Ritorniamo a parlare della sanità
in Umbria. Il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera Walter Orlandi,
durante la conferenza stampa di fine anno, ha per l’ennesima volta fatto pura
retorica sul “buon ospedale” perugino e sull’eccellenza della sanità umbra. Peccato
che il Direttore abbia evitato di parlare dei gravi problemi del nostro
ospedale che sono sotto gli occhi di tutti! Ancora oggi i corridoi di reparti
delicatissimi come Geriatria, Oncologia, Medicina del Lavoro eccetera sono
pieni di barelle nei corridoi, con pazienti “scaricati” lì anche per giorni:
cari Orlandi e Marini, questa è una situazione da paese civile? Vergogna!
Ci risulta infatti che ancora
oggi l’ “eccellente” Azienda ospedale di Perugia non abbia alcun protocollo
scritto, certificato e approvato per le urgenze: non c’è neppure una delibera
regionale, prevista per legge! Un vero disastro, frutto di un’organizzazione
che fa acqua da tutte le parti e che ricade sulla pelle dei pazienti e sul
lavoro di medici e infermieri che, nonostante tutto, si impegnano con
abnegazione per garantire un servizio in qualche modo degno! Nel corso della
conferenza stampa il Direttore Orlandi ha anche elogiato la rete informatica
del nostro ospedale (“ospedale senza carta” e’ stato definito): in realtà le
cartelle informatizzate dell’ospedale di Perugia non comunicano ne’ con gli
altri ospedali ne’ con quelle dei medici di medicina generale, e poi quale
senza carta! Adesso medici ed infermieri hanno almeno 3-4 cartelle: una cartacea
con la grafica di febbre etc, una informatizzata, ed altre due cartacee: infermieristica
e diario medico! Se si voleva fare confusione non c’e’ strada migliore. Senza
contare che per ogni archivio si deve attivare una password diversa (il
“signin” unico è una chimera), la rete è lenta e ogni Asl ha il suo sistema
informatico non permettendo ai sistemi di una regione cosiì piccola di
colloquiare tra loro. Forse ci volevano così tante cartelle, gare, sistemi e investimenti diversi? Alla faccia
del sistema unico di acquisti! E che dire del Robot “Leonardo Da Vinci” di cui
tanto si vanta il Direttore Generale? Dai dati risulta che sono stati
effettuati circa 170 interventi con il Robot nelle aree di urologia,
ginecologia e chirurgia generale: pochi, se si mettono a confronto gli
interventi con i costi del Robot e se si pensa che al solo San Raffaele di
Milano gli interventi sono stati 1000! Visti i costi su cui tutti, in tutto il
mondo, si stanno interrogando, e’ stata fatta un’analisi dei costi e dei vantaggi?
Attualmente la perdita è sostanziale ma è tutto messo a tacere! Per quanto
riguarda il Pronto Soccorso, si parla di circa 64.000 accessi nel 2014, in
media 176 ingressi al giorno: caro Direttore, un medico di Pronto Soccorso è
sufficientemente tutelato in situazioni così delicate, dove si devono prendere
decisioni importanti anche nel giro di pochi minuti? Il personale di Pronto
Soccorso è in numero sufficiente per gestire 176 ingressi al giorno? E se la
responsabilità di una decisione errata ricade sul medico, perché non ricade
anche sul Direttore Generale? Anche sui numeri, caro Direttore Orlandi, abbiamo
da ridire: lei ha parlato di oltre 20.000 interventi chirurgici fatti nel 2014,
ma guardando i dati specifici risulta che questi sono in gran parte interventi
di lieve entità, mentre i grandi interventi, come quelli di cardiochirurgia e soprattutto
chirurgia maggiore sono crollati. Torneremo sui ricoveri ma anche la situazione
barelle e’ tragica, ben più dei 18 letti aggiunti sbandierati per televisione,
sono quasi 70 ogni giorno nonostante i pazienti di pertinenza medica vengano
spediti nelle chirurgie (si nasconde la polvere sotto il tappeto) esponendo i
pazienti a cure non continuative, poco appropriate (i medici che li seguono sono
lontani corridoi e piani interi) sovraccaricando gli infermieri di lavoro
improprio. Cari Orlandi e Marini, forse gli umbri, quando hanno problemi seri,
preferiscono farsi curare fuori regione piuttosto che a Perugia? Questo è il
modello sanitario da esportare?
In ultimo abbiamo notato che
molti medici si sono recati alla conferenza con il camice bianco addosso e
alcuni indossavano addirittura la divisa verde da sala operatoria: si tratta di
un fatto grave, dal momento che il camice bianco va indossato solo in corsia,
come viene ricordato al bar e alla mensa dell’ospedale! Perché i vertici
sanitari hanno tollerato questo? Come mai nessuno ha invitato i medici in
camice a cambiarsi? Il problema, cari umbri, è che ai dati che alle notizie che
ci vengono date dai vertici sanitari non c’è il contraddittorio: c’è infatti
una legge in Italia che impedisce al personale sanitario di parlare male della
propria Azienda ospedaliera, una legge “bavaglio” che impedisce a medici e
infermieri di denunciare ciò che non funziona negli ospedali… Chi trova il
coraggio di denunciare o semplicemente contraddire rischia il deferimento alla
commissione disciplinare o, addirittura, il licenziamento! Davvero la realtà
della sanità umbra è quella che ci viene descritta? Cari umbri, vi invitiamo a
riflettere…
Carla Spagnoli
Presidente onorario del Movimento
per Perugia
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