Sindacati Perugina: tutto, tranne
il lavoro! È questa la sintesi che è emersa dall’incontro che ha “sbloccato” la
vertenza Perugina. “Grazie” all’intermediazione sindacale, i lavoratori oggi
sono molto più favoriti nel lasciare l’azienda per tentare altri posti di
lavoro… Per quelli che vogliono restare, la soluzione è passare a forme di
part-time “flessibile”, che comportano la perdita di ore di lavoro e quindi
l’abbassamento dello stipendio! A due anni di distanza dalla dismissione di
reparti e prodotti, tutto avvenuto sotto gli occhi di un Sindacato che esaltava
la “rivoluzione” della fabbrica di San Sisto, l’ultimo confronto si è chiuso
con rassicurazioni su tutti i fronti, tutti tranne quello di accrescere il
lavoro! Così, chi vuole rispondere ad offerte di lavoro di altre aziende potrà
essere riassunto da Perugina in caso di licenziamento entro i 14 mesi, ma solo come stagionale!!! Chi sceglierà
il part-time ridotto, con stipendi poco superiori a 750 euro, riceverà, sembra,
qualche incentivo in più per i primi anni. E dopo? Quale “etica” sindacale e
“strategia” ci sono dietro questo precariato crescente? In Perugina l’età media
non può essere alta, dopo decenni di prepensionamenti. Quali prospettive di
vita avranno quei padri e madri di famiglia con stipendi così bassi? Per i
primi anni non cambia niente, dicono. E allora? Metter su famiglia, avere un
progetto di vita, può essere limitato ai primi 5 anni? Dopo come si sosterranno
queste famiglie nascenti? Andranno ad elemosinare…? L’articolo del Direttore
Franco Bechis della scorsa settimana è illuminante quando parla di un Sindacato
poco propenso a far “migrare” i lavoratori Perugina verso altre aziende! Il
motivo, a parere di Bechis, è che se i lavoratori se ne vanno, il Sindacato
perde iscritti. Un sospetto non infondato, vista anche la pronta replica del
“solito” Michele Greco! Il mio pensiero va oltre: un popolo di lavoratori
precari è un ottimo “cliente” per il Sindacato Perugina! Questo spiegherebbe il
teatrino dal 2016 con un Sindacato che firma, poi si stupisce di cosa ha
firmato, ammette di non capire, si mobilita ma non troppo e giorno dopo giorno
si accontenta di piccoli risultati! In un momento in cui l’istituzione
sindacale è in crisi, il Sindacato Perugina si è guadagnato almeno altri 5 anni
di vita… 5 anni di attese e timori per i lavoratori, 5 anni di “protezione”
sindacale (si fa per dire), in cui ci si è “infischiati” dei lavoratori già in
Cassa Integrazione o pronti ad andarci nei prossimi mesi! Abbiamo visto la
storia di “Embraco”: è bastato un solo ministro (Calenda) che parla con i
lavoratori, fila dritto a Bruxelles e torna con la vittoria di aver bloccato
tutto, almeno per un anno… Nel caso di Perugina abbiamo assistito invece a due
anni di incontri, viaggetti a Roma dal viceministro Bellanova, consultazioni
varie e incontri stanchi e inconcludenti. Non sono mancate però le
dichiarazioni, sui giornali, di un
Sindacato quasi belligerante! Pagine “gloriose” di storia sindacale che però i
lavoratori iniziano a capire, visti anche i risultati elettorali: l’Umbria ha
cambiato diametralmente colore, senza cadere nelle illusioni, ma dando un
segnale forte e maturo! Il segnale di lavoratori e cittadini traditi dal
Sindacato e delusi dalle Istituzioni, a partire dalla Presidente Marini e dalle
sue dichiarazioni sterili e di facciata che porteranno nel 2020 a deporre le
bandiere rosse nei cassetti! Per non parlare delle dichiarazioni dell’Assessore
Paparelli che definisce l’accordo «propedeutico al rilancio di un’industria e
di un marchio strategici»… Cittadini delusi da un PD che ha parlato di tutto
tranne che di lavoro e da una sinistra che non si è voluta “sporcare le mani”
con la vicenda Perugina. E, vista la mia nota imparzialità, delusi anche da una
Giunta e da un Consiglio comunale che non si sono affacciati sulla questione
Perugina, neppure con i consiglieri di opposizione. Sulla Perugina si è mosso
di più il Cardinale Bassetti che i politici dall’anima comunista! Questo il
quadro di una gestione “di sinistra” che in due anni ha visto il Sindacato
prima svendere il lavoro-fatto di prodotti, reparti e posti- ed oggi svendere i
lavoratori e la loro dignità!
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia
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