Ritorniamo a parlare della
Colussi. Lo scorso 18 maggio i rappresentanti dell’azienda hanno incontrato le
segreterie nazionali e regionali di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL e, insieme
alle RSU della Colussi, hanno trovato un’ipotesi di accordo integrativo per il
2018-2021 che riguarda i lavoratori degli stabilimenti di Petrignano d’Assisi,
Tavarnelle e Fossano. Subito i sindacalisti si sono affrettati ad elogiare il
rinnovo dell’accordo e si sono vantati delle loro firme, dimenticando però che
l’ultima parola su qualsiasi accordo spetta sempre ai lavoratori attraverso una
regolare assemblea, come ha giustamente osservato Massimo Morelli, segretario provinciale dell’Ugl agroalimentare. I lavoratori e le maestranze, infatti, sono
i principali soggetti interessati da qualsiasi trattativa tra azienda e
sindacati, sono i primi a subire le conseguenze, positive o negative, di
qualsiasi accordo tra le parti. I sindacati parlano di «rinnovo positivo» prima ancora di
sentire il parere degli operai, dei quali dovrebbero essere “portavoce”: siamo
sicuri, signori sindacalisti, che quest’accordo integrativo va bene ai
lavoratori? Francamente nutriamo dei dubbi, dal momento che quest’intesa,
sempre secondo l’Ugl agroalimentare, porterà un ulteriore innalzamento del
limite massimo di ore utilizzabili per la flessibilità oraria, a discapito
dell’orario settimanale, e aggiungerà altre 24 ore di flessibilità rispetto
alle 88 ore già previste, ore da recuperare anche nei sabati e nelle domeniche!
Siamo così certi che gli operai saranno disposti a questi ennesimi sacrifici?
Ci risulta che nello stabilimento di Petrignano di Assisi ci sia un malessere
diffuso e siano sorte forti perplessità in merito ai contenuti dell’accordo
integrativo, nonostante i sindacalisti firmatari vogliano convincere i
dipendenti del contrario… Ci risulta anche che in seno ai sindacati attivi
nell’azienda ci siano divisioni di non poco conto: sembra infatti che in un
primo momento si fosse raggiunto un accordo votato a maggioranza dalle sigle
sindacali per indire l’assemblea dei lavoratori lunedì e per far votare
l’accordo in un'unica giornata, chiudendo le votazioni alle 22,00. Sembra però
che un potente sindacato, in maniera unilaterale, abbia affisso poco dopo nella
bacheca sindacale della Colussi un foglio dove indicava nuove modalità di voto
che prolungavano a due giorni il tempo delle votazioni sull’accordo, in barba a
quanto stabilito precedentemente dalle altre sigle. Perché questa scelta, che
rischia di creare divisioni tra lavoratori di cui nessuno sente il bisogno?
Perché i sindacati non marciano compatti a difesa degli operai? Non dovrebbe
essere questa la loro missione principale? Da chi è partito l’input che ha
portato al nuovo metodo di voto, rompendo il patto con le altre sigle…? Per
quanto riguarda l’Accordo integrativo, abbiamo sollevato i nostri dubbi ma
sospendiamo il nostro giudizio, in attesa del voto all’Assemblea dei
lavoratori: agli operai, alle maestranze e agli impiegati l’ultima parola, il
loro giudizio conta più di tutto, anche più delle “belle parole” di certi
sindacalisti…
Carla
Spagnoli
Presidente
Movimento per Perugia
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