Massima solidarietà e vicinanza
del Movimento per Perugia ai poliziotti della Penitenziaria che al carcere di
Capanne hanno proclamato lo stato di agitazione. Ancora una volta siamo
costretti ad assistere ad un silenzio vergognoso dello Stato verso i suoi leali
servitori, trattati quasi come “Poliziotti di serie B”! Basti pensare alle
aggressioni contro gli agenti in servizio a Capanne, ormai sempre più
frequenti: soltanto lo scorso aprile tre agenti sono rimasti intossicati da un
incendio in una cella appiccato da un carcerato e un ispettore è stato colpito
da un violento pugno al volto, scagliato da un detenuto straniero. Sono anni
che le sigle sindacali della Polizia Penitenziaria a Perugia denunciano una situazione
al limite per i funzionari, dovuta alle aggressioni da parte dei detenuti e
all’indecente carenza di organico che comporta carichi di lavoro assurdi per i
poliziotti in servizio, con tutte le conseguenze in termini di sicurezza nel
carcere e persino di salute dei nostri poliziotti! Fino al 2016, nel carcere di
Perugia, erano in servizio circa 230 poliziotti, quando per lo stesso Ministero
della Giustizia dovevano essere 300: una carenza di organico di ben 70 unità!
Com’è la situazione oggi? A giudicare dallo stato d’agitazione, non sembra
essere migliorata… Eppure lo Stato continua a far finta di niente e a non
ascoltare questi gridi di allarme!!! In Italia politici, istituzioni e
associazioni, quando si parla di emergenza carceri, pensano sempre e solo ai
detenuti e alle loro “condizioni disumane”, invocando spesso “colpi di spugna”
dello Stato attraverso indulti e condoni vari… Ma chi pensa alla Polizia
Penitenziaria? Chi parla del numero dei suicidi tra i poliziotti penitenziari?
Dal 2000 ad oggi i suicidi sono stati oltre cento, ma chi parla di tutelare la
Polizia Penitenziaria che ogni giorno garantisce la nostra sicurezza? È mai
stata strutturate una direzione medica della Polizia Penitenziaria composta da
medici e psicologi, a supporto dei funzionari? Quando si farà fronte alle
carenze d’organico del Corpo, divenute ormai una vera e propria emergenza?
Quanto investe lo Stato per la formazione e l’aggiornamento dei poliziotti?
Eppure, nonostante tutto, con grande dignità e senso del dovere, i poliziotti
penitenziari continuano a svolgere il proprio lavoro in maniera impeccabile:
ricordiamo i numerosi interventi per sedare risse tra carcerati e mantenere
l’ordine, per sventare tentativi di fuga o per salvare la vita a detenuti
che si feriscono o tentano il suicidio… È bene ricordare anche gli straordinari
risultati compiuti dalla Penitenziaria nell’attività di polizia giudiziaria e
le altre attività tecniche di notevole importanza, come il movimento dei
soggetti detenuti, le scorte e la gestione della banca dati dei DNA di tutti i
soggetti che transitano negli istituti penitenziari. Ricordiamo infine che
quotidianamente questi servitori dello Stato si trovano a gestire e rieducare,
tra mille difficoltà, una popolazione carceraria composta da molti stranieri (a
Perugia i detenuti stranieri sono il 40%), provenienti da etnie e culture
diverse e spesso in contrasto tra loro… Cari politici e benpensanti, quando
parlate di emergenza carceri e di tutela dei carcerati fatevi queste domande:
chi sono i primi ad assistere e ad ascoltare un detenuto in difficoltà? Chi
sono i primi a tutelare i carcerati? I poliziotti penitenziari, che lo Stato ha
dimenticato…
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia
Salve Sign spagnoli grazie per il post... io sono 1 poliziotta che è stata ferita anni fa e è ancora oggi ne pago le conseguenze di quel brutto incidente... lo stato non mi ha dato nulla... Non sono ne stata tutelata e sono rimasta solissima.
RispondiEliminaGentile Signora, mi dispiace per quanto le è successo, purtroppo non è la prima nè, temo, sarà l'ultima volta che accadono certe vicende. Se vuole contattarmi avrei il piacere di parlarle personalmente. A presto, spero. Carla Spagnoli
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