Movimento per Perugia

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mercoledì 8 marzo 2017

Perugina, un “mondo dorato”…


In Perugina si respira un clima di ottimismo dove, verrebbe da pensare, gli operai lavorano a pieno ritmo senza temere il futuro, mentre la Nestlè mantiene le promesse su investimenti e rilancio dell’azienda… O almeno questo è quello che ci vogliono far credere! Davvero la situazione è questa? Davvero la crisi dell’azienda non esiste più? Si è parlato tanto in questi giorni di prodotti Perugina sbarcati o in procinto di sbarcare sui mercati esteri (Basile, Canada, Cina, USA). Bene, ma c’è un piccolo particolare di cui poco si è detto: ad oggi non ci risultano né aumenti dei volumi produttivi (almeno finora) né incrementi delle ore di lavoro! L’unica certezza è la Cassa Integrazione, con il “taglio” in busta di centinaia di euro! Io, che sono una “capitalista”, denuncio questi fatti, ma i sindacati dove sono? Di questa situazione sono contenti giustamente i manager e gli azionisti che vedono aumentati i loro dividendi, ma ne dovrebbero essere “inorriditi” i sindacati, che invece accettano tutto ciò che l’azienda propone e si ergono a “paladini” della Nestlè! Dato che le ore di lavoro non aumentano la domanda è: su che tipo di prodotti Perugina si sta puntando? Solo sui Baci e su qualche tavoletta? Ma quello dei Baci è il reparto più meccanizzato e con il minor fabbisogno di manodopera (bastano circa 10 operai)! La distribuzione dei Baci nel mondo, inoltre, già nel 2012 parlava di 55 paesi! Perché dunque questi toni trionfalistici oggi? Ci risulta anzi che già a Gennaio il reparto dei Baci abbia fatto Cassa Integrazione: ma a Gennaio la fabbrica non è in curva alta nei volumi produttivi? Perché questa Cassa Integrazione se non c’è crisi? La primavera è alle porte e le produzioni di cioccolato sono destinate a calare: con quali produzioni verranno compensate? Una volta c’erano le caramelle e la pasticceria, tutti prodotti dismessi e venduti! E gli altri lavoratori? Che ne sarà di loro in futuro? Quanto poi all’interrogativo della Cisl sulle “cialde” gelato (peraltro già prodotte in passato) la questione ci sembra marginale: il futuro della fabbrica sta nelle cialde? O piuttosto nei prodotti volutamente cancellati e di cui oggi si sente il contraccolpo? Per non parlare delle confezioni, che un tempo erano un valore aggiunto e un vero e proprio distintivo del marchio: oggi le confezioni si sono impoverite nella qualità e ci risulta che in Cina i Baci vengono mandati semplicemente incartati! Dov’è quello stile Perugina che rendeva l’azienda unica nel mondo…? Sui negozi è meglio stendere un velo pietoso: stiamo ancora aspettando il negozio Perugina in centro, sotto le Logge di Braccio… A un anno esatto dalla presentazione del Piano Industriale ci chiediamo: la strategia dei famosi 60 milioni su che cosa si regge? I 15 milioni di euro d’investimenti promessi per lo stabilimento di San Sisto a cosa saranno destinati? Forse ad abbattere i costi di manodopera? Ma la Nestlè fa giustamente i suoi interessi di multinazionale, interessi che vanno oltre questioni di storia e territorio, ma i sindacati che fanno? La tutela dei lavoratori non dovrebbe essere il loro unico interesse? A metà del 2018 tireremo le somme definitive di questo Piano Industriale Perugina. Una cifra sembra già esserci: 200! Ma non sono i milioni d’investimenti bensì gli esuberi che temiamo ci saranno…

Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia


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