Sulla Perugina i sindacati, dopo
tutti i disastri commessi, hanno un nuovo leitmotiv: “All’incontro del 13
ottobre con Nestlè si dovrà parlare di lavoro e investimenti, non di esuberi,
licenziamenti o ricollocazione”. Bello slogan, non c’è dubbio, frase degna di
un politico in campagna elettorale o di un abile venditore di pentole… Peccato
che sulla parola “ricollocazione” proprio loro avevano apposto le loro firme, a
pagina 3 e 4 dell’Accordo firmato con
Nestlè il 07 aprile 2016! Se Nestlè oggi può permettersi di portare avanti lo
smantellamento della Perugina, riducendola a “fabbrichetta” periferica di
cioccolato da circa 600 lavoratori, è proprio grazie a questi sindacalisti che
oggi “urlano”, fanno manifestazioni e scioperi di facciata e fanno finta di
battere i pugni sul tavolo, quando fino a ieri elogiavano il Piano Industriale
Nestlè e tacciavano con arroganza chi sollevava dei dubbi! Non a caso, Nestlè
continua a dire che rispetta il Piano Industriale e non ha mai parlato di
“licenziamenti” ma appunto di «ricollocazioni in altre aziende del gruppo
Nestlè in Italia o in altre aziende del territorio umbro», parla di “esodi volontari”
e di “percorsi formativi”, tutte opzioni previste esplicitamente nell’Accordo
del 07 aprile 2016!!! È vero che è prevista la volontà del lavoratore nella
ricollocazione esterna, ma se già i Sindacati fin da subito prevedono questa
possibilità di ricollocazione, che è chiaramente in contrasto con le promesse
di rilancio, e ci mettono pure le loro firme, perché poi si lamentano se una
multinazionale come Nestlè la mette in pratica??? È a dir poco patetico il loro
“arrampicarsi sugli specchi” quando affermano che di ricollocazioni si parla
solo nell’ultima pagina dell’Accordo e che questa opzione era solo l’ultima
ipotesi… Che razza di giustificazione è questa? Un accordo deve essere preso
nella sua interezza, l’ultima pagina è importante tanto quanto la prima! Troppo
facile prendere ciò che più vi fa comodo, signori sindacalisti… Le
ricollocazioni sono un’ipotesi prevista nell’Accordo e voi lo avete permesso
con le vostre firme, punto e basta! Ancora una volta, signori sindacalisti,
fate la figura “barbina” di quelli che non hanno capito l’Accordo firmato, un
accordo che non prevedeva solo 60 milioni di investimenti ma anche, e
soprattutto, le ricollocazioni, frutto degli esuberi… Ora è inutile
“stracciarsi le vesti” e fare i “duri”, organizzando scioperi e manifestazioni
di facciata o facendo finta di dettare voi gli argomenti dei prossimi incontri
con Nestlè. Sulla manifestazione di sabato meglio stendere un velo pietoso:
solamente un migliaio circa i partecipanti, nessuna proposta da parte dei sindacati,
solo vuote parole, slogan e un gran “tripudio” di bandiere del PD e compagnia
cantante di sinistra e bandiere rosse inneggianti a Che Guevara: chissà cosa
penserebbe il Che di questi
sindacalisti che sulla Perugina hanno scritto una delle pagine peggiori di
storia del lavoro…. E meno male che i sindacati con l’evento volevano
coinvolgere tutta la città: ma chi vi crede più!!! Avete chiuso la stalla
quando i buoi sono scappati da un pezzo, e sotto i vostri occhi! Adesso
aspettiamo “fiduciosi” (si fa per dire) l’incontro di venerdì tra Nestlè e
sindacati, i cui incontri somigliano sempre più ad una partita di ping-pong o
ad un dialogo tra sordi: che faranno i sindacati? Mostreranno le loro carte
oppure, ancora una volta, la “butteranno in caciara” per far vedere che
“lottano”…?
Carla
Spagnoli
Presidente
Movimento per Perugia
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