«Temiamo che gli
esuberi si paleseranno in tutta la loro tragicità da febbraio 2018, quando
inizierà la curva bassa di produzione». Queste sono le parole con le quali
già dallo scorso anno e in più interventi denunciavo la situazione della
Perugina e il suo epilogo scontato, figlio di un Piano Industriale e di accordi
capestro tra Nestlè e sindacati. Ora, per citare “Le ultime lettere di Jacopo
Ortis”, sembra che il sacrificio della nostra Perugina è consumato! Infatti
all’interno della fabbrica stanno circolando dei moduli informativi Nestlè nei
quali sono elencate le figure professionali che servono all’azienda: agli
operai non rimane altro che accettare i nuovi contratti part-time oppure
scegliere le famose ricollocazioni o gli esodi volontari, il tutto ENTRO 10 GIORNI!!! Insomma, lo spettro
degli esuberi ha preso forma, come purtroppo avevo annunciato… La cosa più
assurda è che ancora c’è qualcuno che mostra stupore a parla di decisioni prese
in sordina! Sono mesi che la Nestlè ha svelato le carte e parla di una Perugina
con al massimo 600 dipendenti, dov’è la novità??? Ma quando queste cose le
scrivevo io, quando denunciavo che a febbraio gli esuberi si sarebbero
palesati, dov’erano tutti? In questi tre anni di dura battaglia ho sempre
descritto, dati e notizie certe alla mano, la situazione della Perugina con
parole forti ma chiarissime, senza troppi fronzoli, ho fatto appelli a chiunque,
ho lanciato continui allarmi per mantenere alta la guardia sull’azienda: qual è
stato il risultato? Insulti e calunnie sui social, accuse dai sindacalisti e
dai loro “accoliti” e un immobilismo vergognoso e complice di tutta la classe
politica! Ricordo quando una “signora” operaia, evidentemente “entusiasta”
dell’operato dei sindacati, con un astio incredibile mi accusava di
«strumentalizzare la situazione Perugina per scopi puramente politici» e
addirittura di non averci messo la faccia! Non capisco cosa dovevo
strumentalizzare, visto che non ho mai pensato ad una candidatura né alle
scorse Regionali né tantomeno alle prossime Politiche, e non a caso il mio nome
non è MAI uscito tra le “toto
candidature”… Quanto poi alla mia faccia, la “signora” stia ben tranquilla e
non si preoccupi per me: i miei interventi, le mie interviste sui giornali
locali e nazionali, i miei appelli a politici e sindacalisti e tutti gli
attacchi subiti per la Perugina parlano per me: sono altri quelli che devono
guardarsi allo specchio, farsi un esame di coscienza e andare a rivedere quello
che (non) hanno fatto e scritto per difendere la Perugina! Forse dovevo mettere
la mia faccia su un corteo in centro, con bandiere politiche e fischietti, che
si è dimostrato tardivo e sterile…? Quel corteo era utile solo ai sindacati, a
coloro che con le loro firme sugli accordi hanno permesso che si arrivasse a
questo disastro! E che dire di tutti quei “buontemponi” e leoni da tastiera che
continuano a tirare in ballo la mia famiglia che, secondo loro, avrebbe venduto
la Perugina a De Benedetti o direttamente a Nestlè: a questi ignoranti di
storia (nel senso che non conoscono) ricordo per l’ennesima volta che mio padre Lino uscì dalla Perugina già nel
1972, ben 13 anni prima che De Benedetti acquistasse l’azienda da Bruno Buitoni
per rivenderla a peso d’oro a Nestlè nel 1988. Ripassare un po’ di storia o
informarsi prima di fare certe “sparate” sui social di sicuro non guasterebbe!
Quanto ai sindacati, cos’altro aggiungere ancora? È come sparare sulla Croce
Rossa! Prima erano i grandi “cantori” del Piano Industriale e degli accordi
firmati con Nestlè e parlavano di Perugina come un “mondo dorato” poi, dopo
l’annuncio dei 364 esuberi da parte di Nestlè, invece della linea dura a difesa
del lavoro hanno preferito prendere tempo e hanno tirato fuori le proposte più
assurde e improbabili per la Perugina e si sono limitati a dei tavoli di
“trattativa” e a timide proteste per cercare di far vedere che c’erano, poi
hanno puntato tutto sulla proroga degli ammortizzatori sociali, che non servono
a niente se non a prolungare l’agonia di un anno! E adesso? C’è chi parla di “accordo difensivo” e dice che «che dal 15 febbraio non tutti potrebbero
avere una soluzione soddisfacente»!!! Con buona pace delle dure
battaglie fatte dal sindacato per la difesa dei posti di lavoro e per i diritti
degli operai… Un consiglio voglio darlo a questi sindacalisti: perché non
mettono i loro nomi in cima alla lista degli esuberi? Perché non accettano,
loro per primi, le ricollocazioni esterne o le uscite volontarie, visto che
hanno messo le loro firme sugli accordi? Di sicuro salverebbero qualche
maestranza e riscatterebbero in parte il fallimento delle loro strategie che ha
contribuito a portare la Perugina in questo stato!!!
Carla Spagnoli
Presidente Movimento
per Perugia
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