Un polo logistico allo
stabilimento Perugina di San Sisto: ecco l’ultima “perla” di un sindacato che
ormai non sa più cosa dire e che “pesci pigliare” per la Perugina. Un’idea
assurda, irreale, che non sta né in cielo né in terra e, secondo noi, morta ancor
prima di nascere, dal momento che Gianluigi Toia, Capo delle Relazioni
Industriali di Nestlè Italia, ha detto che «il polo logistico della Nestlè
oggi non ha senso, perché non abbiamo produzioni da portare»! Eppure,
imperterriti, i sindacalisti di “casa nostra” continuano ad andare avanti con
questa proposta e pensano di portare a casa chissà quale risultato… Ma, signori
sindacalisti, vi rendete conto di cosa
state proponendo? Ma riuscite a contare fino a 100 prima di rendere pubbliche
certe “proposte”? Basti pensare allo stato disastroso dei nostri collegamenti
per capire che parliamo del nulla: abbiamo un aeroporto abbandonato a sé
stesso, una ferrovia locale chiusa, collegamenti ferroviari con altre città
italiane quasi inesistenti e vere e proprie “strade groviera”, a partire dalla
E45: come arriverebbero le merci al polo logistico, per poi essere distribuite?
Come si può anche solo pensare che Nestlè possa accettare una simile idea,
inconveniente sotto tutti i punti di vista? Ma si, l’importante è apparire e
dire qualcosa, per far vedere che loro “lavorano” per i lavoratori… Chi se ne
frega se Toia ha detto che non ci sono nuove produzioni da portare! Ma sulle
produzioni i sindacati non hanno nulla da dire? Li hanno letti i dati 2016
dell’AIDEPI (Associazione Industriale del Dolce e delle Paste)? Mentre le
produzioni di cioccolato e confetteria vanno a gonfie vele e crescono
rispettivamente del 3,9% e dell’1,8% in rapporto al 2015, in Perugina si
smantellano reparti e si cancellano prodotti! Perché i sindacati non insistono
su questi dati con Nestlè? Forse perché, con le loro firme, hanno avallato
questa situazione in Perugina…? I sindacati dicono di tutto, propongono tutto,
ma dove si può attaccare Nestlè, dati alla mano, se ne tengono alla larga… Ma
poi, un polo logistico della Perugina che senso avrebbe? Dov’è in Umbria quel
tessuto industriale solido e radicato da richiedere un polo della logistica?
Siamo forse nel Nord-est dell’Italia o nelle città del triangolo industriale?
Senza collegamenti decenti e senza un tessuto industriale, dove pensano di
andare i sindacati con la loro “idea”? Tale proposta dimostra tutto lo spessore
e la preparazione di questo sindacato. La verità è che da Perugia non ci sono
merci da spedire: solo pacchi vuoti e 364 lettere di Cassa Integrazione!!!
Ancora una volta, si vive nel mondo dei sogni… La tragedia ha abbondantemente
lasciato il posto alla farsa: sembra di essere al programma tv “La sai l’ultima?”:
sul tema Perugina, i sindacalisti continuano ad essere vincitori imbattibili
con le loro “barzellette”…
Carla
Spagnoli
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