Dopo tanto silenzio sulla Perugina la Nestlè
ha diffuso una nota ufficiale in cui definisce infondate e senza riscontro le
notizie sui 300 esuberi e sul crollo dei volumi produttivi. Siamo sconcertati
di fronte a una multinazionale che risponde in maniera così goffa e
contraddittoria, i lavoratori non hanno preso un abbaglio, in Perugina c’è aria
di crisi e smobilitazione da tempo e la notizia dei 200/300 esuberi è cosa
nota… Ma se così non fosse, perché la Nestlè non illustra il Piano Industriale
per la Perugina? Speriamo che questo Piano non si riduca al lancio
dell’ennesimo “Bacio”! Purtroppo il “siparietto” di Perugia è la traduzione di
ciò che Nestlè ha sempre fatto in Italia, ponendo la parola fine a storie
industriali italiane, tagliando posti di lavoro e attingendo massicciamente
agli ammortizzatori sociali dello Stato italiano. Stavolta però è chiaro che
Perugia non ci sta! Non ci sta a veder ridurre la Fabbrica storica della città
al solo reparto Baci, che tra l’altro è il più meccanizzato e quello con il
minor fabbisogno di forza lavoro. Quando nel 1988 Nestlè acquisì la Perugina da
De Benedetti, non acquistò un mondo “monobrand”: il Bacio è un “di cui” di una
storia costellata di prodotti. Qui parliamo di posti di lavoro, dell’articolo
primo della Costituzione italiana, non siamo su “Scherzi a Parte”!!! Si cominci
a parlare del management, e se la Perugina non ha il management giusto lo si
cambi! Perché nelle altre divisioni c’è il turnover mentre a San Sisto ci sono
sempre gli stessi, inefficaci manager da anni? È una scelta consapevole per
andare alla deriva? Se così fosse, salviamo questa azienda cercando
imprenditori veri! Basta con la storia del mercato difficile, i competitor di
Perugina sono aggressivi e vincenti: basti vedere Lindt e la distribuzione dei
suoi prodotti nella stessa città di Perugia… La Nestlè nel suo comunicato ha
anche citato gli investimenti “sostenuti per garantire la presenza di Perugina
a Expo 2015”: io ho visitato lo stand Perugina, uno stand bello esteriormente
ma con pochissimi prodotti “Perugina” all’interno, sguarniti e messi alla
rinfusa… Di certo non era uno stand all’altezza del marchio! Questa è la dura
realtà della Perugina oggi: un’azienda storica, cuore di Perugia e dell’Umbria,
abbandonata a un triste destino…
Carla
Spagnoli
Presidente
onorario del Movimento per Perugia
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