Venerdì scorso abbiamo
partecipato al convegno nella Sala Sant’Anna di Perugia in ricordo di Sergio
Ramelli, la cui tragica storia è stata ricostruita dai relatori Umberto
Maiorca, Marco Carucci (autore di un albo a fumetti su Sergio) e dal Professor
Gianfranco Binazzi. Chi era Sergio Ramelli? Era un ragazzo milanese, studente
dell’ITIS “Molinari”, un diciottenne di destra che professava con coraggio e
pacificamente i suoi ideali negli anni Settanta, un’epoca di odio politico,
dove l’avversario era il nemico da abbattere dopo averlo spogliato persino
della sua dignità di uomo, una pagina triste di storia italiana in cui l’odio
comunista portava alla “caccia al fascista” al grido di «uccidere un fascista
non è reato»! Il 13 marzo 1975 Sergio Ramelli veniva brutalmente aggredito da
due studenti universitari di Medicina, legati ad Avanguardia Operaia e
accompagnati da altri “compagni”, pestato in maniera infame a colpi di chiave
inglese e lasciato a terra esanime… Sergio non era un gerarca del ventennio né
un reduce del Fascismo, non era un leader del Movimento Sociale Italiano né,
tantomeno, un picchiatore o uno squadrista, era solo un ragazzo di Destra,
fiduciario del Fronte della Gioventù che peraltro quei vigliacchi assassini
neppure conoscevano! Qual’era stata la sua “colpa”? Aver scritto a scuola un
tema in cui condannava la violenza delle Brigate Rosse e ne ricordava le prime
due vittime, i militanti missini Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola… Dopo
quel tema, che venne esposto sulla bacheca della scuola, ci fu un “processo
politico” studentesco che bollò Ramelli come “fascista” e da lì la sua vita e
quella della sua famiglia divennero un inferno, con insulti, intimidazioni,
aggressioni, minacce continue, chiamate anonime anche notturne, pedinamenti e
schedature, a scuola gli fu fatta terra bruciata intorno tanto che fu costretto
a cambiare istituto e ad iscriversi al serale, fino ad arrivare al barbaro
agguato sotto casa, sotto gli occhi della madre!!! Giunto il corpo privo di
sensi al Policlinico l’anestesista arrivò a dire alla madre, mamma Anita, che
«non aveva visto nulla di così spaventoso» per come era ridotto… I 47 giorni di
agonia che precedettero la morte di Sergio furono drammatici: gli amici non
potevano andare a trovarlo, ripresero le vili minacce alla famiglia Ramelli
perché Sergio sembrava reagire e riprendersi,una sede del Msi arrivò persino a
rivolgere un appello a medici disposti a vegliare a turno su Sergio «perché gli
infermieri di notte aprono le finestre della stanza per fargli venire la
polmonite»! Anche se questo episodio verrà in parte ridimensionato da mamma
Anita, Sergio morirà proprio di polmonite il 29 aprile 1975… Persino i funerali si svolsero in un clima
allucinante: si cercò in tutti i modi di impedire la cerimonia, con pressioni
sulla famiglia affinché portasse via di nascosto e alla svelta il corpo
dall’obitorio e con la minaccia di cariche in caso di corteo funebre, visto
come “corteo non autorizzato” e “adunanza sediziosa”!!! Nel clima di “caccia al
fascista” di quegli anni, neppure i morti avevano pari dignità… Gli assassini e
i loro complici, ben protetti dai loro “compagni”, rimasero impuniti per molti
anni e verranno identificati quasi per caso e processati circa 10 anni dopo il
delitto: riceveranno “condanne” lievi per omicidio preterintenzionale e non
volontario, nonostante la spietata esecuzione, programmata e progettata in ogni
dettaglio!!! Oggi i balordi sono tutti a piede libero e c’è pure chi, tra di loro,
ha fatto carriera nella sanità ed è diventato persino primario… La storia
di Sergio Ramelli meriterebbe di essere raccontata ogni anno in tutte le
scuole, per far conoscere ai giovani di oggi cosa significava allora professare
delle idee, vivere in un clima di terrore e di odio, dove uccidere un fascista
diventava quasi una “cosa normale”, garanzia di impunità!!! Bene, quindi, che
ci sia stato questo convegno (un plauso va agli organizzatori e ai relatori) e
che anche a Perugia sia stata intitolata una rotatoria a Sergio, un martire
politico dell’odio comunista. Speriamo che la memoria di Sergio continui a
vivere nella nostra città anche nei prossimi anni, con altri convegni e altre
iniziative in suo onore…
Carla
Spagnoli
Presidente
Movimento per Perugia
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