Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

giovedì 22 febbraio 2018

Perugina, continua l’agonia…



Il 15 febbraio si è svolto l’incontro al MISE sulla Perugina tra sindacati, manager Nestlè e istituzioni: un’ora di faccia a faccia, alla fine del quale erano tutti contenti e sorridenti, tutti a dire che era andato bene e che l’accordo è alle porte, mancava solo la benedizione del Papa… La Marini e i sindacati erano entusiasti perché Gianluigi Toia, Capo delle Relazioni Industriali di Nestlè Italia, ha assicurato che «l’azienda, su richiesta sindacale, verificherà la possibilità di proroga della CIG, e il 22 febbraio saremo al Ministero per le procedure necessarie». Un’agonia prolungata di un altro anno con l’assistenzialismo di Stato: questa è l’unica “strategia di sviluppo” che hanno in mente questi sindacati e questa sinistra!!! Una proroga che non porterà nulla di buono ai lavoratori, visto che Toia ha ribadito che la Cassa Integrazione servirà solo per far sì che i lavoratori accettino di uscire dalla Perugina… E così questo tavolo al MISE è stato solo l’ennesimo “incontro di facciata” con dichiarazioni, sorrisini di circostanza e null’altro! Ci saremmo aspettati delle domande dal tavolo “umbro” sul futuro dell’azienda, ci aspettavamo che si parlasse di lavoro e prospettive legate alla più grande realtà storica del territorio, ma l’obiettivo dell’incontro era evidentemente un altro: fare un bello spot elettorale congiunto! Il tavolo al MISE ha lasciato intatti gli stessi identici problemi della Perugina e ora è sempre più concreto il rischio di un’involuzione sociale… Rimangono sul piatto tutti i 364 esuberi annunciati da Nestlè, con i nuovi contratti part-time, ai quali hanno già aderito circa 93 operai, i lavoratori rinunceranno ad uno stipendio dignitoso per uno da 700 euro mensili che avrà si degli incentivi fino a 5.000 euro l’anno (per arrivare ad un salario mensile da circa 1.100 euro) ma solo per tre anni (massimo 5). E dopo i tre anni? Nulla, il lavoratore sarà più vecchio e, se tutto andrà bene, dovrà accontentarsi di 700 euro al mese!!! Come si può vivere con 700 euro? Come si potrà accedere al credito con questa paga? I sindacati, con la loro “strategia”, hanno condotto per mano i lavoratori a rinunciare al proprio stipendio! Dopo tutte le loro proposte assurde (Polo Logistico, internalizzazione dei servizi a discapito dei lavoratori delle cooperative esterne, ecc.) si è arrivati alla proroga della CIG.… Ora i dipendenti sono terrorizzati e disperati, tutto è surreale! Quale criterio è stato seguito per gli esuberi? A questo deve pensare il sindacato, questo è il suo compito… Nessuna domanda è stata fatta in merito agli “squillanti” 60 milioni d’investimenti: dove sono finiti? È appena trascorso San Valentino con una pubblicità dei Baci a dir poco ridicola! Dove sono i nuovi prodotti? Dove sono i negozi? Dove sono i volumi produttivi di quei Baci che avrebbero dovuto “inondare il mondo”? Incomprensibile come in TV ci sia la pubblicità delle “Nuvole” Perugina che nulla hanno a che vedere con le sorti dello stabilimento di San Sisto e sono prodotte in Francia! Nessun cenno è stato fatto ai cassintegrati già a casa, persi nel dimenticatoio… Basta con il disco rotto dei milioni d’investimenti che mal si conciliano con l’agonia di un anno di Cassa Integrazione! Per quanto riguarda le ricollocazioni e gli incentivi di Nestlè alle aziende che riassumeranno operai della Perugina, nessuno ha detto che questi incentivi probabilmente andranno a turbare il mercato del lavoro in Umbria a discapito soprattutto di tutti quei giovani che, tra mille ostacoli, stanno cercando un’occupazione: con le ricollocazioni, quante possibilità di trovare un impiego perderanno i nostri ragazzi? La Presidente Marini, che si professa di sinistra, dinanzi alle ricollocazioni avrebbe dovuto “urlare” e battere i pugni, visto che l’Umbria si sta sempre più desertificando, con i nostri giovani che scappano via, e visto che siamo la Regione con il più alto tasso di depressi anche per il problema occupazione! Invece la Presidente è uscita soddisfatta dall’incontro al MISE e ha pure dichiarato che «finalmente si afferma che occorre garantire al massimo l’occupazione, il lavoro ed anche la protezione sociale dei lavoratori». Questa è l’immagine più eloquente della sinistra e del sindacato di oggi, che lascia al suo destino i lavoratori e un’azienda come la Perugina che ha fatto la storia di questa Regione….
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

giovedì 15 febbraio 2018

Contro la destra puoi dire di tutto, ma guai a toccare la sinistra!



