Movimento per Perugia

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lunedì 18 gennaio 2016

A Foligno la chiesa di Fuksas fa scappare i fedeli…


Il 26 aprile 2009 a Foligno veniva inaugurata in pompa magna la chiesa di San Paolo Apostolo alla presenza dell’allora sindaco Manlio Marini, del vescovo Gualtiero Sigismondi e di Monsignor Betori, ex segretario della Cei. La struttura è stata progettata dall’architetto “rosso” Massimiliano Fuksas su incarico della Cei… Il costo? La bellezza di 3 milioni e 600 mila euro! La chiesa è un immenso cubo vuoto che nulla ha a che fare con la fede, il sacro e il mistero di Dio,tanto che è stata definita da Vittorio Sgarbi «un garage», talmente poco accogliente nel suo insieme da far scappare letteralmente i fedeli… Infatti all’interno di questo “cubo” si soffoca di caldo l’estate e si muore di freddo l’inverno, tanto che ormai i folignati l’hanno ribattezzata la “chiesa frigo”! Per mantenere acceso l’impianto di riscaldamento a terra della struttura occorrono, secondo il parroco, circa 100 euro al giorno, senza riuscire a scaldare a sufficienza! La notte di Natale alcune persone sono state costrette a lasciare anzitempo la messa mentre altre si sono addirittura ammalate! Per ovviare a questa situazione le messe invernali sono state spostate nel salone parrocchiale, insufficiente però ad accogliere tutti i 600 fedeli che in media frequentano la chiesa. “Complimenti” all’architetto Fuksas, icona della sinistra radical-chic: quando ha progettato questo obbrobrio l’archistar si è ricordato dei fedeli che dovevano entrarvi? I parroci e la comunità parrocchiale stanno chiedendo da tempo di poter apportare delle modifiche strutturali per risolvere  il problema ma qui, oltre al danno, arriva la beffa: Fuksas, infatti, ha imposto dei vincoli estetici (!) che impediscono gli interventi! Ma che cosa c’è di estetico in questa chiesa “cubo”? Che cosa c’entra con l’ambiente circostante e con la fede? I risultati di questo “capolavoro” hanno portato all’allontanamento di molti fedeli dalla chiesa di San Paolo, che appare sempre più come una cattedrale nel deserto: un vero e proprio smacco pagato a caro prezzo! L’architetto Fuksas non è certo nuovo a certi scempi architettonici lautamente pagati: basti pensare al Grattacielo della Regione Piemonte costato circa 260 milioni di euro, per il quale Fuksas ha incassato circa 22 milioni! E pensare che la chiesa di San Paolo Apostolo doveva rappresentare “il simbolo della rinascita” dopo il terremoto del 1997: come si può chiamare “luogo sacro” questo cubo? In base a quali criteri si è scelto questo progetto? E chi l’ha scelto? Chi pagherà per riparare i danni e i disagi creati alla comunità parrocchiale…?

Carla Spagnoli

Presidente Movimento per Perugia

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