Movimento per Perugia

Movimento per Perugia

giovedì 23 novembre 2017

Minimetrò in vendita (finalmente)!


La giunta Romizi ha deciso di mettere in vendita le quote del Comune di Perugia nella Minimetrò Spa ereditate dalla passata amministrazione, vista la difficile situazione delle casse comunali. Bene, una decisione che condividiamo in pieno e che, se si realizzasse, porterebbe concreti risparmi di soldi pubblici che in questi anni sono stati “buttati” per l’inutile “Brucomela”. Il problema, ora, è trovare qualcuno disposto a prendersi le quote di una società che in questi anni ha chiuso i bilanci in utile solo grazie alle cospicue risorse pubbliche, senza le quali da tempo la Minimetrò avrebbe portato i libri in Tribunale. La decisione della giunta Romizi porta alla luce la vera realtà del Minimetrò, che si rivela per quello che è: un’opera nata morta, fallita già in partenza ma che ci costa ogni anno fior fiore di milioni di euro pubblici, tra mutui da pagare alle banche fino al 2038, manutenzioni, costi di energia elettrica, compensazione dei biglietti invenduti e chi più ne ha più ne metta!! La stessa Minimetrò Spa,  replicando lo scorso maggio ad un nostro articolo, ha dichiarato di aver ricevuto dal Comune di Perugia «un corrispettivo annuo di 7.900.000 euro» che con l’IVA arriva a circa 9 milioni di euro complessivi! Tale cifra, però, riguardava il solo Contratto di Servizio ed escludeva il rimborso pagato dal Comune alla società per i biglietti rimasti invenduti!!! Si, cari perugini, voi pagate anche i biglietti che la Minimetrò non vende, perché ogni anno la stessa società fa una stima degli introiti derivanti dall’incasso dei biglietti, e se queste stime non vengono raggiunte, ci pensa il Comune a pagare!!! Guarda caso, ogni anno il Comune è chiamato a sborsare: nel 2015 il rimborso ammontava a 490.909 euro, nel 2013 addirittura si sono sfiorati i 2 milioni (1.802.383 euro per la precisione)!!! Purtroppo questa è la realtà e la dice lunga sull’ “(in)utilità” del “Brucomela”: con i soli incassi dei biglietti venduti, quanto potrebbe durare il Minimetrò? Questa è la nuda verità, altro che le parole dell’ex amministratore delegato Nello Spinelli e di tutta la sinistra, che si vantava del “bruco mela” e la spacciava come opera d’avanguardia! Tra le cifre sopra scritte non abbiamo poi contato i 2 milioni di euro che la Regione ha sempre garantito ma che da quest’anno non vuole stanziare: su questo è ancora in corso un “contenzioso” tra la stessa Regione e il Comune di Perugia… Il Minimetrò che, ripetiamo, ci è stato lasciato dalle precedenti amministrazioni, è un’opera costata per la realizzazione oltre 100 milioni, i cui mutui e  derivati continueranno ad essere pagati interamente dal Comune anche nel caso si realizzasse la vendita delle quote della società… Una “ferraglia” fatta male, antiestetica, che nulla c’entra con il territorio perugino che è stato “violentato” e snaturato da quest’opera tutt’altro che innovativa! Altro che le scale mobili della Rocca Paolina, opera lungimirante e innovativa che ha valorizzato un grande patrimonio storico della città in un perfetto connubio e sintesi tra passato e presente… Il Minimetrò ha danneggiato i cittadini con il taglio di  kilometri di corse autobus, che hanno portato grandi disagi soprattutto in tutte le aree non collegate dal “Brucomela”, con il rumore insopportabile delle sue carrozze per chi abita nei pressi della linea e con il valore degli appartamenti vicini  che si è a dir poco deprezzato! E non dimentichiamoci delle non rare volte in cui le carrozze si bloccano per guasti tecnici anche per decine e decine di minuti lasciando i passeggeri “sospesi per aria”, senza alcuna assistenza né giustificazione da parte dell’azienda! È ancora il caso di continuare ad investire su questo “scempio”…?

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

venerdì 17 novembre 2017

Colle della Trinità, perché non installare le telecamere?


Circa un mese fa l’Associazione Colle della Trinità aveva segnalato alle amministrazioni di Perugia e Corciano la scarsa sicurezza nella zona. In particolare l’Associazione aveva denunciato numerosi furti e tentativi di furto, avvenuti soprattutto nell’ultimo periodo estivo, e persino l’azione criminale di uno o più piromani che lo scorso agosto avevano innescato ben nove focolai nel Colle della Trinità, un autentico “paradiso verde” e gioiellino paesaggistico del nostro territorio! Per risolvere la questione, che ogni giorno che passa diventa sempre più urgente, i residenti non si sono limitati alla protesta e alla denuncia, ma hanno anche avanzato una proposta semplice e concreta alle Istituzioni: installare tre telecamere nelle tre principali strade d’accesso a Colle della Trinità, in modo da identificare tempestivamente criminali o malintenzionati. L’Associazione si è mostrata aperta ad una collaborazione attiva con le amministrazioni e si è resa disponibile a fornire a sue spese le telecamere: i comuni di Perugia e Corciano dovrebbero solamente installare le telecamere sulle tre strade d’accesso e gestirle… Una proposta di buon senso che noi del Movimento per Perugia condividiamo e sosteniamo in pieno, primo perché comporta delle spese minime, gestibili dai comuni senza problemi, secondo perché è ormai noto che le telecamere sulle strade siano un ottimo deterrente contro balordi e criminali e aumentano di gran lunga la sicurezza, reale e percepita, dei cittadini! Questa proposta, lanciata dall’Associazione anche attraverso i media, non ha ancora ricevuto una risposta da parte delle Istituzioni… Ci auguriamo che quanto prima i comuni di Perugia e Corciano raccolgano l’appello e il “grido di allarme” di Colle della Trinità, intervengano immediatamente e facciano loro questa idea, installino le telecamere e riportino ordine e sicurezza nel territorio!