Sabato scorso, durante una manifestazione antifascista, dei vigliacchi balordi hanno picchiato brutalmente in branco (proprio come le bestie!) un Carabiniere che era inciampato e gli hanno procurato una frattura alla spalla e varie contusioni! Un’aggressione infame, ma la notizia è stata minimizzata: nessun attacco “squadrista” allo Stato (nonostante un’AGGRESSIONE FISICA ad un servitore dello Stato!!!), nessun pericolo per la democrazia… Tutte le volte è sempre così: manifesta l’estrema sinistra comunista sulle strade, e magari si scontra con le Forze dell’Ordine, devasta i negozi e imbratta le piazze? Nessuna levata di scudi “democratici”! Manifesta CasaPound, con tanto di regolari autorizzazioni? Tutti indignati, pronti alla “caccia al fascista” con contro cortei e appelli alle istituzioni perché blocchino il diritto a manifestare, com’è successo in occasione della bellissima, pacifica e ordinata manifestazione di CasaPound a Ponte San Giovanni! Insultano o minacciano la Boldrini sui social? Tutti a stracciarsi le vesti, schierati contro il nazifascismo, il sessismo, il razzismo e l’ignoranza, subito si mette alla gogna mediatica l’autore di quel commento o post, con tanto di nome e cognome sulla stampa e casa perquisita… Se invece le minacce o gli insulti riguardano Matteo Salvini, Giorgia Meloni o Mario Adinolfi invece è tutto “democratico” e nella norma, al massimo si tratta di “goliardia”! E così può succedere che Mario Adinolfi venga insultato ogni giorno sui social e persino durante una diretta tv per il suo peso nell’indifferenza generale e la notizia venga confinata in qualche trafiletto da dimenticare in fretta, invece di finire sulle prime pagine quando la vittima è la Boldrini o un “compagno”… Può succedere anche che a Livorno Giorgia Meloni, “colpevole” solo di voler fare un legittimo comizio elettorale, venga insultata e sputata dai “cavalieri” dei centri sociali, quelli che si riempiono la bocca di “parità dei sessi”, “emancipazione femminile” e “tutela delle donne”! Nei giorni scorsi si è parlato tanto a Perugia del cartello infame con scritto «Macerata è solo l’inizio» sotto il quadro murales di Paolo Vinti, noto militante della sinistra perugina morto nel 2010. A Stefano Vinti, fratello di Paolo, va la mia totale solidarietà! Dinanzi a questo gesto ci si è giustamente scandalizzati ed è stata organizzata anche una manifestazione in via Cartolari, dove c’è il quadro oltraggiato. Sempre in quei giorni, però, Matteo Salvini veniva accolto ad Umbertide con un cappio e uno striscione su un cavalcavia con scritto «Occhio Salvini, stavolta spariamo noi»! Ora, che differenza c’è tra la scritta «Macerata è solo l’inizio» e «Occhio Salvini, stavolta spariamo noi»? Nessuna, solo che nel primo caso c’è stato tanto clamore e si è fatta una manifestazione antifascista, nel secondo caso solo indifferenza, giustamente denunciata dal Direttore del Corriere dell’Umbria Franco Bechis in un ottimo editoriale! Solidarietà da parte di politici e “intellettuali”? Neanche per sogno, salvo rare eccezioni!! Non è neanche la prima volta che Salvini riceve queste minacce: una volta è stato persino raffigurato come vittima di un rapimento della Brigate Rosse! Eppure queste notizie non destano clamore, i “paladini della democrazia” restano muti,  la “Presidenta” Boldrini, sempre piangente in prima fila quando ad essere attaccata è lei, pensa ad altro e i media sono in tutt’altre faccende affaccendati… Tutto questo, purtroppo, è l’ennesima dimostrazione della “democrazia a senso unico” propria di questa sinistra ipocrita e intollerante!!!

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

mercoledì 14 febbraio 2018

Forze dell’Ordine dimenticate anche in campagna elettorale!



