercando contatti tra gli artigiani del cioccolato legati in qualche
modo alla Perugina… Forse il taglio dei posti di lavoro è una condizione posta
in qualche accordo per la cessione? Si
dice che forse non si vende, che lo stabilimento di San Sisto serva a mantenere
i tanti, troppi personaggi aziendali che lavorano nominalmente a dei progetti
che sono in realtà tante funzioni inutili che pesano sul bilancio della
Divisione: sembra la trasposizione della politica! Sembra che il “taglio”
riguardi solo lo stabilimento di San Sisto e non la divisione allocata a
Milano, principale responsabile di questa situazione fallimentare! Si dice
infatti che questa crisi sia dovuta a un mercato cambiato, in cui la tradizione
di acquistare il cioccolato per regalare sia decaduta: ma il marketing non
dovrebbe servire a ingenerare nuove esigenze di consumo? Il marketing non
dovrebbe cogliere le nuove tendenze del mercato, interpretarle e rispondere? Il
marketing in Perugina esiste ancora o no? E se ci riuscirono oltre 100 anni fa
due signori della provincia a creare un cioccolato di lusso in un’Italia
povera, quando ancora la parola marketing non esisteva, dovrebbe essere ancora
più scontato per una multinazionale numero uno nell’alimentare, o no? Ora i
nostri deputati a Roma si sveglino! Intervengano, facciano interpellanze per
sapere cosa sta succedendo alla Perugina, si impegnino affinché venga salvata
un’azienda storica, cuore di Perugia e dell’Umbria, fiore all’occhiello del
Made in Italy!
Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento per
Perugia