La questione Perugina, da mesi, è
stata bandita da ogni dibattito pubblico, locale e nazionale… Da quando è stato
presentato il Piano Industriale lo scorso marzo, quello dei famosi «60 milioni
di euro in tre anni» è come se tutti i problemi siano stati risolti e l’azienda
goda di ottima salute… Ma non è così! Del rilancio della Perugina e dei volumi
produttivi non c’è traccia, prodotti storici come “Ore Liete” e “Rossana” sono
stati ceduti già da qualche mese e i reparti biscotti, zuccheri, caramelle e
colaggio sono stati dismessi… A testimonianza del grande “rilancio” che non
c’è, adesso ci risulta che la Nestlè abbia smantellato un altro importante
reparto: il canale dei regali aziendali,
quello delle “Strenne” per
intenderci. Stiamo parlando di un reparto strettamente legato alla storia
dell’azienda, perché negli anni i regali aziendali hanno portato al top
l’immagine del marchio “Perugina” nelle aziende, dandogli lustro. Le “Strenne”
hanno contribuito molto a dare al marchio l’immagine di bellezza, raffinatezza
e arte che da sempre rendono unici lo stile e la storia Perugina! Basti pensare
al felice connubio che c’è stato tra i regali aziendali e la ceramica di
Deruta… Ora si dice che Nestlè abbia già smantellato del tutto il canale,
affidando i regali aziendali ad un unico “strennista”. E che ne è stato degli
agenti che si sono sempre occupati di questo reparto? Semplice: o accettavano
di lavorare per l’unico strennista o dovevano andare via… Si vocifera
addirittura che agenti storici, pieni di capacità, esperienza e classe, la cui
arte è stata ereditata in Perugina dai loro padri nella speranza di trasmetterla
ai loro figli, stiano passando alla concorrenza. È tutto finito e a
beneficiarne, come sempre, saranno i marchi concorrenti! Ovviamente la
dismissione dell’ennesimo reparto allo stabilimento di San Sisto avrà delle
ripercussioni, anche gravi, sull’occupazione: a pagarne più di tutti le
conseguenze saranno i lavoratori stagionali, molti delle quali donne, che
soprattutto nei periodi natalizi e pasquali venivano chiamati per la produzione
delle “Strenne” e che adesso rimarranno a casa! Il problema riporta a un’altra
pagina di storia recente, non certo proficua per il territorio: le Strenne si
lavoravano nella Cooperativa Euroservice,
nata a sua volta dallo smantellamento dello stabilimento Perugina di
Castiglione del Lago, dove si producevano panettoni e colombe. Negli anni ’90 la
Nestlè ha CHIUSO lo stabilimento,
portando la produzione nella fabbrica del panettone Motta, a Verona! La
Euroservice, specializzata nelle confezioni, era caratterizzata dalla
manodopera femminile ma, ad inizio 2000, fu CHIUSA da Nestlè, che portò le produzioni a San Sisto, nel reparto
“Strenne” appunto. Oggi Nestlè ha CHIUSO
anche quel reparto, regalando tristi pagine di lavoro femminile… E pensare
che Luisa Spagnoli è entrata nel cuore e nelle coscienze anche per l’audace
difesa del lavoro delle donne, quando non c’erano né quote rosa né commissioni
per le pari opportunità! Oggi solo storie di chiusure e di precarietà del
lavoro sembrano raccontare la storia attuale della Perugina. Gli stagionali,
padri e madri di famiglia, hanno sempre risposto alle chiamate con la
consapevolezza di essere poi stabilizzati nel tempo; in questi anni, infatti,
il percorso di lavoro nello stabilimento di San Sisto ha funzionato in questo
modo… Ora, invece, di questi stagionali sembra non esserci traccia e ancora non
si sa se verranno richiamati. Così, dopo diversi anni, in Perugina si è persa
pure la speranza della stabilizzazione del lavoro! Tutto questo avviene nel
silenzio generale e assoluto dei sindacalisti, gli stessi che a marzo
“glorificavano” pomposamente il Piano Industriale della Nestlè di cui sono
strenui difensori, molto più degli stessi manager. Ormai sembra che i
sindacati, e la CGIL in testa, siano diventati “testimonial” ufficiale della
Nestlè, i più realisti del re…
Carla Spagnoli
Presidente del Movimento per
Perugia
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