In questo clima di campagna elettorale la tutela delle Forze dell’Ordine sembra essere un argomento marginale, quasi dimenticato… Il “solito” Matteo Renzi, specialista di fake-news, continua a vantarsi per avere aumentato lo stipendio delle Forze dell’ordine e per aver riconosciuto gli 80 euro anche alle Forze Armate. Per carità, siamo assolutamente favorevoli a questi aumenti, ma cosa centrano con la questione sicurezza? Forse gli aumenti di stipendio risolvono il problema dei balordi nelle strade? Forse migliorano i livelli di sicurezza reale e percepita dei cittadini? Eppure di problemi sulla sicurezza e sulla tutela delle Forze dell’Ordine ce ne sono parecchi e ci sarebbero delle proposte concrete e realizzabili, se solo si ascoltasse la voce dei nostri poliziotti e carabinieri: un problema ormai cronico è la carenza di organico ma soprattutto la mancanza di turnover! Basti pensare alla Questura di Perugia: qui l’età media di agenti e ispettori è di circa 48 anni, mancano poliziotti sotto i 35 anni e da tempo lo Stato non manda più agenti neoassunti a Perugia come prima destinazione. Perché? Questo comporta che per le strade di Perugia, nelle volanti addette al controllo del territorio, troviamo poliziotti con più di 50 anni, costretti a fare dei turni notturni massacranti! Come si può pensare che questi poliziotti abbiano la stessa prontezza, forza e agilità di criminali spesso molto più giovani, se non giovanissimi, soprattutto in caso di fughe o colluttazioni? Come si può lavorare con un organico carente di circa 40 unità? Eppure a Perugia le Forze dell’Ordine non stanno chiedendo la luna: basterebbero anche solo 6-7 agenti giovani, in grado di operare agilmente nel territorio e di fare senza problemi i turni notturni, e 2-3 macchine nuove per migliorare la situazione della Questura e per sopperire alle richieste dei cittadini… Per quanto riguarda il contrasto allo spaccio di droga, occorre subito rivedere e riformare radicalmente il Comma 5 dell’Art. 73 della Legge sugli stupefacenti! Questo Comma sciagurato, infatti, ha introdotto il concetto di «lieve entità» nello spaccio: in questo modo, uno spacciatore preso con piccole dosi di droga dopo poche ore viene rimesso a piede libero e spesso le Forze dell’Ordine se lo ritrovano nello stesso punto in cui è stato arrestato, magari mentre riprende il suo sporco “lavoro”! Non a caso, con questo Comma 5 il numero di arresti e reclusioni di spacciatori è crollato verticalmente… Questo Comma non deve essere applicate quando uno spacciatore viene beccato nelle piazze di spaccio: in questi casi, non conta la quantità di droga, ma il fatto che quel balordo fa parte di un’organizzazione criminale!!! Altra proposta: inasprire le pene contro i furti e le rapine nelle abitazioni e nei negozi e riconoscere questi schifosi delitti  come reati contro la persona e non più contro il patrimonio! In tal senso, ben venga la legge sulla legittima difesa: se un criminale entra in casa mia, magari armato, io devo difendere me e la mia famiglia, NON ESISTE ECCESSO DI LEGITTIMA DIFESA!!! Sull’immigrazione clandestina, ci sorge spontanea una domanda: il Ministro Minniti, il miglior Ministro di questo disastroso governo, nel 2016 aveva proposto di aprire un Centro d’Identificazione ed Espulsione (CIE) in ogni regione d’Italia, una struttura d’accoglienza che serve per trattenere i clandestini che non hanno i requisiti per ottenere lo status di “rifugiati” e devono quindi essere espulsi.. Più volte in questi anni ci siamo espressi fortemente a favore di un CIE in Umbra da circa 150 posti per una serie di vantaggi: 1) svuoterebbe le carceri, attualmente stracolme di detenuti extracomunitari; 2) snellirebbe le procedure penali e toglierebbe dalle strade i delinquenti; 3) porterebbe cospicui risparmi economici allo Stato. Attualmente, infatti, mantenere un detenuto extracomunitario nelle carceri costa circa 130 euro al giorno, mentre nei CIE costa tra i 40 e 70 euro! Senza contare tutte le risorse e Forze dell’Ordine impiegate per scortare un clandestino che delinque da Perugia agli altri CIE d’Italia. Che fine ha fatto l’ottima idea del Ministro Minniti? Infine un ultima considerazione: si parla tanto dei Patti per la legalità tra Comuni e Prefetti contro i tentativi di infiltrazione criminale. Ottimo, ma quanti sono i poliziotti che nella nostra provincia si occupano di criminalità organizzata e di verificare il rispetto dei protocolli sottoscritti?  Vanno benissimo le intenzioni e i patti tra istituzioni, ma se poi non si aiutano concretamente le Forze dell’Ordine con leggi e risorse concrete, le belle parole sulla sicurezza lasciano il tempo che trovano, specie in campagna elettorale…
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

martedì 6 febbraio 2018

Vertenza Perugina, l’atto finale!


