C’era
una volta il “comunista” Roberto Benigni, paladino della Costituzione italiana
“la più bella del mondo”, quello che si inchinava davanti ai lavoratori della
FIOM e silurava come «attacchi sacrileghi» ogni ipotesi di riforma del lavoro,
quello che, un giorno si e l’altro pure, attaccava Berlusconi e i suoi ministri
(in primis Brunetta) con battute spesso volgari e infamanti… La recente
inchiesta di Report sugli studi
cinematografici di Papigno ha fatto cadere una volta per tutte questa maschera,
mostrando il vero volto del “compagno” Roberto, icona della sinistra! Uno che,
da regista, ha fatto un solo film bello, il Premio Oscar “La vita è bella”, ma
che da sempre viene pompato e celebrato ad arte da stampa e politica! Un vero e
proprio “giullare di corte” coccolato e vezzeggiato dalla sinistra che oggi è
al governo e che, guarda caso, il comico appoggia senza riserve, nonostante i
tentativi di stravolgere la Costituzione, lo smantellamento dell’articolo 18, i
voucher e altre amenità… Gli studi cinematografici di Papigno, fortemente
voluti da Benigni e realizzati in men che non si dica, avevano alimentato
grandi speranze a Terni, tra i lavoratori e anche tra i giovani studenti, visto
che l’Università di Perugia aveva persino attivato a Terni un corso di laurea
in “Scienze della Produzione artistica”. Nonostante le decine di milioni di
euro di fondi pubblici investiti per bonificare e
sistemare il contesto intorno al progetto, queste speranze sono state
tradite dal comico di Castiglion Fiorentino che dopo qualche anno, vista la
malaparata, il flop del film “Pinocchio” e i bilanci in profondo rosso, ha
pensato bene di svignarsela da Terni e di “pararsi” vendendo gli studi di
Papigno alla Cinecittà Studios. Da lì in poi per Papigno è stato l’inizio della
fine, visto che la nuova società non ha portato né investimenti, né nuove
produzioni o film… Dopo poco anche il corso di laurea è stato chiuso! Eppure lo
stesso Benigni, in preda all’euforia, si era spinto a dire «Spero che Cinecittà
diventi una filiale di Papigno»…. Oggi di questo costoso sogno sono rimasti
soltanto gli studi cinematografici abbandonati a se stessi, la succursale
dell’Università chiusa e soprattutto centinaia di studenti che non vedono
riconosciuti i loro esami dalle altre università e circa 200 maestranze rimaste
per strada!!! Altro che “soccorso rosso” per i lavoratori, Benigni è scappato
come uno Schettino qualsiasi, rifugiandosi nella “scialuppa di salvataggio”
offerta dai suoi amici politici e imprenditori… E pensare che il “giullare di
corte” parlava di amore per Terni quando annunciò l’accordo con Cinecittà: una
presa in giro bella e buona!! Dulcis in fundo, il comico e la moglie hanno
deciso di querelare Report: che fine
ha fatto la libertà di stampa tanto difesa dal “giullare” ai tempi di
Berlusconi, gli appelli contro le intimidazioni alla libera stampa? Che
tristezza vedere Benigni attorniato da un “cordone” di persone, come fosse un
potente politico, mentre il giornalista, autore dell’ottima inchiesta, veniva
spintonato e allontanato per aver posto delle domande. Che cosa sarebbe
scoppiato se al posto di Benigni ci fosse stato Berlusconi o un qualsiasi
politico o intellettuale di destra…? Benigni, che negli ultimi anni si è
ridotto ad accompagnare Renzi nei viaggi istituzionali all’estero e ha persino
beneficiato di voli privati pagati con i nostri soldi, oggi ha perso ogni
residua credibilità e vive una fase di declino: speriamo solo che non sia
l’ultimo “toscano illustre” a cadere…
Carla
Spagnoli
Presidente
Movimento per Perugia
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