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

lunedì 6 novembre 2017

Colussi, perché licenziare 125 lavoratori?


Com’è noto, la Colussi ha deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 125 dipendenti dello stabilimento di Petrignano d’Assisi su 450 lavoratori totali. Una vera e propria “doccia gelata”, visto anche che solo a Petrignano l’azienda ha deciso tagli così pesanti… Una decisione ancor più “paradossale”, se si pensa che la Colussi è in espansione, ha annunciato per il triennio 2017-2019 investimenti per 80 milioni di euro, ha lanciato nuovi prodotti e nel 2016 è stato il primo gruppo alimentare in Italia per crescita (⁺21,5%): ad esempio il marchio “Misura” è cresciuto del 34%! Perché allora la proprietà ha deciso di intervenire così radicalmente su Petrignano d’Assisi, che è lo stabilimento principale oltre che il cuore storico della Colussi? I primi “sintomi  di smobilitazione”ci sono stati nei mesi scorsi, con la decisione di delocalizzare a Fossano, in Piemonte, la produzione delle fette biscottate: un duro colpo per i lavoratori che hanno visto mancare ben 11 tonnellate di volumi produttivi rispetto al passato! L’azienda ha giustificato la delocalizzazione dicendo che a Petrignano non hanno i macchinari adatti: ma i macchinari presenti non avrebbero potuto essere modificati e adattati? Perché si è scelto di portare via la produzione? Ci chiediamo anche perché l’azienda annuncia 125 esuberi (il 25% di tutto il personale) e nello stesso tempo propone ad una parte del personale di estendere l’orario di lavoro dal lunedì alla domenica, oltre che gli straordinari: se si chiede ai dipendenti di lavorare di più vuol dire che il lavoro non manca, ma allora perché ricorrere ai licenziamenti collettivi? Se si parla di 80 milioni d’investimenti, perché questi esuberi? L’azienda stessa ha ammesso che «la situazione occupazionale non è legata a difficoltà aziendali o di business, ma conseguenza di un’attività di ricerca e innovazione tecnologica»… Cosa vuol dire…? I posti di lavoro si potrebbero ancora salvare riportando a Petrignano le fette biscottate e altre produzioni che si possono fare qui! Gli operai chiedono solo di lavorare e alla Colussi il lavoro di certo non mancherebbe! Questa vertenza è l’ennesima in una regione come l’Umbria sempre più in crisi, che vede a rischio oltre 700 posti di lavoro, tra Perugina, Colussi, eccetera: le istituzioni locali e nazionali si rendono conto che senza lavoro l’Umbria diventerà un deserto? Lo capiscono, loro e i sindacati, che una Regione non può vivere solo di assistenzialismo di Stato e di ammortizzatori sociali? È il lavoro la linfa vitale che dà vita ad un territorio e dignità agli uomini! A proposito di sindacati, ringrazio l’UGL Umbria Agroalimentare per avermi gentilmente invitata al loro incontro di venerdì a Bastia Umbra proprio sulla Colussi, incontro molto interessante e propositivo. Ci risulta che le sigle più “influenti” del sindacato (CGIL, CISL e UIL) giochino da sole (come al solito): perché non marciano compatte a difesa degli operai? Non è questo il loro compito? Si vogliono ripetere gli stessi errori fatti con la Perugina? D’altronde molti attori (come Michele Greco della FLAI-CGIL) sono gli stessi! Il ritardo delle loro azioni è lo stesso di quello della Perugina: tante chiacchiere, assemblee, tavoli e bandiere, ma si son mai chiesti qual è il vero futuro del sito, al di là delle promesse d’investimenti? Che cosa hanno fatto per impedire che l’azienda delocalizzasse la produzione delle fette biscottate? Dov’erano allora gli stati di agitazione e gli scioperi a difesa della produzione in loco? A differenza della Perugina-Nestlè, che non ha un “padrone fisico” ma manager non attaccati al territorio perché oggi ci sono e domani no, alla Colussi c’è un “padrone” ed è Angelo Colussi che è cresciuto e ha studiato a Perugia. Io, per quello che ho conosciuto di Angelo Colussi, per la sua serietà e attaccamento al territorio, mi auguro che non abbandoni il sito di Petrignano per una scelta puramente “logistica” ed economica e ci metta il cuore, come facevano i “padroni” di una volta… Ci affidiamo ai suoi ricordi e alla sua storia per invitarlo a non lasciare che i suoi operai, che hanno reso grande la Colussi e la sentono come loro, si trovino un domani “in mezzo alla strada”…

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia