Movimento per Perugia

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mercoledì 28 gennaio 2015

Sanità umbra, è tutto oro quello che luccica?


Ritorniamo a parlare della sanità in Umbria. Il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera Walter Orlandi, durante la conferenza stampa di fine anno, ha per l’ennesima volta fatto pura retorica sul “buon ospedale” perugino e sull’eccellenza della sanità umbra. Peccato che il Direttore abbia evitato di parlare dei gravi problemi del nostro ospedale che sono sotto gli occhi di tutti! Ancora oggi i corridoi di reparti delicatissimi come Geriatria, Oncologia, Medicina del Lavoro eccetera sono pieni di barelle nei corridoi, con pazienti “scaricati” lì anche per giorni: cari Orlandi e Marini, questa è una situazione da paese civile? Vergogna!
Ci risulta infatti che ancora oggi l’ “eccellente” Azienda ospedale di Perugia non abbia alcun protocollo scritto, certificato e approvato per le urgenze: non c’è neppure una delibera regionale, prevista per legge! Un vero disastro, frutto di un’organizzazione che fa acqua da tutte le parti e che ricade sulla pelle dei pazienti e sul lavoro di medici e infermieri che, nonostante tutto, si impegnano con abnegazione per garantire un servizio in qualche modo degno! Nel corso della conferenza stampa il Direttore Orlandi ha anche elogiato la rete informatica del nostro ospedale (“ospedale senza carta” e’ stato definito): in realtà le cartelle informatizzate dell’ospedale di Perugia non comunicano ne’ con gli altri ospedali ne’ con quelle dei medici di medicina generale, e poi quale senza carta! Adesso medici ed infermieri hanno almeno 3-4 cartelle: una cartacea con la grafica di febbre etc, una informatizzata, ed altre due cartacee: infermieristica e diario medico! Se si voleva fare confusione non c’e’ strada migliore. Senza contare che per ogni archivio si deve attivare una password diversa (il “signin” unico è una chimera), la rete è lenta e ogni Asl ha il suo sistema informatico non permettendo ai sistemi di una regione cosiì piccola di colloquiare tra loro. Forse ci volevano così tante cartelle, gare,  sistemi e investimenti diversi? Alla faccia del sistema unico di acquisti! E che dire del Robot “Leonardo Da Vinci” di cui tanto si vanta il Direttore Generale? Dai dati risulta che sono stati effettuati circa 170 interventi con il Robot nelle aree di urologia, ginecologia e chirurgia generale: pochi, se si mettono a confronto gli interventi con i costi del Robot e se si pensa che al solo San Raffaele di Milano gli interventi sono stati 1000! Visti i costi su cui tutti, in tutto il mondo, si stanno interrogando, e’ stata fatta un’analisi dei costi e dei vantaggi? Attualmente la perdita è sostanziale ma è tutto messo a tacere! Per quanto riguarda il Pronto Soccorso, si parla di circa 64.000 accessi nel 2014, in media 176 ingressi al giorno: caro Direttore, un medico di Pronto Soccorso è sufficientemente tutelato in situazioni così delicate, dove si devono prendere decisioni importanti anche nel giro di pochi minuti? Il personale di Pronto Soccorso è in numero sufficiente per gestire 176 ingressi al giorno? E se la responsabilità di una decisione errata ricade sul medico, perché non ricade anche sul Direttore Generale? Anche sui numeri, caro Direttore Orlandi, abbiamo da ridire: lei ha parlato di oltre 20.000 interventi chirurgici fatti nel 2014, ma guardando i dati specifici risulta che questi sono in gran parte interventi di lieve entità, mentre i grandi interventi, come quelli di cardiochirurgia e soprattutto chirurgia maggiore sono crollati. Torneremo sui ricoveri ma anche la situazione barelle e’ tragica, ben più dei 18 letti aggiunti sbandierati per televisione, sono quasi 70 ogni giorno nonostante i pazienti di pertinenza medica vengano spediti nelle chirurgie (si nasconde la polvere sotto il tappeto) esponendo i pazienti a cure non continuative, poco appropriate (i medici che li seguono sono lontani corridoi e piani interi) sovraccaricando gli infermieri di lavoro improprio. Cari Orlandi e Marini, forse gli umbri, quando hanno problemi seri, preferiscono farsi curare fuori regione piuttosto che a Perugia? Questo è il modello sanitario da esportare?
In ultimo abbiamo notato che molti medici si sono recati alla conferenza con il camice bianco addosso e alcuni indossavano addirittura la divisa verde da sala operatoria: si tratta di un fatto grave, dal momento che il camice bianco va indossato solo in corsia, come viene ricordato al bar e alla mensa dell’ospedale! Perché i vertici sanitari hanno tollerato questo? Come mai nessuno ha invitato i medici in camice a cambiarsi? Il problema, cari umbri, è che ai dati che alle notizie che ci vengono date dai vertici sanitari non c’è il contraddittorio: c’è infatti una legge in Italia che impedisce al personale sanitario di parlare male della propria Azienda ospedaliera, una legge “bavaglio” che impedisce a medici e infermieri di denunciare ciò che non funziona negli ospedali… Chi trova il coraggio di denunciare o semplicemente contraddire rischia il deferimento alla commissione disciplinare o, addirittura, il licenziamento! Davvero la realtà della sanità umbra è quella che ci viene descritta? Cari umbri, vi invitiamo a riflettere…
Carla Spagnoli

Presidente onorario del Movimento per Perugia

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