«Temiamo che gli esuberi si paleseranno in tutta la loro tragicità da febbraio 2018, quando inizierà la curva bassa di produzione». Queste sono le parole con le quali già dallo scorso anno e in più interventi denunciavo la situazione della Perugina e il suo epilogo scontato, figlio di un Piano Industriale e di accordi capestro tra Nestlè e sindacati. Ora, per citare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, sembra che il sacrificio della nostra Perugina è consumato! Infatti all’interno della fabbrica stanno circolando dei moduli informativi Nestlè nei quali sono elencate le figure professionali che servono all’azienda: agli operai non rimane altro che accettare i nuovi contratti part-time oppure scegliere le famose ricollocazioni o gli esodi volontari, il tutto ENTRO 10 GIORNI!!! Insomma, lo spettro degli esuberi ha preso forma, come purtroppo avevo annunciato… La cosa più assurda è che ancora c’è qualcuno che mostra stupore a parla di decisioni prese in sordina! Sono mesi che la Nestlè ha svelato le carte e parla di una Perugina con al massimo 600 dipendenti, dov’è la novità??? Ma quando queste cose le scrivevo io, quando denunciavo che a febbraio gli esuberi si sarebbero palesati, dov’erano tutti? In questi tre anni di dura battaglia ho sempre descritto, dati e notizie certe alla mano, la situazione della Perugina con parole forti ma chiarissime, senza troppi fronzoli, ho fatto appelli a chiunque, ho lanciato continui allarmi per mantenere alta la guardia sull’azienda: qual è stato il risultato? Insulti e calunnie sui social, accuse dai sindacalisti e dai loro “accoliti” e un immobilismo vergognoso e complice di tutta la classe politica! Ricordo quando una “signora” operaia, evidentemente “entusiasta” dell’operato dei sindacati, con un astio incredibile mi accusava di «strumentalizzare la situazione Perugina per scopi puramente politici» e addirittura di non averci messo la faccia! Non capisco cosa dovevo strumentalizzare, visto che non ho mai pensato ad una candidatura né alle scorse Regionali né tantomeno alle prossime Politiche, e non a caso il mio nome non è MAI uscito tra le “toto candidature”… Quanto poi alla mia faccia, la “signora” stia ben tranquilla e non si preoccupi per me: i miei interventi, le mie interviste sui giornali locali e nazionali, i miei appelli a politici e sindacalisti e tutti gli attacchi subiti per la Perugina parlano per me: sono altri quelli che devono guardarsi allo specchio, farsi un esame di coscienza e andare a rivedere quello che (non) hanno fatto e scritto per difendere la Perugina! Forse dovevo mettere la mia faccia su un corteo in centro, con bandiere politiche e fischietti, che si è dimostrato tardivo e sterile…? Quel corteo era utile solo ai sindacati, a coloro che con le loro firme sugli accordi hanno permesso che si arrivasse a questo disastro! E che dire di tutti quei “buontemponi” e leoni da tastiera che continuano a tirare in ballo la mia famiglia che, secondo loro, avrebbe venduto la Perugina a De Benedetti o direttamente a Nestlè: a questi ignoranti di storia (nel senso che non conoscono) ricordo per l’ennesima volta che mio padre Lino uscì dalla Perugina già nel 1972, ben 13 anni prima che De Benedetti acquistasse l’azienda da Bruno Buitoni per rivenderla a peso d’oro a Nestlè nel 1988. Ripassare un po’ di storia o informarsi prima di fare certe “sparate” sui social di sicuro non guasterebbe! Quanto ai sindacati, cos’altro aggiungere ancora? È come sparare sulla Croce Rossa! Prima erano i grandi “cantori” del Piano Industriale e degli accordi firmati con Nestlè e parlavano di Perugina come un “mondo dorato” poi, dopo l’annuncio dei 364 esuberi da parte di Nestlè, invece della linea dura a difesa del lavoro hanno preferito prendere tempo e hanno tirato fuori le proposte più assurde e improbabili per la Perugina e si sono limitati a dei tavoli di “trattativa” e a timide proteste per cercare di far vedere che c’erano, poi hanno puntato tutto sulla proroga degli ammortizzatori sociali, che non servono a niente se non a prolungare l’agonia di un anno! E adesso? C’è chi parla di “accordo difensivo” e dice che «che dal 15 febbraio non tutti potrebbero avere una soluzione soddisfacente»!!! Con buona pace delle dure battaglie fatte dal sindacato per la difesa dei posti di lavoro e per i diritti degli operai… Un consiglio voglio darlo a questi sindacalisti: perché non mettono i loro nomi in cima alla lista degli esuberi? Perché non accettano, loro per primi, le ricollocazioni esterne o le uscite volontarie, visto che hanno messo le loro firme sugli accordi? Di sicuro salverebbero qualche maestranza e riscatterebbero in parte il fallimento delle loro strategie che ha contribuito a portare la Perugina in questo stato!!!
Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia