Il
mito del modello sanitario umbro da esportare, tanto vantato dalla Marini e da
Walter Orlandi, è stato smentito ancora una volta dai fatti… Secondo il
ministero della Sanità, nel 2013 l’Umbria è scesa all’ottavo posto tra le
regioni italiane per quanto riguarda le prestazioni minime garantite e le
modalità di erogazione (“Lea”), un crollo rispetto al 2011 quando la regione
veniva classificata al terzo posto. Sulle
prestazioni minime garantite le altre regioni continuano a fare meglio di noi
perché riescono a proporre nuove idee per affrontare le nuove esigenze cliniche
ed epidemiologiche, mentre l’Umbria resta al palo! Manca all’interno della
nostra sanità un’organizzazione efficiente e una programmazione efficace per
migliorare prestazioni e servizi, che coinvolga medici e operatori nelle
decisioni da prendere… L’Umbria non ha neanche programmato indicatori standard
di qualità nella sanità, a differenza di regioni realmente virtuose come
l’Emilia Romagna e la Lombardia, che sulla sanità si fa giudicare da autorevoli
agenzie statunitensi; nella nostra regione abbiamo soltanto un accreditamento
generico Agenas con indicatori “Iso” che valutano solo le fasi di un processo
sanitario ma non gli esiti! L’unica preoccupazione dei nostri vertici sanitari,
in primis la Marini che ha ancora le deleghe alla sanità (è mai possibile che
una regione come l’Umbria non abbia ancora un assessore nell’assessorato più
importante?), è quella del risparmio e dei conti in ordine: secondo i dati
della Uil, nel triennio 2012-2014 la spesa per il personale è stata tagliata di
quasi il 15%, mentre le altre regioni l’hanno tagliata del 4% e peggio di noi
c’è solo la Campania! I tagli in questi anni hanno colpito tra i tanti servizi quello
della guardia medica attiva 24 ore su 24, con la conseguenza che il numero dei
pazienti per medici e infermieri è diventato enorme, e il servizio di
sorveglianza notturna all’ospedale di Perugia, dove le visite dei ladri e i
furti di borse e altri oggetti sono diventati ormai una “routine”, come le
visite dei parenti ai malati ricoverati… Oggi al “Santa Maria della
Misericordia” c’è solo un vigilantes che sta davanti ai monitor e che dovrebbe
controllare 15-20 uscite dell’ospedale! Per non parlare dei tagli ai posti
letto che hanno portato al vergognoso fenomeno delle barelle nei corridoi dei
reparti: basti pensare che il Decreto Balduzzi fissava a 3,7% la soglia
standard dei posti letto di una regione e l’Umbria è al 3,4%! Al reparto di
Gastroenterologia di Perugia, ad esempio, sono stati tagliati 10 posti letto e
il numero delle infermiere è passato da tre a due unità, ma sul corridoio del
reparto ormai quasi ogni giorno troviamo le barelle con i pazienti: così il
carico di lavoro è rimasto lo stesso, anzi si è appesantito, mentre il
personale sanitario è diminuito ed è pure meno pagato! Ancora una volta la
sanità umbra della Marini, di Orlandi e della sinistra si dimostra “virtuosa”
solo sui risparmi e sui tagli, a discapito della qualità e della salute degli
umbri…
Carla
Spagnoli
Presidente
onorario del Movimento per Perugia
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