In Perugina si respira un clima di
ottimismo dove, verrebbe da pensare, gli operai lavorano a pieno ritmo senza
temere il futuro, mentre la Nestlè mantiene le promesse su investimenti e
rilancio dell’azienda… O almeno questo è quello che ci vogliono far credere!
Davvero la situazione è questa? Davvero la crisi dell’azienda non esiste più?
Si è parlato tanto in questi giorni di prodotti Perugina sbarcati o in procinto
di sbarcare sui mercati esteri (Basile, Canada, Cina, USA). Bene, ma c’è un
piccolo particolare di cui poco si è detto: ad oggi non ci risultano né aumenti
dei volumi produttivi (almeno finora) né incrementi delle ore di lavoro!
L’unica certezza è la Cassa Integrazione, con il “taglio” in busta di centinaia
di euro! Io, che sono una “capitalista”, denuncio questi fatti, ma i sindacati
dove sono? Di questa situazione sono contenti giustamente i manager e gli
azionisti che vedono aumentati i loro dividendi, ma ne dovrebbero essere
“inorriditi” i sindacati, che invece accettano tutto ciò che l’azienda propone
e si ergono a “paladini” della Nestlè! Dato che le ore di lavoro non aumentano
la domanda è: su che tipo di prodotti Perugina si sta puntando? Solo sui Baci e
su qualche tavoletta? Ma quello dei Baci è il reparto più meccanizzato e con il
minor fabbisogno di manodopera (bastano circa 10 operai)! La distribuzione dei
Baci nel mondo, inoltre, già nel 2012 parlava di 55 paesi! Perché dunque questi toni trionfalistici oggi? Ci risulta
anzi che già a Gennaio il reparto dei Baci abbia fatto Cassa Integrazione: ma a
Gennaio la fabbrica non è in curva alta nei volumi produttivi? Perché questa
Cassa Integrazione se non c’è crisi? La primavera è alle porte e le produzioni
di cioccolato sono destinate a calare: con quali produzioni verranno
compensate? Una volta c’erano le caramelle e la pasticceria, tutti prodotti
dismessi e venduti! E gli altri lavoratori? Che ne sarà di loro in futuro?
Quanto poi all’interrogativo della Cisl sulle “cialde” gelato (peraltro già
prodotte in passato) la questione ci sembra marginale: il futuro della fabbrica
sta nelle cialde? O piuttosto nei prodotti volutamente cancellati e di cui oggi
si sente il contraccolpo? Per non parlare delle confezioni, che un tempo erano
un valore aggiunto e un vero e proprio distintivo del marchio: oggi le
confezioni si sono impoverite nella qualità e ci risulta che in Cina i Baci
vengono mandati semplicemente incartati! Dov’è quello stile Perugina che
rendeva l’azienda unica nel mondo…? Sui negozi è meglio stendere un velo
pietoso: stiamo ancora aspettando il negozio Perugina in centro, sotto le Logge
di Braccio… A un anno esatto dalla presentazione del Piano Industriale ci
chiediamo: la strategia dei famosi 60 milioni su che cosa si regge? I 15
milioni di euro d’investimenti promessi per lo stabilimento di San Sisto a cosa
saranno destinati? Forse ad abbattere i costi di manodopera? Ma la Nestlè fa
giustamente i suoi interessi di multinazionale, interessi che vanno oltre
questioni di storia e territorio, ma i sindacati che fanno? La tutela dei
lavoratori non dovrebbe essere il loro unico interesse? A metà del 2018
tireremo le somme definitive di questo Piano Industriale Perugina. Una cifra
sembra già esserci: 200! Ma non sono
i milioni d’investimenti bensì gli esuberi che temiamo ci saranno…
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia
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