Prendiamo atto della risposta
della Minimetrò S.p.A. al nostro intervento e controreplichiamo punto per
punto, con estrema chiarezza. La società dichiara di aver ricevuto dal Comune
di Perugia un «corrispettivo annuo» di 7.900.000
euro più IVA. Ma questa cifra, comunque alta, corrisponde al solo Contratto
di servizio! La Minimetrò dimentica di citare i «Corrispettivi Riallineamenti
UP». Di che cosa si tratta, cari perugini? In pratica ogni anno la Minimetrò fa
una previsione degli introiti che si aspetta dalla vendita dei biglietti UP
(Unico Perugia), come le altre società di trasporto in Umbria. Se alla fine
dell’anno gli introiti risultano minori di quelli previsti dalla stessa
società, interviene il Comune che rimborsa, almeno in parte, la cifra mancante!
Guarda caso, in questi anni la Minimetrò S.p.A ha sempre “toppato” con le
previsioni: nel bilancio 2015, l’ultimo depositato alla Camera di Commercio,
risulta che i «Corrispettivi Riallineamenti UP» ammontavano a 490.909 euro! Se si va a guardare il
bilancio 2013 risulta addirittura che la cifra rimborsata dal Comune per i
biglietti invenduti è stata di ben 1.802.383
euro… Per carità, tutto questo è previsto dal Contratto di servizio e dagli
accordi commerciali, ma perché i perugini dovrebbero mettere altri soldi per il
minimetrò, oltre a quelli che già pagano? Perché devono rimborsare i biglietti
invenduti? Ma soprattutto perché le stime previste vengono fatte dalla stessa
società che poi ottiene i rimborsi? Facile chiudere così i bilanci in attivo…!
Quanto poi al numero degli utenti che usufruiscono del “brucomela”, la
Minimetrò non ha risposto, ma ci pensiamo noi a dare qualche dato: nel 2015,
sempre secondo l’ultimo bilancio depositato, sono stati convalidati circa 2,6 milioni di ingressi, con un
incremento del 3% rispetto al 2014. Peccato però che il primo Piano Economico e
Finanziario della Minimetrò S.p.A., approvato dal Comune nel lontano 2007, dava
una previsione di ben 5.615.000 passeggeri.
Quindi, nel 2015, si sono registrati tre
milioni di accessi in meno rispetto alle previsioni originarie! Inoltre la
società insiste nel ribadire la virtuosità della sua gestione, «distinta da
altre società di trasporto pubblico locale che, nonostante i corrispettivi,
generano in molti casi perdite». A parte il fatto che non abbiamo parlato di
qualità della gestione né fatto paragoni con altri, ci sembra doveroso fare
alcune domande: la realizzazione del Minimetrò è costata la bellezza di oltre 100 milioni di euro, pagati in parte dal
Comune di Perugia ed il resto con finanziamenti pubblici dello Stato! I soci
privati della Minimetrò Scarl, in base agli accordi, dovevano mettere 43
milioni di euro: questi soldi li hanno mai messi? I cittadini hanno pagato di
tasca loro la costruzione del minimetrò, e continuano tuttora a pagare per
mantenerlo: ma quanti perugini ne usufruiscono abitualmente? Quanti non l’hanno
mai preso, o l’hanno preso solo una volta per curiosità (io)? Altra domanda: chi
pagherà i mutui accesi per il minimetrò fino al 2037? Non certo i privati né
Umbria Mobilità, ma sempre il Comune di Perugia, quindi ancora una volta tutti
noi! Infine la Minimetrò S.p.A. «esclude ogni rapporto diretto con la Regione
Umbria»: ne prendiamo atto, anche se negli anni fondi regionali per il
minimetrò ne sono stati stanziati eccome; basta leggere articoli di giornale
mai smentiti. Resta però la domanda di fondo: se la Regione non vuole più
garantire i due milioni al Comune per il minimetrò, e il Comune non ne vuole
sapere di stanziarli di tasca propria, che cosa succederà? Se, ipoteticamente,
non arriveranno due milioni di euro, come potrà il bilancio 2017 della
Minimetrò S.p.A. chiudere in attivo…?
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia
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