Il 26 aprile 2009 a Foligno
veniva inaugurata in pompa magna la chiesa di San Paolo Apostolo alla presenza
dell’allora sindaco Manlio Marini, del vescovo Gualtiero Sigismondi e di
Monsignor Betori, ex segretario della Cei. La struttura è stata progettata
dall’architetto “rosso” Massimiliano Fuksas su incarico della Cei… Il costo? La
bellezza di 3 milioni e 600 mila euro!
La chiesa è un immenso cubo vuoto che nulla ha a che fare con la fede, il sacro
e il mistero di Dio,tanto che è stata definita da Vittorio Sgarbi «un garage»,
talmente poco accogliente nel suo insieme da far scappare letteralmente i
fedeli… Infatti all’interno di questo “cubo” si soffoca di caldo l’estate e si
muore di freddo l’inverno, tanto che ormai i folignati l’hanno ribattezzata la
“chiesa frigo”! Per mantenere acceso l’impianto di riscaldamento a terra della
struttura occorrono, secondo il parroco, circa 100 euro al giorno, senza riuscire a scaldare a sufficienza! La
notte di Natale alcune persone sono state costrette a lasciare anzitempo la
messa mentre altre si sono addirittura ammalate! Per ovviare a questa
situazione le messe invernali sono state spostate nel salone parrocchiale,
insufficiente però ad accogliere tutti i 600 fedeli che in media frequentano la
chiesa. “Complimenti” all’architetto Fuksas, icona della sinistra radical-chic:
quando ha progettato
questo obbrobrio l’archistar si è ricordato dei fedeli che dovevano entrarvi? I
parroci e la comunità parrocchiale stanno chiedendo da tempo di poter apportare
delle modifiche strutturali per risolvere il problema ma qui, oltre al danno, arriva la
beffa: Fuksas, infatti, ha imposto dei vincoli estetici (!) che impediscono gli
interventi! Ma che cosa c’è di estetico in questa chiesa “cubo”? Che cosa
c’entra con l’ambiente circostante e con la fede? I risultati di questo
“capolavoro” hanno portato all’allontanamento di molti fedeli dalla chiesa di
San Paolo, che appare sempre più come una cattedrale nel deserto: un vero e
proprio smacco pagato a caro prezzo! L’architetto Fuksas non è certo nuovo a
certi scempi architettonici lautamente pagati: basti pensare al Grattacielo
della Regione Piemonte costato circa 260 milioni di euro, per il quale Fuksas
ha incassato circa 22 milioni! E pensare che la chiesa di San Paolo Apostolo
doveva rappresentare “il simbolo della rinascita” dopo il terremoto del 1997:
come si può chiamare “luogo sacro” questo cubo? In base a quali criteri si è
scelto questo progetto? E chi l’ha scelto? Chi pagherà per riparare i danni e i
disagi creati alla comunità parrocchiale…?
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia
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